Capitolo 3. Milky

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Il pomeriggio andai all'allenamento sperando che lui non venisse oppure avrei dovuto dire addio alla mia carriera da giocatrice di basket, ma purtroppo lui era lì a civettare con le mie compagne di squadra! Eh già, le ragazze erano lì per lui, preparate alla perfezione ,mentre io ancora mi ostinavo a non mettere un filo di eye-liner.

Dovevo farmi valere, non sarò stata carina, ma ero forte e dovevo sovrastare quella ansia o sarei andata a rotoli. Il mister fece la mia presentazione ufficiale nella squadra maschile e mi diede la nuova tunica con il numero 38. Avrei seguito gli allenamenti femminili solo per il gusto di farlo e poi mi sarei data da fare in quello successivo, naturalmente in gara non potevo giocare con le ragazze, e questo mi preoccupava un po'. Ero l'unica ragazza in una squadra maschile che naturalmente si scontrava con altre squadre maschili. Ero in crisi! Già l'idea dell'allenamento con colossi super muscolosi mi spaventava, ma l'idea di gareggiare , bhè quella mi terrorizzava!

-Ragazzi date il benvenuto a Milena Colle, credo che già la conosciate, mi raccomando non fatemi fare brutte figure!!

Stavo per scoppiare a ridere , una di quelle risate isteriche, nervose, ma mi trattenni. 

Insomma era impossibile non fare brutte figure! Anche perché di mio già ne avevo fatte abbastanza la volta precedente,loro avevano già visto il peggio ,di  cosa mi preoccupavo allora? Peggio dell'allenamento precedente non poteva andare!

Dopo qualche minuto di riscaldamento iniziammo, creammo due squadre ...io ero in squadra con Step, un ragazzo biondino,alto e con delle manone spaventose, mi chiesi se un suo schiaffo facesse male, le riguardai e mi convinsi di si. Step era il fidanzato di Ilaria una ragazza che frequentava la mia stessa scuola. Non la conoscevo personalmente però era la migliore amica di Charlotte e questo le levava punti! Vi starete chiedendo chi sia Charlotte, ma con calma ci arriverò.

Sorpresa delle mie capacità ,quel pomeriggio, mi divertii tantissimo e segnai svariati punti ma,non potevano mancare, molte palle a vuoto o falli assurdi. Ero accanita sulla palla nessuno riusciva a levarmela! Ero ben determinata a mostrare quanto valevo e a sottolineare che il fatto che io fossi donna non sminuiva la mia forza. Pochi di loro riuscirono a togliermi palla, la maggior parte delle volte mi infilavo tra di loro grazie alla mia agilità ed alla grande statura dei miei compagni/avversari.

Quella sera fui brava,il mister si complimentò con me mentre le mie compagne morivano di invidia. Ero ritornata in me e quello dell'altra volta fu considerato solo un errore. Soddisfatta della reazione delle ragazze uscì dalla palestra a testa alta, senza confusione, con un sorriso sul viso e senza pensare a lui per niente. Quel canestro non mi faceva più paura e quella trance non mi colpiva più. Un allenamento intero senza pensarlo. Bhè era un buon inizio. Via farfalle nello stomaco, sciò!

Andai allo spogliatoio, mi feci una doccia ed asciugai i capelli, che come al solito erano impazziti, mi truccai , e indossai le mie converse con il solito jeans e una maglietta. Mi guardai allo specchio, lo stesso che mi mostrava tutte le sere il mio viso stanco, e notai che quella sera era diverso, i miei occhi brillavano di una strana luce, "soddisfazione" pensai.

Mi guardavo meravigliata di ciò che una palla ed un canestro potevano fare al mio umore e mi convinsi a fare ciò che avrei mai pensato di fare. Esorcizzare la paura.  Dovevo parlargli.

Uscita dallo spogliatoio raccolsi tutto il coraggio che avevo dentro e mi avvicinai alla mia malattia, alla mia droga. Mi avvicinai così come un drogato in riabilitazione si avvicina alla sostanza che gli crea dipendenza, con paura ed eccitazione,

-Ciao- mi sciolsi.

-Ciao Milena, ehm ascoltami io volevo parlarti stamattina a scuola , avevo intenzione di scusarmi, ieri ti ho parlato, giudicato il tuo gioco, ti ho dato un posto in squadra e non mi sono presentato. Quindi scusami. Io sono Cristian ma gli amici mi chiamano Cris,piacere di conoscerti e averti con noi.

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