ATTENZIONE!
IN QUESTO CAPITOLO C'É UNA SCENA DI SESSO. PER CHI FOSSE INPRESSIONABILE GLI CONSIGLIO DI NON LEGGERE. A VOSTRO RISCHIO IL PERICOLO! DETTO QUESTO, BUONA LETTURA.- La politica di questa Nazione sarà di considerare ogni missile nucleare che supera la linea d'imbarco che circonda Cuba, come un attacco, da parte dell'Unione Sovietica agli Stati Uniti, che esiterà una reazione decisa di rappresaglia contro all'Unione Sovietica... -
Avevo ancora in testa il discorso che quel pomeriggio fece Kennedy in diretta nazionale.
Domani sarebbe stato il grande giorno, Shaw sarebbe andato a Cuba per assistere allo scoppio della Terza Guerra Mondiale e i ragazzi sarebbero andati per fermarlo.
Era da due settimane oramai che ci conoscevamo, due settimane a dir poco fantastiche - tralasciando i litigi miei e di Charles - e tutto stava per finire.
Avrei voluto fermare il tempo, far si che non arrivasse mai domani, ma, ahimè, non era in mio potere.
Sarei dovuta restare alla Villa ad attendere il loro ritorno, semmai fossero tornati tutti.
Oramai che mancava solo un giorno l'ansia si faceva sentire, la paura e il terrore presero il sopravvento e cercai in tutti i modi di calmarmi, sperando di non fare dei danni.
Avrei dovuto parlare con Charles, gli avrei dovuto dire i miei sentimenti, ma non ne avevo il coraggio.
Mi sedetti sul pavimento della mia stanza, le mani erano sulla mia testa, che stava per scoppiare.<< Che faccio? Che faccio? >> continuavo a mormorare, come se la risposta potesse arrivate da un momento all'altro.
Se mi fossi dichiarata avrei rischiato di rovinare la nostra amicizia e di fare una figuraccia.
E se morisse in battaglia domani rimpiageresti la tua decisione per tutta la vita.
Odiavo ammetterlo, ma la mia coscenza aveva ragione.
Non volevo assolutamente pensare che Charles morisse, ma non era immortale, ed aveva le stesse probabilità degli altri di non farcela. Mi morsi il labbro, indecisa sul da farsi.<< Al diavolo! >> sbottai dopo diversi minuti.
Mi alzai di botto ed uscii da quella stanza, che all'improvviso era diventata troppo piccola, e andai a cercare qualcosa da bere. Avevo bisogno di ubriacarmi. Controllai in cucina, ma ogni volta che aprivo una dispensa la richiudevo delusa.
Avrei voluto chiedere a Raven, ma era andata in camera sua presto, e non volevo disturbarla.
Guardai in soggiorno, ma anche lì niente. L'ultima dappa della mia caccia al tesoro era il suo studio, ma dovevo stare attenta a non farmi beccare, il primo giorno ci aveva espressamente vietato di entrarci senza il suo permesso.
Avanzai cautamente verso la porta, ma mi bloccai di colpo quando essa si aprì e ne uscì una persona.<< Oh, ciao Erik! Che ci fai tu qui? >>
<< Potrei farti la stessa domanda. >> ogni volta che parlavo con lui mi salivano i brividi, sembrava sempre incazzato e non sapevo mai come comportarmi. << Io e Charles abbiamo fatto una partita a scacchi. >>
<< Oh, quindi c'è anche lui.. >> mi usci più come un'affermazione che una domanda.
Prima che potesse dire parola lo scansai ed aprii la porta, ritrovandomi Charles che metteva a posto gli scacchi. Non si accorse di me, non finché non mi schiarii la voce.
<< Oh, Rachael, che ci fai qui? >> domandò spostando la scacchiera.
Buffo, é la stessa identica cosa che ho chiesto a Erik cinque secondi fa.
<< Hai per caso qualcosa da bere alcolico? Non ho trovato niente di sotto. >> spiegai incrociando le braccia, studiando ogni suo movimento.
<< Certo, vieni. >>
Chiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai, Charles prese una bottiglia e due bicchieri vetrinetta, li riempii e me ne porse uno, che presi ringraziandolo. Mi sedetti sul divanetto, bevvi un sorso del liquido, che mi fece sentire subito meglio.
In quel momento presi una decisione: gli avrei parlato.
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Un Mare Di Pensieri (X-MEN)
Fanfiction"STORIA SOSPESA" Dal Capitolo 2: Charles tolse la mano e mi guardò, sperando in qualche mia reazione. > > mormorai. Non ne ero convinta, l'uomo ha paura di ciò che non conosce. Semmai avessimo fermato Shaw questo non voleva dire che non avremmo più...