Capitolo 70

149 15 2
                                    

Il risveglio senza di lui mi deprime, ho dormito con la sua maglietta anche perché non potevo fare altro, ne avevo bisogno per sentirlo vicino.

Inutile dire che mi manca alla follia, oggi doveva essere il nostro primo giorno da marito e moglie, tra una settimana dovevamo partire per la nostra luna di miele e dovevamo divertirci come matti.

Mi alzo, di forza. Mi ritrovo a fissare il posto di Grant, occupato ora da Coco, e sinceramente non mi dispiace. Coco l'ha trovata Grant e quindi mi ricorda lui, sto cercando tutto ciò che mi collega a lui in questo momento.

In un certo senso sento che è colpa mia, se non avessi deciso quel giorno preciso magari non sarebbe passato per l'autostrada in quel preciso momento e forse quel camion non avrebbe...

Non so perché faccio queste teorie poco fondate, infondo come ha detto Dylan, non potevo fare niente neanche essendoci.

Mi alzo e vado in bagno a lavarmi, non ci credo che da oggi in poi vivrò senza Grant.
Scendo in cucina dove ci sono Alaska, Michael e Lucy che sta cucinando la colazione.

«Ragazzi, non era necessario che rimaneste» dico, Lucy e Michael hanno deciso di dormire qui oggi, anche se non capisco davvero perché visto che in fondo sto bene, per me sto male ma per loro devo far credere che è tutto a posto.

«Si che lo era Ari, Alaska non può prendersi cura di te da sola» dice Michael, queste parole mi fanno sentire piccola.

«Non sono una bambina, chiaro? Sono sempre la stessa Ariana, nonostante ciò che è accaduto» sbottò, nervosa.

Guardo Lucy, pregandola con gli occhi, lei capisce e sospira prima di parlare.

«Stasera non resteremo, okay?» Michael sta per parlare ma lei lo blocca.

«Grazie» dico, per poi sedermi affianco a lei per fare colazione. Prendo una fatta biscottata e ci passo sopra la marmellata, cercando di non dare peso alle occhiatacce che Michael manda a Lucy.

«Io vado a fare una passeggiata» dico, andando in camera, sinceramente non voglio sentire ciò che ne pensano perché, ora come ora, per come mi trattano sembro una bambina.

Oggi fa stranamente freddo, credo anche che pioverà, perciò decido di mettermi una jeans nero strappato e una camicetta di Grant verde e nera a cui abbottono tutti i bottoni. Mi metto poco mascara e un rossetto bordeaux. Mi allaccio degli stivaletti col tacco neri ed esco di casa, portando nel mio zaino un ombrello per sicurezza.  

Durante la passeggiata non posso fare a meno di notare tante coppie, con bambini, senza, ragazzini innamorati e persino degli anziani. Questa cosa mi rattrista, nel mio mondo perfetto io e Grant siamo sposati, e tra nove mesi sarebbe arrivato già il primo bambino, se non fossero gemelli, non so come si sarebbero chiamati, ma so per certo che avrebbe scelto Grant il nome, non ho mai resistito al suo sguardo.
Però lo avrebbe battezzato Frankie, anche perché lui e Grant ne parlarono in passato.
Frankie, mamma...non gli ho visti ieri, ma so che non sono venuti per non darmi fastidio, anche se non lo avrebbero fatto sanno che quando c'è troppa confusione esplodo, difatti ieri mi sono trattenuta.

Vado verso casa di mia madre, non abita molto lontano da me, quindi è comodo anche andarci a piedi.

«Ariana» Frankie mi fa subito spazio per entrare in casa. Questa situazione mi innervosisce, perché mi trattano in modo diverso, non è ciò che voglio.

«Ciao» faccio un sorriso sforzato. La mamma si accorge della mia presenza e viene ad abbracciarmi, mentre io mi perdo nel profumo che l'ha sempre identificata.

Only one love || Luke Hemmings & Ariana Grande.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora