Chapter 17;

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Michael.

Chiama: L.

"Pronto?"

Rimasi leggermente sorpreso nel sentire il suono della sua voce.
Era chiara, non troppo mascolina, dolce e squillante.

"Elle?"

"Hey Michael."

Pensai di poter morire al suono del mio nome pronunciato da quella voce così bella.

"Wow, sono sorpreso. Non mi aspettavo che la tua voce fosse così bella."

"Oh.."

Lo sentii ridacchiare e sorrisi al pensiero che stesse arrossendo.

"Che stai facendo?"

"Nulla di che, sono nella mia stanza, sdraiato sul letto. E tu?"

"Sono in cucina e mi sto riscaldando della pizza perchè ho fame. I miei non ci sono e nessuno può farmi da mangiare.."

"Oh, capisco. Io ho già mangiato. Ho finito poco prima che mi chiamassi, in realtà."

"Capito. Ti piace la pizza?"

"A chi non piace la pizza?"

Mi chiese ridendo, e risi anch'io, pensando che la sua risata fosse qualcosa di meraviglioso.

"Hai ragione.. domanda stupida."

"Nah, è okay. Oggi cosa fai?"

"Purtroppo devo dare una lezione di matematica a un ragazzo del secondo anno."

"Perchè purtroppo?"

"Perchè non ne ho voglia! Insomma, è sabato e devo occuparmi di scuola pure oggi!"

"Avresti potuto evitare di dare la disponibilità per il weekend."

"Già, hai ragione.. va beh, tanto non avevo comunque un cazzo da fare."

"Ah beh, allora non puoi lamentarti!"

"E tu che fai oggi, Elle?"

"Nulla, credo che guarderò qualche serie TV al pc."

"È un po' triste, non trovi?"

"Forse, ma mi va bene così."

"Non hai nessuno con cui passare il pomeriggio?"

"No."

"Mi spiace. A me piacerebbe passare una giornata con te.."

"Se mi conoscessi cambieresti idea."

"Perchè dici così?"

"Perchè è la ve-"

Sentii un tonfo dall'altra parte del telefono e mi spaventai leggermente, aggrottai le sopracciglia prima di chiedergli cosa fosse stato.

"S-scusa d-devo andare.."

"Elle? Che succede?"

Chiesi allarmato, sentendo la sua voce tremare. Il mio cuore prese a battere furiosamente per la preoccupazione.

"I-io-"

Cercai di sentire meglio cosa stesse succedendo dall'altra parte.
Una porta sbatté violentemente.

"Sul letto, frocio, muoviti"

Urlò una voce rauca, totalmente diversa da quella di L. Sgranai gli occhi, sinceramente impaurito.

"P-papà ti prego.."

Supplicò Elle, sembrava stesse piangendo. Mi alzai in fretta dalla sedia su cui ero seduto e cominciai a camminare freneticamente per la cucina. Avrei voluto fare qualcosa, ma non sapevo cosa stesse succedendo di preciso. Sapevo soltanto che L stava piangendo e il mio cuore doleva nel petto.

"Elle, chi è? Cosa sta succedendo?"

Gli domandai, nel panico più totale. Sentii come dei sospiri affannati, poi la chiamata venne chiusa.

Guardai il telefono con occhi sgranati, poi me lo infilai in tasca e uscii di casa senza pensarci due volte.

Corsi fino alla villetta di Ashton e presi a bussare furiosamente. Poco dopo, il riccio fece capolino sullo stipite e aggrottò le sopracciglia guardandomi, probabilmente ero sconvolto.

"Ashton, sta succedendo qualcosa ad Elle, non so che cosa ma credo sia qualcosa di brutto. Devi aiutarmi a trovarlo."

Lo supplicai, quasi con le lacrime agli occhi. Il riccio non fece domande.

"Chiamo Calum."

Disse prima di sfilare il suo cellulare e comporre il numero del corvino mentre usciva di casa e chiudeva la porta dietro le sue spalle.

-
autrice;

Buonasera, o buongiorno, in base a quando leggerete.

In questo spazio autrice volevo semplicemente ringraziare le persone che seguono ancora questa storia; purtroppo sono leggermente calate dato che sono stata più di sei mesi senza aggiornare, ma davvero, ero troppo impegnata per pensare a wattpad, e poi verso maggio sono successe delle cose non tanto belle, quindi solo cercate di capirmi: non ero nelle condizioni.

Grazie a chi è rimasto, perché continuate a regalarmi gioie.
Non sono una scrittrice, questo non è nemmeno uno dei miei lavori migliori, ma io faccio del mio meglio, ed è bellissimo che il tutto venga ripagato, anche se in minima parte.

Beh, ci leggiamo al prossimo capitolo! Fatemi sapere che ne pensate di questo.

Kissssssses

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