Cap.14

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Harry

Tic tac tic tac..

Era questo l'unico, odiosissimo suono che accompagnava la maggior parte delle mie giornate. Il tempo, scandito con precisione dalle lancette dell'orologio, passava inesorabilmente davanti ai miei occhi ed io non potevo fare niente per fermarlo.

Non ero più voluto uscire dal mio appartamento da quando Louis se n'era andato correndo, Mi limitavo a starmene seduto sul mio comodo divano ad osservare inespressivo la piccola piazza che continuava a rimanere vuota. Il mio silenzio, accompagnato solo dal ritmico ticchettio delle lancette, era diventato orami una sorta di frastuono insopportabile.

Tic tac tic tac...

Non sentivo nient'altro da non sapevo neppure più quanto tempo. Ero arrivato ad un punto in cui potevo chiaramente sentire la mia anima cadere in balia della pazzia. Il suono tanto mite quanto fragoroso di quelle lancette mi ricordava ad ogni ora, ad ogni minuto, ad ogni secondo che per me era finito tutto.. Che adesso Harry Styles era solo un appannato ricordo di una persona che non esisteva più. Odiavo quello stupido, stupido orologio!

Louis era sparito da un po'... Era da quel giorno che nessuno lo vedeva più in giro ed iniziavo seriamente a preoccuparmi. Ancora mi cruciavo pensando e ripensando all'ultima volta in cui lo avevo visto: al suo viso da bambino così spaventato ed indifeso, al suo inebriante profumo che si impossessava di me ogni volta... alle sue labbra violacee che sembravano aver cambiato colore nell'istante in cui le avevo sfiorate, ma più di tutto, non riuscivo a levarmi dalla testa quegli occhi... quei dannatissimi occhi blu.

Ripensavo costantemente a come quel nero impassibile si fosse dissolto in una manciata di secondi, lasciandomi ammirare la meraviglia, lo splendore che erano quelle due profonde pozze d'oceano.
Come poteva una persona con degli occhi così belli essere finita in quello schifo di posto?
Subito mi tornò in mente la storia che Niall mi aveva raccontato e non potei far a meno di rabbrividire.
Come poteva una creatura simile aver ucciso delle persone?
Al solo pensiero mi tremarono le gambe...
Scossi vigorosamente la testa, cercando di scacciare quei pensieri macabri dalla mia mente; Louis mi aveva garantito che la sua storia non era come Niall la raccontava...
Ma avrei dovuto credergli?
Mi sarei dovuto fidare di uno come lui?

Avrei voluto poter rispondere di no a queste domande. Avrei voluto potermi impedire di avvicinarmi cosi tanto a lui... Ma, nonostante tutto, non riuscivo neanche a considerare l'idea che Louis, il mio Louis, potesse davvero aver assassinato spietatamente un'intera famiglia;
Certi occhi non sono proprio compatibili con cose del genere.

Fu solo in quel momento che mi resi conto di ciò che avevo pensato...
'il mio Louis'
Come se davvero potessi definirlo mio dopo quello che era successo. Non avevo molta dimestichezza con le faccende amorose, ma mi sembrava abbastanza scontato che fuggire dopo un quasi bacio non era segno di interesse reciproco. Penso che quella fu la cosa che mi ferì di più. Sapere di essere il motivo per cui Louis non si faceva più vedere in giro, sentirmi sbagliato per essermi lasciato andare solo un momento.
Detestavo quella situazione più di quanto detestassi l'idea di non esistere... ma non potevo farci niente, ormai il danno era fatto e non potevo tornare indietro.
Semplicemente, decisi di smettere di pensare, accoccolandomi comodamente tra i cuscini del divano e continuando a contare ogni ticchettio che quel maledetto orologio continuava ad emettere:

Tic tac tic tac

Ad un tratto, mentre mi perdevo per l'ennesima volta nel ritmo scandito dalle lancette, scorsi una figura minuta fuori dalla mia porta. Non entrava, semplicemente se e stava lì, seduta sul mio portico con le mani congiunte ed il capo chino rivolto ai propri piedi. Mi alzai pigramente dal divano e mi avvicinai titubante alla porta. Guardai dallo spioncino ed il mio cuore ebbe un sussulto quando mi accorsi dei capelli lisci e castani del ragazzo seduto a pochi passi da me.

Louis..

Aprii lentamente la porta, quasi timoroso che solo sentendone il rumore sarebbe potuto scappare. In pochi secondi il suo volto si girò verso di me e fu in quel momento che una forte stretta mi attanagliò i polmoni.

I suoi occhi erano tornati di un nero accecante, neanche una sfumatura di mare era rimasta ad addolcirli.
Un sorriso strafottente gli increspò le labbra e subito, la solita terribile sensazione di essere sotto giudizio mi avvolse, facendomi abbassare lo sguardo all'istante.

"Bonsoir, Mon petit" cinguettò con la sua solita pronuncia impeccabile, alzandosi con grazia e spazzolandosi i pantaloni classici che aveva indosso con minuziosa cura .
"B-buonasera.." Balbettai di rimando ed il suo ghigno si amplio, se possibile, ancora di più. Sistemò le maniche della sua camicia, piegandole accuratamente sui polsi, poi rivolse ancora una volta il suo sguardo verso di me e
"Se non ti dispiace io entro" disse, immettendosi senza neanche chiedere il permesso nel mio appartamento, Una zaffata del suo odore mi invase le narici e dalla mia gola fuoriuscì immediatamente una sorta di mugolio soffocato in segno di apprezzamento.

Oh, cosa gli avrei fatto se solo ne avessi avuto il coraggio..

Entrai al suo seguito nella mia magione, chiudendo la porta alle mie spalle. Non ebbi neanche il tempo di rialzare lo sguardo che mi ritrovai inchiodato al muro con le fredde mani di Louis ad accarezzarmi le guance. Le sue gelide labbra erano premute sulle mie e mi ci volle qualche secondo per realizzare che quello che stava succedendo non era frutto della mia fantasia malata. Non appena ripresi il controllo di me stesso, afferrai con le mie lunghe dita alcune ciocche dei suoi capelli castani, tirandole leggermente mentre chiudevo gli occhi e lasciavo che il mio istinto prendesse il sopravvento.
Le sue labbra erano fameliche, frettolose... ed i suoi baci erano rudi, scomposti, Impossibili da imitare.

Mi baciò con un'irruenza ed una forza tali che dopo poco avvertii uno strano sapore di sangue invadermi la bocca. lui non sembrò curarsene, tant'è che strinse con veemenza i miei ricci- facendomi quasi urlare per il dolore- e continuò a mordere e baciare le mie povere labbra distrutte, come se ne  dipendesse la sua stessa vita.
Il suo sapore era stranamente dolce, quasi zuccherino- fatta eccezione per l'accentuato sapore di sangue che mi inondava la bocca- ed era tutto così dannatamente piacevole in quel momento che il dolore passò quasi in secondo piano.
Il nostro bacio fu violento e disperato, così devastante che quando le nostre labbra si separarono dovetti tossire per qualche minuto per recuperare un po dell'aria persa. Dalle mie labbra gocciolava copiosamente del sangue e dovetti asciugarmi con una manica della felpa per evitare di imbrattare totalmente il pavimento con il liquido scarlatto.

Non avevo più dubbi, il mio labbro si era decisamente spaccato.

Quando alzai lo sguardo sul ragazzo difronte a me lui si stava ancora leccando via i residui di sangue dalle labbra. L'immagine era tanto raccapricciante quanto maledettamente attraente e dovetti distogliere lo sguardo per impedirmi di gemere come un ragazzino di 12 anni.

"Mh.. Il tuo sangue ha un ottimo sapore Harry" mormorò mentre ancora si leccava le dita.

"Ehm.. G-grazie..?" Risposi confusamente mentre il mio labbro ancora sanguinava. La situazione era più strana ed imbarazzante di quanto avessi pensato... O perlomeno, lo era per me, perché a guardar lui sembrava tutto totalmente nella norma.

"Beh, è stato molto meglio di quello che pensavo. Non sai da quanto desideravo farlo" sospirò soddisfatto  mentre raccoglieva con il dito un po del mio sangue che ancora scendeva a Rivoli scarlatti sul mento.

"Beh, ci vediamo Mon petit" pronunciò sorridendomi sornione per poi trotterellare fuori dal mio appartamento come se nulla fosse successo.
Io invece, ancora attonito e con il labbro sanguinante, cercai per tutta la giornata di rimettere in ordine il casino assurdo che lui mi aveva creato in testa...

Però, ora che ci penso, in quel momento una certezza ce l'avevo:

Avevo appena baciato un ragazzo e si, mi era piaciuto da impazzire.

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