viviamo.

capitolo 23.

È passata una settimana, è una settimana che non rido, è una settimana che non lo bacio, è una settimana che non gli parlo. Mi manca cazzo.
Mi alzo e mi metto un paio di jeans bianchi strappati e un maglione enorme nero che non mi ricordavo nemmeno di avere acquistato ma mi ricorda qualcosa di bello, ha un profumo famigliare, forse è di mio fratello.
Scendo per andare a lezione, ma prima mi incontro con Sofia, Luca, Greta e Philip al bar per la colazione.
Finita la colazione ci alziamo e ci dirigiamo verso le classi.
In questo momento loro e le persone che mi seguono su yt sono indispensabili, mi stanno dando davvero molta forza per superare il momento.
Stavo chiacchierando con Sofia e Greta quando...
-Philip: no ferma Giorgia, non andare avanti sta ferma qua un attimo!
-Io: perché?
Li vedo che guardano involontariamente dietro di me e allora mi giro.
No.
No.
Cazzo.
Merda.
Alzo gli occhi e vedo lui entrare, i nostri sguardi si incrociano come fanno sempre, anche se non lo vogliamo succede e non so mai il motivo.
Lui mi guarda con un mezzo sorriso sul volto, stiamo a fissarci per qualche secondo.
Trattengo le lacrime a fatica.
Mima con la bocca: "Scusa"
Io faccio di no con la testa.
Mina di nuovo: "Vieni"
Rifaccio di no con la testa anche se l'unica cosa che vorrei è gettarmi fra le sue braccia.
Passano ancora alcuni secondi.
Tutti attorno ci guardano.
S'è fermato il tempo.
Ma il nostro essere orgogliosi placa, non ce la faccio più, vado lentamente verso di lui anche se Sofia cerca di fermarmi, siamo a pochi centimetri l'uno dall'altro.
-Giacomo: devo ancora aspettare il tuo abbraccio?
Gli sorrido e mi getto fra le sue braccia come non avevo mai fatto prima.
Nessuno dei due fiata, sento solo i nostri cuori battere forte forte.
Appena lo la testa vicino al suo collo riconosco subito quel profumo famigliare di questa mattina e capisco che quello che ho addosso è il suo maglione preferito che gli rubavo sempre.
Ma una voce interrompe tutto.
...