POV'S DEMON
Non avrei mai creduto possibile che tutto questo potesse succedere in così poco tempo.
Quei maledetti istanti mi stanno rovinando la vita.
Avrei dovuto essere io al posto suo. Al posto di Layla. Avrei preferito mille volte che fosse capitato a me piuttosto che a lei.
In questo momento la posso vedere solo attraverso un vetro che affaccia sulla sua camera d'ospedale. È stata collegata a vari macchinari per tenere sotto controllo le sue funzioni vitali.
Il dottore sostiene che è stato un miracolo a tenerla in vita da un'incidente del genere. Ha perso molto sangue nell'attesa che arrivassero i soccorsi. Una volta raggiunto l'ospedale è stata trasportata in sala operatoria dove le hanno messo dei punti alla testa. A me nel frattempo hanno portato da un medico che si è accertato che stessi bene. Ho diversi ematomi violacei sulla schiena e sulle ginocchia ma nulla a confronto di Layla.
Quando l'ho vista con tutte quelle bende attorno al corpo il mio cuore ha perso un battito.
Mi continuo a ripetere che è colpa mia. È tutta colpa mia se si ritrova in questo stato.
Ormai sono quasi passate trentasei ore da quando è qui. In coma.
Entro dentro alla sua camera e mi chiudo la porta alle spalle. Ignoro la vetrata che permette alle persone di vedere dentro e mi vado a sedere sulla sedia vicino al suo letto.
Mi limito ad osservarla. Le sue labbra rosse e morbide, le sue guance non hanno quelle magnifiche tonalità di rosso che assumono quando è in imbarazzo. I suoi occhi sono chiusi e non mi permettono di guardare quello sguardo magnetico che si ritrova.
La sua pelle è bianca come la neve. Appoggio la mia mano sulla sua e la sento gelida.
Guardandola mi vengono le lacrime agli occhi «Dovrei esserci io li, non tu! Perché ti sei messa in mezzo?». Una lacrima mi attraversa il viso. Appoggio il viso vicino alla sua mano contro al materasso.
Scoppio in un pianto silenzioso. Descrivere il dolore che sento in questo momento è impossibile.
«Perché? PERCHÉ?» mi ripeto sapendo che tanto non otterrò nessuna risposta da lei.
I dottori si sono rifiutati di dirmi cosa ha. Hanno detto che solo i genitori sono tenuti a saperlo.
La porta della stanza viene aperta ed entra la signora White. La osservo con la cosa dell'occhio. Si vede dal suo viso che è stanca, non avrà chiuso occhio per le ultime trentasei ore.
Il signore Black è seduto fuori dalla stanza e si tiene la testa tra le mani. Si è alzato pochissimo da quella sedia e tutte le volte che mi guardava pensavo potesse venire e uccidermi sul posto.
Me lo meriterei. Anche io se avessi una figlia e si facesse male per colpa di un ragazzo rincorrerei il ragazzo fino a quando non lo raggiungo e poi gliene direi di tutti i colori.
La signora mi si avvicina e mi mette una mano sulla spalla «Demon non è colpa tua ...».
«Signora ma come fa a trattarmi con tanta gentilezza e non odiarmi? Sua figlia è in coma per colpa mia. Sono io la causa di tutto questo dolore. Suo marito mi odia, dovrebbe farlo pure lei» le dico rassegnato a voce bassa.
Lei si avvicina al letto e accarezza sua figlia sulla guancia.
Parla come se la figlia fosse sveglia «Non posso odiarti, Layla ti vuole troppo bene e non me lo perdonerebbe mai se ti odiassi. Odiare significa volere la morte di qualcuno e io non la voglio, come nemmeno mio marito. Sicuramente proverà rancore ma come biasimarlo, in questo momento è distrutto. Layla è la nostra unica figlia e se lei ...» non finisce la frase che i suoi occhi si fanno subito lucidi.
STAI LEGGENDO
Take my Memories Home
RomansaSTORIA COMPLETA SEQUEL di "Take my Heart with You " Non è semplice affrontare un incidente che ti fa dimenticare tutto. Layla salvando Demon da una sicura disgrazia ha rischiato tutto ma per chi si ama si rischia tutto pure la vita. Ha perso ciò che...