Epilogo"Pretty odd"

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Harry's pov.

"Back to the street, back to the place, back to the room where it all began"
-nine in the afternoon
by Panic! At the Disco

È piuttosto strano, non trovate? Come nella vita le cose accadano senza alcun preavviso.. certo, possiamo impegnarci affinché alcune di queste non avvengano oppure lasciarci andare al corso degli eventi e vedere cosa ci succederà in seguito, ma sicuramente- per ognuno di noi- arriverà quel determinato momento Che riuscirà a stravolgere per sempre la Nostra routine e a sconvolgere il nostro piccolo, perfetto mondo, lasciandoci confusi e spiazzati a cercare di capire cosa sia giusto e cosa sbagliato. Per fare un esempio:  in questo momento io non dovrei trovarmi qui. Probabilmente, sarei dovuto essere da tutt'altra parte ma, forse  non era così che doveva finire...

O almeno non per me.

Forse qualcuno aveva compiuto la scelta al posto mio, senza che neppure glielo chiedessi, senza nemmeno preoccuparsi del mio parere a riguardo...  Ma di questo parleremo più avanti... Adesso, invece di continuare ad annoiarvi con questo discorso senza capo ne coda,  ho deciso che vi racconterò una storia; la mia Storia. Ci sarebbero tante altre vicende che potrei narrarvi: storie di cavalieri mitici ed invincibili che salvano la  principessa dall'orrendo mago cattivo, ad esempio. oppure storie di qualche mondo parallelo che viene costantemente minacciato da attacchi di extraterrestri o da collisioni di meteoriti... potrei farlo, davvero. Potrei perdere anche una vita intera a narrarvi favole e storie impossibili, ma non lo farò. Non è questo ciò non che voglio.

Sapete, non avevo mai pensato di mettermi a scrivere qualcosa prima del villaggio; non avevo mai neanche lontanamente sfiorato l'idea che un giorno sarei potuto diventare scrittore... eppure eccomi qui: Seduto in un piccolo caffè  di Londra, con una tazza di cappuccino fumante al mio fianco ed un documento di testo aperto sulla schermata del computer, mentre cerco di mettere insieme due o più parole tentando disperatamente di non combinare il solito irrimediabile disastro. Non so cosa possa venirne fuori- spero qualcosa di buono- ma comunque voglio provare a tramandare il mio piccolo grande segreto; a raccontare- a voi ed al mondo- del  viaggio che intrapresi nella fredda notte di Halloween di ben tre anni fa; Ma più di tutto, voglio raccontarvi di quello spaventoso e bellissimo ragazzo che- con i suoi occhi di pece, la sua Pelle di porcellana e la sua frangetta disordinata- è riuscito a salvarmi la vita, in ogni modo possibile, Con ogni mezzo a sua disposizione... forse alcuni di voi lo crederanno stupido e non vi biasimo. ma ciò che sto per raccontarvi non è frutto della mia immaginazione, non me lo sto inventando sul Momento e, in quanto autore, vi prego disperatamente di lasciare per un attimo da parte la vostra razionalità e di credere con me. Di sentire, di capire ciò che ho provato durante la mia permanenza in quel luogo. La storia che vi racconterò adesso è vera, in ogni sua parte, in ogni sua parola. Ed inizia proprio così: con una casa, due amici ed una tavola Ouija ...

Le mie dita sui tasti avorio del computer viaggiavano ad una velocità impressionante, liberando intorno a me quel lieve picchiettare che sempre aveva avuto il potere di rilassarmi. Erano passati tre anni dal mio risveglio, tre anni dal mio ritorno a casa e dalla mia improvvisa ricomparsa; eppure l'intera storia era ancora perfettamente vivida nella mia mente, come se mi fossi appena svegliato, come se il tempo non fosse passato affatto. Uscito da quella stamberga mi ero guardato intorno freneticamente, apprezzando ed ammirando tutte le cose di cui, nel villaggio, avevo  sentito la mancanza: la luce del sole, l'odore di terriccio bagnato e dell'erba fresca. il frusciare delle foglie secche degli alberi, la brezza a scompigliarmi i capelli...

All'improvviso respirare non mi era mai sembrato così Appagante e  doloroso insieme.

Per i primi due minuti provai un immenso sensazione di sollievo, nel trovarmi esattamente nello stesso punto da cui tutto era partito; ma subito dopo ricominciai a piangere e a singhiozzare a perdi fiato, accucciandomi come un bambino sul porticato scricchiolante e  stringendo le mie ginocchia al petto come in un sordo grido di dolore che nessuno- a parte me- avrebbe potuto sentire.

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