Pioggia, sole, vento. Sono ancora qui a guardare fuori dalla finestra dell'ospedale. Tutto mi pare vuoto, un infinito vuoto. Un opprimente senso di incompletezza.Ormai mi sposto da qui solo per fare i controlli per i gemelli, lasciando i piu' grandi con i fratelli maggiori. So che sto sbagliando; ma a casa non riesco a stare. A osservare il suo lato di letto completamente intatto; a non sentire la sua voce e a non annusare il suo profumo. Gli parlo spesso, gli ho raccontato di Rose, del suo maschietto di nome Asterion come da tradizione Malfoy. Sono in un certo senso convinta che lui lo sapesse gia', in fondo Rose e' certamente venuta a trovarlo. Hugo si e' spesso fermato in ospedale dopo avermi riportata a casa. E' proprio un bravo ragazzo e sara' un uomo fantastico da grande, come se potesse essere altrimenti dato il padre che l'ha cresciuto, che gli ha dato esempio. Nessuno e' perfetto, lo so, ma per me loro ci sono molto vicini.
Non so piu' quante ore siano passate, ho perso il conto e sono diventati giorni. Gli racconto di come Hugo ha annunciato di voler seguire le sue orme, vuole difendere noi e Lucy. Ron e' ammirato dai suoi figli, tutti quanti, anche i piu' piccoli che ancora non capiscono bene cosa stia succedendo.
-Mi manchi così tanto amore mio. La tua voce è così bella, non vedo l'ora di sentirla ancora, di sentirti chiamare il mio nome; non vedo l'ora di sentirmi abbracciare di nuovo. Non mollare... ti prego, non farlo... abbiamo bisogno di te. I tuoi figli hanno bisogno di te, io ho bisogno di te. Ho bisogno di mio marito, del mio amico, della ragione della mia vita... lotta, ti prego lotta.- Riesco a dire con un filo di voce prima di passare l'ennesima notte in ospedale, addormentandomi per la troppa stanchezza.
***
-Buongiorno tesoro, perdonami, mi ero addormentata.- Mormoro con voce roca.
L'orologio al mio polso segna le sette del mattino, la luce dell'alba mi ha solleticato le palpebre finche' non le ho sollevate. So che, probabilmente, ora mi sgriderebbe se solo ne avesse la possibilita'.
-So a cosa pensi, so che mi maledirai per questo.- Mi asciugo le silenziose lacrime che mi rigano le guance. -Mi manchi Ronald!- Sbotto, probabilmente sembro una disperata. -Mi manca averti in giro per casa, mi manca il frigorifero vuoto perché hai finito tutte le scorte tu. Mi mancano le tue carezze, i tuoi baci...- Sussurro. -Mi manca stringerti nel letto e addormentarmi con il tuo russare in sottofondo. Mi manca il tuo respiro contro il mio, rivoglio indietro il calore del tuo corpo, il tuo fiato sul mio corpo e le tue labbra che hanno il sapore di pasta dentifricia alla menta...- Non riesco pero' a continuare perche' il fiato mi muore in gola, ucciso da un pianto stanco e triste. Non possiamo andare avanti cosi'.Prendo aria, cercando di calmarmi, poi accendo la radio. Dobbiamo tentarle tutte per svegliarlo e questo puo' essere un modo per farlo. Faccio partire la nostra canzone, perdendomi nelle immagini e nei ricordi del nostro matrimonio.
-Ti prego svegliati...- Ripeto diverse volte, lasciando la melodia in replay.-Mi scusi signora, non può tenere accesa la radio.- Dice una voce femminile.
-Sì! Invece posso!- Urlo fra i singhiozzi. Possibile che nemmeno il dolore si possa vivere in pace?
-Signora, disturba gli altri pazienti.- Guardo la donna che ho davanti, piangendo disperatamente. Mi si avvicina e sorride cordialmente.
-Signora si riprenderà, deve solo riposare.- Continua, abbracciandomi delicatamente e cullandomi nel tentativo di calmarmi. Non dovrei essere qui, con una sconosciuta, pero' non posso farmi vedere cosi' da Hugo o da Rose, o perfino dai bambini. -Anche lei deve riposare, è incinta e tutto questo stress le fa male.- Mi ricorda.-Voglio restare accanto a mio marito.- Mormoro tornando a sedermi. Spengo la musica e torno a stringergli la mano mentre l'infermiera che pochi secondi fa mi ha confortato se ne va. Decido quindi di tornare al mio eterno monologo; almeno ci distraiamo un po' entrambi.
-I Tre sono diventati grandi.- Bacio il dorso della sua mano. -Il più grande non si è ancora mosso.- Spiego portandola sul mio ventre gonfio, facendoglielo accarezzare. -Non ho ancora pensato a dei nomi sai? Una delle due ragazze vorrei chiamarla Beatrice, è l'unico nome che mi è venuto con la B, per via del tuo secondo nome.- E' la nostra tradizione questa, tutti i nostri figli hanno nomi che prendono le iniziali dai nomi miei e di Ron. -Mi piacerebbe tenermi al tema delle iniziali, dovrebbe iniziare con la J.- Pensare a voce alta aiuta. -Mi piace Janis o Jena.- Sussurra. -Jena mi piace di più, mi sembra un nome da guerriera. Il maschietto non ne ho idea, mi piacerebbe chiamarlo Marcus o un nome che mi piace tantissimo è Liam.- Non appena finisco la frase un colpo al basso ventre mi fa sussultare. Il bambino, il nostro bambino si e' finalmente mosso.
-Hai sentito tesoro? Ha dato un calcetto!- Mi asciugo le lacrime, questa volta di gioia, e mi chino a baciare mio marito. Appena mi stacco una voce mi chiama dalla soglia della porta.
-Mamma, vieni a casa, devi mangiare.- Mormora. -Hugo! Credo che il bambino abbia dato un calcetto!- Gli spiego, guardandolo.
-È fantastico, però torna a casa.- Il suo viso e' segnato dalle occhiaie e mi fa capire quanto io sia stata terribile come madre, lasciandolo solo con i fratellini per tutta la notte.
-Ho promesso a papà di prendermi cura di te, ci penso io a lui.- Aggiunge.
-Non gli ho ancora detto di Rose!
-Glielo dirò io.- Risponde lui, accarezzandomi la schiena. -Ora torna a casa.
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Credo di amarti - Romione
FanfictionSupponiamo che al settimo anno succeda qualcosa, cosa potrebbe comportare? Una storia facile e una vita felice o tutto potrebbe essere molto piu' difficile di quanto possa sembrare? Riusciranno Ron e Hermione a superare questo problema e ad arrivare...