9. Are you embarrassed?

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Shawn
Il rumore dell'armadietto di Paul rimbomba nel corridoio della scuola. La sua mascella è tesa e i capelli biondi sono arruffati. Non ci vuole molto a capire che non è di buon umore.
"Che succede?" Chiedo.
Scuote lentamente la testa.
"Mio fratello è tornato in città, ciò significa che non perderà tempo a mettermi in imbarazzo." Spiega semplicemente.
"Ma non avevi un fratello più piccolo?" Chiedo confuso.
"Se per più piccolo intendi un ragazzo di vent'anni all'anagrafe e come mentalità ne dimostra nove,allora sì. Ho un fratello più piccolo." Scherza sorridendo appena. Lentamente il suo sguardo si sposta verso una ragazza e resta imbambolato per un po'.
I capelli biondi mossi le
ricadono dolcememte sulle spalle, gli occhi grandi azzurri sono concentrati su un quaderno manomesso,
e le labbra sottili sono attorno alla matita che mordicchia frequentemente. È poggiata all'armadietto di fronte a quello di Paul, e il corpo esile è avvolto da un cappotto nero lungo. Paul non le stacca gli occhi di dosso e lei non si accorge delle sue attenzioni.
"Perché non le vai a parlare?" Dico innocentemente. Scuote la testa ancora una volta.
"Non sono il suo tipo." Provo a parlare,ma lui non vuole continuare il discorso.
Suona la campanella e io vado nell'aula di inglese,mentre Paul va nell'aula di chimica.
Appena entro mi siedo infondo l'aula e aspetto il professore che entri.

Guardo fuori la finestra cercando qualcosa di interessante. La mia attenzione viene catturata dal rumore della porta che si chiude.
Amelìe è appena entrata in aula, saluta il professore e si siede al mio fianco. Le rivolgo un sorriso e lei ricambia imbarazzata.
Porta i capelli dietro l'orecchio sinistro,ma alcuni le ricadono sulla guancia.

Il professore comicia a spiegare e io sono più attento ai movimenti di Amelìe che alla spiegazione.
Sta prendendo appunti e il suo sguardo è fisso sul quaderno a righe. Ogni tanto alza lo sguardo verso il professore,stringe gli occhi, mordicchia il tappo della penna e annuisce di tanto in tanto. Sono assorto dai suoi movimenti continui. Improvvisamente si volta verso di me.
"Smettila di fissarmi." Dice senza essere scorbutica.
"Ti mette in imbarazzo?" Chiedo sfacciatamente, non sapendo dove abbia preso questo coraggio. Le sue guance si tingono,immediatamente, di rosso, e a me viene da sorridere.
"No!" Dice provando a nascondere il rossore e cercando di sembrare naturale. Sorrido,non continuo a parlare e mi volto verso il professore. Sento gli occhi di Amelìe su di me e
stringo la mascella,per trattenermi dal parlare.
"Ora sei tu che mi fissi." Mi volto verso di lei.
Le sue guance sono ancora rosse e spalanca di poco gli occhi. Credeva non me ne accorgessi.
"Non è bello,vero?" Si morde un labbro e alza un sopracciglio.
Alzo le spalle in risposta. E così finisce il discorso.
La campanella suona e tutti vanno alla lezione successiva.

Sono seduto al tavolo della mensa con Matt e Paul, e quest'ultimo non smette di parlare del suo compito di matematica che è andato male. Matt mi guarda in cerca di aiuto e io non riescoa trattenermi dalle risate per la sua faccia.
"Paul basta! - alza la voce Matt- Me nr stai parlando dalla fine della seconda ora,non ne posso più!" Esclama esausto.
Paul si zittisce dopo averlo mandato a quel paese.

Le porte della mensa si aprono rivelando il corpo di Amelìe. Le gambe lunghe avvolte dal jeans nero a vita alta, si dirigono verso il tavolo del ragazzo moro. Dice qualcosa,ma il ragazzo non la calcola minimamente. Resta in piedi attendendo una risposta,la quale non arriva. Lo scuote piano per la spalla e lui le caccia violentemente la mano.
"Vattene." La sua voce arriva fin al mio tavolo. Continuano a parlare animatamente fin quando,Amelìe con lo sguardo infuriato esce dalla mensa sotto lo sguardo di lui. E senza pensarci due volte, la seguo.

Cammina diretta verso l'armadietto per pou poggiarsi con la schiena contro. Chiude gli occhi e sospira. "Tutto bene?" Domando preoccupato.
Spalanca gli occhi.
"Shawn..." dice lentamente "Non ti avevo sentito arrivare."
"Tutto bene?" Ripeto.
"Si." Annuisce.
"Sicuro? Ho visto la scena in mensa e Non mi è sembrato tutti ok." Spiego.
"Non preoccuparti,sono piccole discussioni che succedono spesso."
Annuisco. Non faccio altre domande poiché capisco che non ne vuole parlare. Pian piano il mio sguardo cade sul suo giubbino di jeans e noto una macchia di colore rosso.
"Cos'hai qui?" Domando indicandole la macchia. La guarda per qualche secondo.
"Mi sarò sporcata con qualche colore." Dice vaga.
Improvvisamente un braccio le avvolge il collo.
"Hey, tu dovresti essere il novellino." Il ragazzo moro è ora di fronte a me. "Credo che ancora non ci siamo presentati." Continua stringendo di più a sé Amelìe. "Io sono Brent." Amelìe è a disagio e anche un po' spaventata. Ciò non mi piace.
"Shawn."
"Allora, Shawn, vedo che hai già conosciuto la mia ragazza."
"Siamo nella stessa classe di inglese."
"Mh mh" Mugugna. "Certo." Il suono del mio cellulare interrompe il silenzio creato. Paul mi ha inviato un messaggio.

'Torna immediatamente in mensa!'

Resto stranito per qualche secondo,ma gli do ascolto.
"Io dovrei andare. Ci si vede in giro." Dico veloce.
"Ci si vede novellino."

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