Chapter 13;

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Luke.

Mikey: OH wake mee up, say enough is enough

LukeIsAPenguin: I'm dying to leet something's gotta give!

Mikey: AH TI ADORO BASTA

LukeIsAPenguin: Io ti amo, bella merda. [salvato nelle bozze]

LukeIsAPenguin: Anche io mi adoro ;-)

Mikey: Antipatico :-(

LukeIsAPenguin: Stronzo :-(

Mikey: Deficiente :-(

LukeIsAPenguin: Coglione :-(

Mikey: Testa di cazzo :-(

LukeIsAPenguin: Faccia da culo :-(

Mikey: Frocio :-(

LukeIsAPenguin: Checca :-(

Mikey: Hey, io non sono gay.

Comunque, Succhiacazzi :-(

LukeIsAPenguin: Hey, hai rovinato la catena..

Mikey: Mi dispiace, mi perdoni?

LukeIsAPenguin: No.

Mikey: BASTARDO :-(

LukeIsAPenguin: Ne vado fiero ;-)

Mikey: Ah, ah, ah.

LukeIsAPenguin: Quei "Ah" più che a una finta risata somigliano a dei gemiti.

Mikey: Oh mio Dio, sei disgustoso.

LukeIsAPenguin: Sbagliato tesoro, io sono fa-vo-lo-so. ;-)

Mikey: Sei così gay.

LukeIsAPenguin: Grazie, lo prendo come un complimento.

Mikey: Mi piaci

Mi piace* parlare con te.

LukeIsAPenguin: Il correttore?

Mikey: Già.

LukeIsAPenguin: Immaginavo.

-
Mi morsi il labbro inferiore leggendo i messaggi che continuvamo a scriverci.

Quella domenica mi ero decisamente svegliato di buon umore, tutto grazie a lui e al suo "Buongiorno", che non era altro se non la frase di una delle mie canzoni preferite degli All Time Low.

Michael era una persona fantastica.

A scuola, vedendolo camminare per i corridoi, lo immaginavo come un ragazzo simpatico ma parecchio stronzo, a cui non piace perdere tempo con persone stupide ed irritanti.

Per questo ero rimasto sorpreso quando scoprii che avrebbe dato ripetizioni. Ovviamente lo faceva a pieno scopo personale, ma vedendolo da lontano nessuno mai direbbe che se la cava in matematica.

Questa è una delle prove del proverbio 'L'apparenza inganna'.
Infondo è proprio vero che non bisognerebbe mai giudicare un libro dalla copertina, cosa che molte, troppe persone fanno.

Parlammo per tutta la mattinata, fino a quando alle 11:45 mi decisi ad alzarmi dal letto per andare a farmi una doccia.

Restai sotto il getto dell'acqua per poco tempo, dato che era già tardi, e una volta vestito scesi velocemente le scale e mi portai in cucina dove Liz, mia madre, era intenta a preparare il pranzo. Sorrisi e la salutai con un bacio sulla guancia prima di cominciare a preparare la tavola.

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