17* Capitolo. Hermione

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Sono passati ormai quattro anni da quanto la scuola e' finita, nonostante questo ogni giorno mi ritrovo a pensare a come la mia vita e' radicalmente cambiata. Indipendentemente da mia figlia, che amo incondizionatamente, tutto e' stato molto teso e difficile per un certo periodo. Nonostante questo ora siamo qui, insieme. Ron ha un posto fisso, quello che ha sempre voluto e per il quale ha studiato tanto, ho sempre saputo che una volta trovata la sua strada avrebbe dato il massimo. Da qualche mese, invece, io ho cominciato a lavorare al Ministero della magia, in fondo mi piace ed era anche cio' che avevo sempre sognato. Ginny deve ancora aspettare per tentare la carriera da giocatrice di quidditch quindi si e' offerta di darci una mano con Rose. Non serve spesso dato che, per ora, io e Ron riusciamo ad alternarci per non lasciarla mai sola. In ogni caso e' bello avere quella piccola sicurezza in piu'. Ovviamente anche noi abbiamo tenuto James per loro quando desideravano passare qualche ora da soli. Spesso penso a quale casualita' ci ha fatto restare incinta a pochi mesi di distanza.
Dopo aver messo a letto Rose mi rannicchio sul divano, riprendendo il libro che ho iniziato ieri. Non so se capiro' mai quel continuo lamentarsi delle madri di tutto il mondo, perche' io ho tempo di continuare a fare cio' che mi piace nonostante la casa, un marito, una bambina piccola e il lavoro? Accenno un sorriso divertito, cercando la riga esatta alla quale mi ero fermata. Mi lascio trasportare dalle parole, dalla storia. Mi sento di nuovo come anni fa, sola con la mia passione, con i miei libri. Mi fermo solo quando avverto dei passi nella camera e poi un corpo accanto al mio.
-Ho bisogno di parlarti.- La sua voce e' leggermente tesa, cosa che mi fa chiudere immediatamente il libro per poi poggiarlo sul bracciolo del divano. Guardo mio marito curiosa, con quella punta di timore che ha insinuato in me il suo tono.
-Mi hanno affidato una missione.- Esordisce dopo un tempo che mi risulta infinito.
-Per... per quanto tempo?- Chiedo con un filo di voce. Sapevo che, prima o poi sarebbe successo, ma questo non rende certo piu' pronti a sentirlo dire sul serio.
-In media due settimane, dipende dalle missioni. Alcune, ad esempio, durano perfino sei mesi.- Spiega mentre sento il cuore mancare un battito e tutto il sangue defluire dal mio corpo. - Tesoro, è la mia prima missione.- Continua. -Non mi daranno nulla di difficile.- Tenta di rassicurarmi.
-Quando partirai?- Domando con un filo di voce.
-Tra due settimane.- Mi sembra di avere cosi' poco tempo. Non riesco nemmeno a guardarlo in faccia senza supplicarlo di non andare, cosi' abbasso lo sguardo.
-So che è ciò che desideri.- Gli prendo una mano fra le mie. -Sarò sempre dalla tua parte.- Concludo con il miglior sorriso che riesco a sfoggiare, per quanto finto esso possa sembrare.
Mi alzo dal divano, diretta in cucina per un bicchiere d'acqua, ne ho bisogno data la gola secca. Non arrivo pero' ad allontanarmi di troppo perche' Ron mi blocca contro la parete e mi bacio con quella passione che ogni volta mi riaccende. Non e' strano che dopo anni mi faccia sempre lo stesso effetto? Avverto la sua erezione e mi lascio sfuggire un gemito mentre mi aggrappo alle sue spalle nel tentativo di stringerlo di piu' a me.
-Fidati di me.- Il suo respiro sulle mie labbra.
-Mi fido di te, Ronald.- Rispondo con un sussurro mentre lui mi alza da terra e, senza indugi, si dirige verso la nostra camera da letto.
Prende la bacchetta e silenzia la camera, cosa che fa sempre per evitare di svegliare la nostra bambina. Appena mi stende sul letto non perde tempo, non riesco nemmeno a reagire che sento le sue dita farsi largo nei miei pantaloni, infiltrandosi poi dentro di me per farmi gemere. Passa troppo tempo, a mio parere, prima che si decida a togliermi quei indumenti che mi tengono troppo caldo in questo momento. Cerco di aiutarlo, ma non me ne da la possibilita' mentre la sua bocca si impossessa del mio collo e le sue mani mi sfilano la camicetta. Gli massaggio appena le spalle, cercando di sfilargli la maglietta, pero' non ci riesco e, quando sento la sua mano sul mio seno, mi ritrovo a spingere contro di essa. Voglio di piu', voglio lui. Le sue spinte insistenti mi fanno perdere il controllo e, senza nemmeno rendermene conto, mi lascio andare mentre finisce di spogliarmi. Mi alzo appena sui gomiti, per guardarlo meglio, ma non ne ho il tempo dato che e' gia' ripartito all'attacco. Ricado mugolando sul letto, aggrappandomi alle lenzuola ormai stropicciate. Perche' mi tortura cosi'? Sento i suoi baci lungo la mia pelle e, in un momento di lucidita', riesco a fargli capire cio' che voglio. Finalmente mi offre cio' che bramo: il suo corpo. Mi beo della sua perfetta linea, della sua immagine. Spesso mi sono chiesta come riesce a desiderarmi cosi' tanto dopo che il mio corpo e' cambiato con la gravidanza, ma dopo anni non m'interessa nemmeno piu'. So che mi ama cosi' come sono e cio' mi basta.
Mi stringo intorno a lui, donandogli tutta me stessa, come sempre. I suoi occhi puntati nei miei confermano cio' che anche io sento: amore, cosi' tanto amore. Spingo il bacino verso il suo mentre ricambio i baci quasi violenti. Ogni volta quella convinzione che avevo sul non poter risolvere tutto cosi' si affievolisce.
-Sai che tornerò.- Sussurra mentre mi bacia di nuovo, stendendosi al mio fianco.
-Ne sono convinta.- Gli sorrido, riprendendo fiato. So che tornera' per me e per la nostra bambina, ne sono sempre piu' convinta.

Credo di amarti - RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora