Cap.8

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Louis

Giocare con la mente di Harry era estremamente spassoso. Non solo i suoi apprezzamenti mi lusingavano, ma trovavo anche dannatamente esilarante osservare quanto facilmente i suoi pensieri si contraddicessero tra di loro: un attimo, la mente del ragazzo era costellata di pensieri impuri e fantasie proibite, quello dopo era piena di rimproveri confusi e frustrati, con qualche leggero echo della vita passata.. Sapevo cosa stava provando, a me era capitata la stessa cosa. Uno dei tanti poteri che il villaggio aveva era quello di mostrare la tua vera natura, spesso, persino a te stesso. In vita, nessuno di noi riesce ad esprimersi  fino in fondo, perché siamo costantemente paralizzati dalla paura: paura dei giudizi, paura dell'incomprensione, paura di essere abbandonati da coloro che amiamo...

Ma nella morte, la paura diventa l'unica cosa che ti tiene in piedi ogni giorno. E allora che senso avrebbe continuare a fingere?

Avevo appena spinto via da casa quel ragazzino dagli indomabili capelli ricci, e potevo tranquillamente avvertire la sua frustrazione e la sua confusione a causa della mia estrema vicinanza e del mio successivo, repentino, allontanamento. Avevo percepito chiaramente i brividi che gli avevo provocato semplicemente parlandogli all'orecchio, ed avevo adorato il suo sguardo tormentato quando avevo volutamente roteato il bacino per posizionarmi meglio sulla sedia.
Il suo sguardo era infuocato e non si era neppure accorto di star martoriando quelle preziose labbra con continui morsi:  I suoi denti perfetti affondavano dentro la pelle purpurea delle sue labbra come se volessero staccarsele, e quelle labbra... così rosse e piene, erano uno straziante richiamo persino per me... Così succose, che se solo mi fosse stato concesso, avrei passato l'eternità a morderle e baciarle, ad assaporarne ogni minuscolo centimetro come se fossero state il più delizioso degli elisir.

Però come avrei potuto tradire le stesse regole che io stesso imponevo? Come avrei potuto disobbedire, Io, che ero colui che doveva essere da esempio per tutti?

Non potevo... non potevo e basta.

Quello a cui stavo giocando era un gioco molto pericoloso. Un solo errore, una sola distrazione e avrei perso la partita. Avrei perso l'unica cosa che ormai mi restava: la mia anima.
Sentii una leggera interferenza attraversare i miei pensieri, come quando si ascolta la radio e questa capta un'altra frequenza facendo confondere le voci fra di loro. Sapevo cosa quel segno volesse dire, e subito abbassai lo sguardo ed attesi inerme.

Odiavo dovermi presentare a quegli stupidissimi colloqui con i superiori perché ogni volta significava che qualcuno doveva andarsene... e non era mai un compito facile per me doverli portare via.

'Louis Tomlinson' mormorò la
Solita voce rauca all'interno della mia testa, chiamandomi con l'ultimo nome con cui ero stato conosciuto sulla terra e con il nome che sarebbe rimasto legato al mio spirito per tutta l'eternità.
'Si, signore?' Risposi raddrizzandomi e mettendomi sull'attenti, come se fossi tornato ad essere il giovane soldato che ero una volta.
'Sei invitato a colloquio con il duca Valefor*, il principe Sitri** e il marchese Amon***. Recati nel bosco il prima possibile' La voce scomparve dopo quelle parole, lasciandomi solo e confuso nel silenzio tombale della mia casa buia. Sospirai e mi passai una mano sul volto. Era strano, pensai, che mi facessero incontrare tutto il consiglio riunito.
Di solito mi invitavano a colloquio uno alla volta, e in base a chi dovevo incontrare capivo subito chi dovesse essere portato via, quindi Perché mai stavolta, tre di loro- e perdi più un duca, un principe ed un marchese- volevano parlarmi?

Sospirai ed osservai bene la grande piazza; era vuota e desolata come sempre. Uscii leggermente preoccupato  dalla mia modesta dimora e, con la mia solita velocità, scavalcai la vecchia recinzione e mi inoltrai tra i fitti ed oscuri alberi del bosco.

***
*Valefor: è un demone che rivela tutto ciò che è sconosciuto o ignoto.

**Amon: è un demone che causa l'amore

***Sitri: è un demone che fa nascere la lussuria

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