* * *Sono passati due giorni.
Ed io non sono andata da Sam.
Lui non mi ha cercata.
Decido di andare all'ospedale.
Il sole splende alto nel cielo, e un paio di bambini stanno giocando sul marciapiede di fronte casa mia.
Devo resistere alla tentazione di afferrare il pallone e farlo fluttuare nell'aria.
Sarebbe bellissimo vedere le loro espressioni spaventate.
Ma sono una brava persona, e non lo faccio.
Cammino piano.
Essere invisibile.
L'essere invisibile ha uno strano sapore.
Vedo le cose sotto un'altra luce.
Mi piace osservare senza la paura di essere vista, e posso avvicinarmi alle persone quanto voglio senza che queste mi prendano per una psicopatica.
L'ospedale è lì.
Faccio un sospiro, ed entro.
Noto le infermiere che si intrattengono a parlare con delle vecchiette, e alcune di loro sembrano davvero dolci.
C'è una barella ferma accanto al muro. E' un anziano.
Poi, vedo anche l'infermiera che la scorsa volta si stava "occupando" di me.
Mi chiedo oziosamente se non abbia un passato da modella.
Prima di entrare nel mio reparto voglio fare una cosa.
Chissà se quella donna ce l'ha fatta.
Ricordo la strada, così arrivo alle stanze senza troppe difficoltà.
Quasi tutte le porte sono aperte, ed io posso entrare senza far morire nessuno di crepacuore.
Eccola.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime, mentre la vedo seduta sul lettino, con una flebo attaccata al braccio. Sta giocando con la sua bambina.
Ce l'ha fatta.
Sorrido, e non posso fare a meno di sentirmi felice.
Faccio qualche passo avanti, ed entro. Mi siedo ai piedi del suo letto, e la guardo parlare con la sua bambina. Sembra così felice mentre sta con lei.
« Non ti dimenticare ciò che ti ho detto, fai il culo a quel pezzo di merda di tuo marito ».
Lei alza la testa impercettibilmente, e si guarda attorno.
Sembra guardare verso la mia direzione, il che è strano.
Scuoto una mano, facendola ondeggiare da destra a sinistra, ma lei non sembra accorgersene.
Che abbia sentito quello che le ho detto?
« Hai detto qualcosa? » chiede alla piccola, e lei scuote vigorosamente la testa.
« Dov'è tuo padre? » le domanda ancora.
Okay. Mi ha sentita.
Ma come è possibile?
Un'altra domanda da rivolgere a Sam. Lui sembra saperne così tanto.
Sam...
Il suo nome fa vibrare una corda del mio cuore che avevo dimenticato da tempo.
Rimango ancora qualche minuto su quel letto, con le gambe incrociate, a guardare quel piccolo sprazzo di normalità che di normale non ha niente.
Una donna accoltellata dal proprio marito, viva per miracolo, che gioca con la sua bambina in un letto d'ospedale.
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Save me, or let me go
Short Story"Salvami, o lasciami andare". Respiro forte. O almeno ci provo. Ora non respiro più. Vado a fondo, sempre di più. Le braccia si fermano, io mi fermo. Ecco. È il momento. Provo a sorridere, ma non ci riesco. "È quasi finita, è quasi fi...