Shawn.
Trasferirmi non era uno dei miei sogni. Ero riuscito finalmente ad integrarmi nella scuola, mi conoscevano tutti. Ero 'il musicista', così mi chiamavano i miei amici. E ora sono costretto a trasferirmi per il lavoro di mio padre. Non sono pronto per affrontare una nuova città, una nuova scuola, nuove persone. Non amo i cambiamenti.
"Forza Shawn, prendi le valigie e vieni a vedere a la nuova casa." Mi incita mia madre con un grande sorriso in volto. E questo mi irrita ancora di più. Come può essere felice oggi, se non voleva trasferirsi?
Scendo dall'auto con ancora indosso le cuffiette, prendo la valigia e la chitarra dal cofano dell'auto e mi dirigo verso l'entrata. È una villa a due piani, completamente bianca, la porta è in legno scuro come i bordi delle finestre. Entriamo in casa. A sinistra c'è la cucina e a destra il salotto, e le scale sono a fianco al muro che separa il salotto dall'entrata.
"Le camere sono sopra. Vai a vedere la tua." Mia madre continua a sorridere. Sbuffo e salgo sopra. Ci sono quattro porte in fila e un'altra in fondo. La prima è la camera dei miei genitori, la seconda è quella per gli ospiti e la terza è la mia camera e la quarta è quella di mia sorella. Apro la porta e mi ritrovo tre scatoloni pieni sul letto. Sbuffo pesantemente e butto la valigia a terra. Sposto i tre scatoloni,poggio la chitarra al muro e mi butto sul letto. Sono stanchissimo. Chiudo gli occhi per riposarmi un po'.
"Shaaawn, vieni in cucina, è pronto." Le urla di mia madre mi fanno spalancare gli occhi. Guardo l'orario sul telefono,sono le 20:00. Ho dormito per due ore. Vado in cucina e mi siedo. Inizio a mangiare in silenzio. Nessuno apre bocca.
"Domani devi iniziare la scuola." Dice mio padre. Per poco non sputo il cibo.
"Pensavo dovessi iniziare Lunedì." rispondo scioccato.
"No, domani sarà il tuo primo giorno." continua autoritario. Ora sono più che infuriato.
"Non ho più fame." Mi alzo da tavola e mi dirigo velocemnte in camera, spalancando la porta.
Mi cambio e mi stendo sul letto.
Odio questa situazione,non voglio restare qui. La vibrazione del mio cellulare mi distrae dai miei pensieri.
'Allora,sei arrivato?'
'Com'è Londra?'
'Qui sentiamo la tua mancanza'
'Che stai facendo?'
'Com'è la casa?'
I miei amici continuano ad inviarmi messaggi e questo mi deprime ancora di più. Mi mancano e vorrei tornare in Canada. Fanculo Londra.Ciao ragazze, vorrei solo dire che questa è la mia prima storia che pubblico e spero vi piaccia. E se,per favore, commentaste per farmi sapere la vostra opinione. Graziee
STAI LEGGENDO
Better
Fanfiction"So che non è lui che vuoi, lo capisco da come mi guardi" Sussura. Si avvicina al mio volto e mi accarezza la guancia destra. "Dimmi che mi vuoi." La mia mente è su di giri "Io..." farfuglio piano. Mi incita con lo sguardo. Non riesco a parlare. Vo...