Cap.5

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Louis

Guardavo il viso spaventato del ragazzo a qualche metro di distanza dal mio: le iridi dei suoi occhi erano di un verde leggermente spento e le pupille si erano appena ristrette a causa del timore che sentivo stesse provando, il suo viso dai contorni spigolosi stava iniziando a diventare di colore più pallido ed ero sicuro che, di lì a qualche giorno, la sua pelle sarebbe diventata color avorio come la mia. Le sue labbra, carnose e piene,(adesso di colore violaceo) erano leggermente dischiuse ed una lieve brezza, che riconobbi come il suo respiro, le attraversava fuoriuscendo sotto forma di una fioca nube di condensa. Il suo profumo, così delicato e dolce, si impossessò delle mie narici e dovetti trattenermi con tutto me stesso per non prendere un respiro profondo ed inalarne quanto più possibile.

"Oh.." Fu l'unico suono che uscì da quelle labbra perfette. Fu più un sussurro che altro, ma fu sufficiente a farmi apprezzare ancora una volta il suo timbro di voce così profondo ed attraente.

'In un altra vita magri..' Pensai fra me e me mentre mi rimettevo la mia maschera di serietà ed autorevolezza.

"Horan basta con i giretti, accompagna il ragazzino nella sua dimora" proferii con il solito tono duro per poi girarmi ed allontanarmi da loro. La mie mente intercettò per un secondo quella del riccio e potei sentirlo con chiarezza pensare 'il ragazzino ha un nome..'. Mi fermai dal camminare e mi voltai verso di lui, il suo sguardo era ancora fisso su di me.

"Hai ragione, perdona la mia scortesia. Horan, accompagna Harry alla sua nuova dimora, perfavore" dissi e notai il castano e l'irlandese rabbrividire.

"S-si Louis... subito" mi rispose immediatamente Horan, prendendo a braccetto l'altro e tirandolo via con se. Accennai un invisibile sorriso e tornai a camminare verso quella che era la mia dimora. Entrai, chiudendo la porta di legno scuro alle mie spalle, e Presi un lungo respiro profondo non appena mi trovai da solo.

Passai una mano sul mio ciuffo di capelli disordinati e chiusi gli occhi appoggiandomi con la schiena alla porta d'ingresso.
"Dio... Perché proprio lui? Perché qui?" Domandai stancamente a vuoto mentre massaggiavo la mia povera testa dolorante con entrambe le mani.
I suoi occhi verdi, Quei boccoli Marroni... Erano così dannatamente  simili ai suoi e mi ricordavano fin  troppo quel giorno e quell'uomo...
Colui che popolava i miei incubi peggiori da quando la mia anima aveva lasciato il mio corpo.
Lo stesso uomo che era stato mio nemico un tempo.
Lo stesso uomo che avevo l'ordine di uccidere insieme all'intera famiglia.
L'uomo che uccisi quella sera di tanto tempo fa...

Ricordavo ancora perfettamente come fosse andata quel giorno, ed il mio rammarico, insieme all'odio che provavo per me stesso, crescevano ogni secondo di più...

***

"Allora soldato adesso ripeti, come ti chiami?" chiese il mio generale mentre riponeva la mia divisa da militare in un baule.
"Louis Tomlinson, signore" dissi serio e sull'attenti mentre lui recuperava un paio di abiti popolari utilizzati a quel tempo nelle campagne inglesi.
"Bene, e dove sei nato?" Chiese ancora mentre caricava una Luger Po8 con numerosi proiettili.
"A Doncaster nello Yorkshire, signore" risposi prontamente e l'uomo dagli impeccabili capelli biondi mi sorrise.

"Sehr gut" mi elogio e mi porse l'arma che subito infilai nella cintola di cuoio che teneva i miei pantaloni color cachi.
"L'obbiettivo è lui" disse, indicandomi la foto di un uomo abbastanza corpulento e robusto dai capelli corti e neri e gli occhi di colore verde scuro.
"Devi entrare in casa sua ed eliminare lui e tutta la sua famiglia" il tono generale Müller era il tipico tono di colui che non ammette repliche e questo, a dirla tutta, mi spaventava a morte.
"M-ma signore.." Provai a replicare ma venni fermato ancora una volta dal biondo.
"Ci tieni a rivedere viva la tua lurida madre francese vero..?" Ringhiò al mio orecchio ed io rabbrividii di paura.
"S-si signore.." Balbettai con sguardo basso.
"È ALLORA FAI FUORI QUESTA FECCIA INGLESE!" Urlo a quel punto, con quel suo freddo e marcato accento germanico es io non potei far altro che annuire e tornare sull'attenti.
Cercavo di convincere me stesso che non ero una cattiva persona, che non ero come loro. Lo facevo per salvare mia madre, lo stavo facendo solo per lei...

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