14. A piece of my story

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Brent è con Blake che parla e non è di buon umore.
"Brent cosa c'è che non va?" Domando.
Scuote la testa. "Continua a ballare."
"Non vieni con me?" Chiedo.
"No,voglio solo bere un po' e guardarti." Conclude e io annuisco. Torno in pista e inizio a ballare. Sta volta ho voglia di perdermi nella musica. 
Improvvisamente sento delle urla e la voce di Brent è inconfondibile. Cerco di farmi spazio tra la folla per capire cosa stia succedendo,ma le persone sono troppo attente a ballare. Spingo via una decina di ragazzi e finalmente arrivo al centro. Un ragazzo moro è disteso sul pavimento e Brent è sopra di lui che tira pugni.
"Nooo" il mio urlo è coperto dalla musica a volume alto. Brent non mi sente e continua a prendere a pugni quel ragazzo.
"Dillo ancora una volta." Urla. "Dilloo!" Continua ad urlare.
Il ragazzo non riesce a parlare o a muoversi. Ha il volto rosso,un occhio nero e il labbro spaccato.
I miei occhi si riempiono di lacrime, non so che fare,non riesco a reagire.
Brent fa paura. Ha gli occhi rossi e la vena del collo gonfia.
"Brent fermati!" Al posto di un urlo mi esce un sussurro.
"Brent..."
Improvvisamente il corpo di Brent viene sollevato dal ragazzo. Prova a liberarsi e a buttarsi di nuovo sul ragazzo, ma Shawn e Blake lo tengono fermo.
"Calmati." È la prima cosa che dice Shawn.
"Brent può bastare." Continua Blake.
Brent è ancora infuriato. Continua a dimenarsi.
"Brent fermati." Dico lentamente dopo essermi avvicinata a lui e aver poggiato una mano sul petto. Puzza di alcool e sigarette. Improvvisamente inizia a ridere.
"Sai,ha ragione quello stronzetto lì per terra." Dice con un tono tutt'altro che sobrio. "Sei eccitante." E inizia di nuovo a ridere. Shawn lo guarda disgustato.
"Portatelo in camera." Dico sospirando. "E fategli bere un bicchiere d'acqua." Loro annuiscono si avviano di sopra. Io,invece, vado dal ragazzo moro,che è ora disteso sul divano.
"Come stai...?" Chiedo incerta.
"Il tuo ragazzo è un coglione." Sbotta. Me lo aspettavo.
"Mi dispiace per quello che è successo..." mi scuso. "È che quando si ubriaca perde le staffe e..." mi guarda con un sopracciglio alzato.
"Lascia perdere,non mi interessa." Si alza e si avvia alla porta d'ingresso. Sbuffo.
Entro in cucina e la prima cosa che faccio e riempire un bicchiere di vodka alla pesca e mandarlo giù in un sorso. Finisce così ad ogni festa,lui si ubriaca e perde il controllo per ogni minima cosa ed io che mi scolo un'intera bottiglia di alcool.
"Brent si è addormentato in camera di Blake." Shawn compare dietro le mie spalle e sussulto.
"Non ti avevo sentito arrivare." Rido. Lo osservo meglio. Ha i capelli un po' in disordine e le labbra socchiuse. Indossa una t-shirt blu cobalto e un felpa nera, dei pantaloni neri strappati al ginocchio e delle Vans nere alte. Mi concentro sul suo viso. I miei occhi si fermano sulla sua mascella ben definita. Mi verrebbe quasi voglia di passare un dito per tutto il suo perimetro,ma mi trattengo dalla tentazione. Poi fisso le sue labbra morbidi e soffici. E questo mi fa pensare al giorno prima e alla poca voglia di staccarmi da lui.
"Amelìe?" Parla interrompendo i miei pensieri.
"Mh?" Mugolo distrattamente.
"Brent si è addormentato." Sorride.
"Lo immaginavo." Rido ancora.
"Ti do un passaggio." Sorride.
"Hai l'auto?" Domando e annuisce.
"Seguimi." Mi prende la mano e mi conduce fuori la casa di Blake.
Una jeep nera è parcheggiata sul vialetto di fronte, Shawn si avvicina e apre la porta. Io sono ancora ferma.
"Non sali?" Chiede alzando un sopracciglio.
"Mh...?" Alzo il volto versi di lui. "Si,si salgo." Continuo. Annuisce incerto.
Salgo nell'auto e mi siedo. Shawn accende la radio e subito parte 'I hate u, I love u', sta per cambiare,ma lo fermo.
"Lascia,mi piace." Gli sorrido. Annuisce.
"Non l'ho mai ascoltata."
Sbarro gli occhi. "Allora devi!" È così dicendo alzo di più il volume. Lui ride alla mia reazione.
"Ok,capo." Scherza e poi parte.
Ogni tanto canto il ritornello e mi volto verso di lui,che ride ogni volta.
Dopo una decina di minuti siamo fuori il motel. Ferma l'auto e si volta verso di me.
"Piaciuta?" Chiedo riferendomi alla canzone.
"Mhh, eri un po' stonata." Stringe gli occhi e alza le sopracciglia.
"Non è vero!" Esclamo. "Sono un'ottima cantante." Scherzo. Ridiamo e poi parla.
"Si,è una bella canzone." Dice infine.
"Già." Poggio la testa sul sediolino dell'auto,chiudo gli occhi e sospiro.
Sento il suo sguardo bruciarmi addosso,ma non mi dà fastidio.
"Credi che dovremmo parlare?" Domanda. Non rispondo.
Il vento sbatte contro il finestrino e questo suono,tipicamente fastidioso, in questo momento mi rilassa.
"Amelìe,ho una domanda."
"Mh?" Mugolo avendo ancora gli occhi chiusi.
"Perché abiti in un motel?" Chiede. Resto ancora per qualche secondo con gli occhi chiusi, poi li apro e lo guardo.
"È complicato."
"Posso provare a capire." Mi intima con gli occhi di continuare. E non riesco a non parlare. Tiro un sospiro e inizio a parlare.
"È successo tutto sei mesi fa. Ero appena tornata da scuola e trovai i miei genitori litigare. Sai,era una cosa rara vederli litigare. Non lo facevano mai. "Mi fermo e mi volto verso il parabrezza. "Mio padre era infuriato,ma la sua tristezza si poteva vedere a distanza di chilometri. Mia madre era in lacrime e non parlava." Un risolino sarcastico esce dalle mie labbra. "Non poteva... non poteva difendersi in nessun modo. Lo aveva tradito. Mio padre l'amava come solo un folle potesse fare." I miei occhi sono lucidi.
"Amelìe,mi dispiace. Non avrei dovuto domandare,puoi anche finire." Dice dispiaciuto. Scuoto il capo.
"Non preoccuparti, non c'è nessun problema. E forse parlarne mi farebbe sentire meglio." Annuisce incerto.
"Sai,mio padre fa parte della corrente degli inguaribili romantici o romantici senza speranza,per loro c'è una donna per tutta la vita. Ho sempre amato questo suo aspetto." Sorrido tristemente. "Ricordo che quando ero piccola, i miei genitori,dopo essere venuti a prendermi da scuola, tornavamo a casa e prima di entrare,mio padre prendeva in braccio mia madre a mo' di sposa e giravano così per tutto il salotto fin quando non cadevano a terra. Ridevo ogni volta a quella scena.  Oppure quando dopo cena mettevano 'Uncheady Melody' e iniziavano a ballare. Li guardavo con occhi sognanti." Sorrido al pensiero. "Dopo due giorni trovai un avvocato a casa che parlava con i miei genitori. Mi dissero di sedermi e poi mi chiesero con chi sarei voluta restare. In quel momento mi sentì male,non riuscivo a credere che i miei genitori stavano per separarsi. Mi dissero che potevo restare una decina di minuti da sola per decidere. Così rimasi da sola. La prima cosa che mi venne in mente era di scappare e così feci.   Dormì per due giorni da un amico, poi tornai a casa e la prima cosa che dissi fu che volevo restare con mio padre. Mia madre andò a vivere in Florida con quell'uomo e a mio padre rimase la casa. Mi disse che voleva viaggiare,che aveva bisogno di pensare. Era sempre stato un suo sogno. Avrei voluto farlo anche io,ma dovevo continuare gli studi e avrebbe dovuto abbandonare il suo sogno per me. Non volevo. Quindi gli dissi che sarei rimasta da sola e che lui doveva andare. Non era affatto d'accordo. Fin quando un giorno gli preparai la valigia e gli comprai un biglietto aereo per New York,non poté opporsi e fu felicissimo." Una lacrima scende dal mio occhio sinistro. "Ora arriviamo al punto. Dovevo rimanere in quella casa da sola e io non volevo starci. Poi incontrai una persona che mi aiutò e mi fece conoscere questo motel. Prenotai per una settimana. Credevo di potercela fare,ma non era così. Mio padre scoprì questa cosa,non disse nulla,mi capì come solo lui avrebbe potuto. Mi disse che avrebbe pagato tutto lui e che il giorno che fossi stata pronta sarei tornata in quella casa." Concludo il mio discorso. La mano di Shawn è stretta alla mia,eppure non mi sono accorta di questo gesto. Non apre bocca per almeno cinque minuti.
"Capisco se non sarai per nulla d'accordo con la mia scelta."
"Affatto." Parla finalmente. "È una tua decisione,qualcosa che provi e se credi che dev'essere affrontata in questo modo,così dev'essere." Sorrido.
"Sei molto dolce a dire queste cose." E lui scuote la testa sorridendo.
"Ma tuo padre quando lo riesci a vedere?" Domanda.
"Solitamente torna ogni due settimane, e a volte anche prima."
Annuisce ma è pensieroso. Capisco il perché.
"Non vedo mia madre da quel giorno e non voglio vederla." Rispondo alla sua domanda silenziosa.
"Spero che un giorno si risolva tutto." Fa un sospiro e poi riprende a parlare.
"Tu meriti il meglio." Resto stupefatta dalle sue parole e senza che me ne renda conto,il mio corpo si protende verso il suo e lo stringo tra le mie braccia. Il suo corpo è preso alla sprovvista e inizialmente rimane fermo poi,dopo un po', mi stringe a se. Ci stacchiamo dopo un bel po'.
"Grazie Shawn."
"Non devi assolutamente ringraziarmi per nulla." Sorrido. Gli do un bacio sulla guancia e scendo dall'auto.
"Ci vediamo!" Concludo e infine entro nel mio appartamento.

I'm back.
Ne approfitto e vi auguro un buon anno,anche se in ritaaaardo,ma dettagli hahaha ❤️

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