Attaccati

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TALIA'S POV

Classico rientro a scuola del Lunedì: deve sempre andare tutto male affinché la settimana cominci di merda. E quale modo migliore per rispettare questa "regola assoluta" se non con le prime due ore di matematica?

Sospiro e mi estraneo dalla classe guardando fuori dalla finestra, gli alberi e il cielo accolgono la mia vista mentre le parole dell'insegnante sono solo un suono lontano, così distante che non crea disturbo.

E così anche io non sono normale, anche io faccio parte di quel mondo a cui Drake appartiene, un mondo pieno di persone misteriose ed esseri mistici, un mondo di magia ed intrighi, un mondo che nessuno immagina e quindi va scoperto; uno di quei mondi fantasy dei libri e dei film. Invece a quanto pare non è solo un intangibile regno che si può solo immaginare, ma anzi, è così reale e così vicino che non sono ancora riuscita a concretizzarlo.

DRAKE'S POV

"Signorina Avarose!" La voce della professoressa risuona così forte nell'aula che mi vibrano i timpani nonostante io mi trovi all'ultimo banco.

Talia sembra tornare alla realtà e le rivolge un'occhiata confusa, non capendo il motivo di quell'urlo.

"Bene signorina Avarose, sono lieta di vedere che conosce estremamente bene l'argomento, siccome si prende la libertà di non ascoltare. E visto che è così avanti con gli studi rispetto al resto della classe sono sicura che può spiegare in modo più approfondito a tutti gli altri i passaggi per risolvere ogni tipo di disequazione." Dice la prof in tono decisamente sarcastico.

Talia guarda la lavagna cercando qualche segno che la possa aiutare e le eviti un pessimo voto, ma non trova niente e la vedo bloccarsi, probabilmente anche perché ha addosso gli occhi di tutta la classe. Sarà meglio fare qualcosa prima che finisca male.

"Prof le chiedo scusa, è stata colpa mia." Intervengo.

"Signor Drake le consiglio di stare zitto, in quanto avrei anche svariate accuse contro di lei."

"Ma prof, è stata davvero colpa mia. Le ho detto io di guardare qualcosa fuori dalla finestra, lei si è solo voltata qualche attimo."

"È così, signorina Avarose?"

Le do un piccolo colpo con il ginocchio per farle capire e lei annuisce:

"Sì, mi scusi professoressa. Prometto che non succederà più."

"Allora credo che sarà il nostro caro signor Drake a spiegarci i metodi di risoluzione delle disequazioni."

'Posso utilizzare la lavagna?"

"Può fare quello che vuole, basta che lo faccia in fretta."

Mi alzo dal posto e vado alla lavagna, iniziando a spiegare come risolvere le disequazioni illustrando ogni formula, ogni caso particolare ed ogni condizione da applicare a ciascun tipo, andando avanti per tutto il resto dell'ora.

Quando suona la campanella noto che persino la prof stava prendendo appunti su alcune delle cose che dicevo:

"Le chiedo scusa, non sono riuscito a terminare la spiegazione perché mi sono dilungato troppo su alcuni punti."

Lei alza gli occhi dal foglio e mi squadra dalla testa ai piedi:

"Non importa, mi dica solo una cosa: come fa a sapere tutto questo?"

"Colpa dei miei genitori. Erano dei matematici e mi hanno costretto sin da piccolo ad imparare argomenti molto complicati." Forzo una risatina nervosa.

Mi rivolge un'altra occhiata totalmente confusa, poi raccoglie le sue cose ed esce dall'aula in velocità:

"Può andare a posto signor Drake."

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