Cap.18

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Louis

"Dannato ragazzino imbecille!"

Mentre osservavo al sagoma slanciata di Harry scomparire fra le fitte fronde del bosco non potei far a meno di gridarlo.
Il suo corpo longilineo si perse ben presto nell'oscurità della selva ed io sentii come una profonda pugnalata colpirmi all'altezza dello stomaco, facendomi inginocchiare dolorante a terra. Mi coprii l'addome con le braccia, avvinghiandole Intorno ad esso più forte che potessi per arginare al meglio il dolore, poi portai le mani a stringermi i capelli e gridai così forte che credetti di poter frantumare l'intero universo.
Le anime del villaggio, allarmate probabilmente dalle mie urla, uscirono una per una dalle proprie abitazioni  e mi si avvicinarono cautamente mentre, ancora ad occhi chiusi, brontolavo fra me e me imprecazioni e parole senza senso.

Gli spiriti mi guardavano, mi fissavano senza dire una parola, e rimanevano sempre a debita distanza dal mio corpo accartocciato.
Semplicemente stavano fermi, immobili, ad aspettare che facessi qualcosa oppure che mi disintegrassi, provocando, finalmente, la loro eterna dispersione.
Avevano paura di me, questo lo sapevo benissimo. E fu proprio per questo che, quando notai uno di loro avvicinarsi, rimasi letteralmente senza fiato. Lo spirito aveva indosso un antico ed elegante abito color blu e, sul capo, portava uno stravagante cappello nero con tanto di piuma. Il ragazzo si abbassò alla mia altezza e mi scrutò con i suoi occhi, neri e profondi:
"State bene?" Domandò cortesemente, porgendomi una mano. Lo guardai per qualche secondo allibito mentre un pesante sbuffo fuoriusciva dalle mia labbra plumbee.

"Spostati, ce la faccio da solo" mugolai dopo aver schiaffeggiato malamente la sua mano lontano dal mio corpo. Lo osservai indietreggiare di un passo con circospezione mentre, a fatica, riuscii ad alzarmi in piedi con una strana sensazione che si propagava nel mio corpo all'altezza del cuore. Lo spirito aveva ancora lo sguardo basso e teneva le mani allacciate dietro la schiena in una posizione decisamente rigida. Sospirai a lungo e mi posai delicatamente una mano sul petto che aveva improvvisamente iniziato a dolere.
"come ti chiami?" Domandai velocemente.

"Il mio nome Sr è Liam, Liam James Payne.. Ma se voi desiderate, potete chiamarmi solo Liam" fu la sua risposta ed io annuii sbrigativamente mentre mi spazzolavo la polvere da sopra i pantaloni che avevo indosso. Lo guardai un attimo negli occhi, notando come questi diventassero improvvisamente timorosi al mio cospetto e schiarendomi leggermente la voce chiesi:
"Bene, Liam, secondo te vale la pena rischiare la propria anima per quel ragazzino deficiente, ottuso ed incredibilmente testardo che è appena scomparso fra gli alberi?"  lo spirito dalle maniere antiche corrucciò le sopracciglia e schiuse  leggermente le labbra in un espressione di puro stupore. Rimase a guardarmi in silenzio, come se avessi appena detto la più grande eresia del mondo, ed io risi. Perché forse quella che stavo per fare era davvero la più grande stronzata di tutta la mia esistenza.

Una volta mi avevano detto che quando sei davanti a due decisioni difficili devi lanciare in aria una moneta. Non perché questa compierà la scelta giusta al posto tuo, ma perché nell'esatto momento in cui sarà in aria, saprai improvvisamente in cosa stai sperando di più.

In quel momento, Liam Payne era la mia moneta e stava volteggiando lentamente nell'aria pronta per fornirmi la decisione che il destino aveva selezionato per me.

Peccato che non mi interessasse il destino o una qualsiasi altra opinione che non fosse la mia; Nell'esatto momento in cui le labbra del castano si ricongiunsero per formulare una frase, scattai a correre verso la recinzione, scavalcandola e perdendomi fra le fitte ed oscure fronde del bosco, lasciando il villaggio ed i suoi abitanti totalmente sconcertati.

Corsi fra gli alberi quanto più veloce mi fosse concesso, mentre il dolore lancinante allo petto continuava a provocarmi non pochi problemi.
E fu questione di pochi minuti quando dopo qualche metro notai il corpo del ricciolino rannicchiato a terra, scosso da potenti ed incontrollabili singhiozzi.

Difronte a lui, un'anima dannata, condannata al pellegrinaggio eterno fra il mondo dei vivi e quello dei morti, rideva istericamente, strappando avidamente pezzo per pezzo piccole parti di anima al ragazzo che adesso stava perdendo conoscenza. Un profondo moto di rabbia mi si formò nello stomaco ed immediatamente mi scagliai contro lo spirito maligno, strappando con forza la sua testa dal corpo malandato per poi scagliarla immediatamente quanto più lontano potessi, vedendola scomparire nel buio seguita a ruota dalla restante parte della sua anima. 
Raccolsi il debole corpo di Harry da terra, curandomi di non ferirlo ulteriormente con la mia presa a volte fin troppo vigorosa e, scostandogli attentamente un boccolo castano dal viso, ripresi a correre rapidamente verso il villaggio, mentre un leggero scalpitio mi si propagava nel petto facendomi tremare le ginocchia e spalancare gli occhi in un espressione di pure stupore.

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