Senso di Perdita (1)

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"Io... L'ho uccisa...io".
Il notaio lo stava guardando con un sorriso triste, un'espressione di compassione che si sarebbe certo tramutata in orrore, se solo avesse saputo la verità.
Iram si coprì gli occhi con una mano, sentendoli pizzicare: stavano diventando rossi... perché stava piangendo, la più umana delle reazioni alla notizia appena ricevuta.
<< Papà... >>
La mamma era morta di parto: non l'aveva mai conosciuta, anche se spesso suo padre gliene aveva parlato diffusamente, ricordandola come un angelo, un angelo che aveva scelto di vivere al fianco di un demone.
Perché suo padre era come lui, uno dei mostri a cui il CCG dava la caccia, un ghoul.
Un predatore di carne umana.
<< Ah, signorino, mi dispiace immensamente per la sua perdita! Suo padre era un cliente così cordiale, mi offriva sempre il caffè, quando ci incontravamo... >>
Iram si morse la lingua, sentendo il taglio rigenerarsi velocemente. Doveva darsi un contegno e uscire da quell'ufficio il prima possibile, o non ce l'avrebbe più fatta a trattenersi: aveva bisogno di distruggere qualcosa, di sfogare la rabbia da qualche parte, ma non lì, non in quel momento.
<< A me credo dispiaccia di più >>, disse, e afferrata la busta che conteneva l'ultima lettera di suo padre fece per andarsene, alzandosi di scatto dalla poltrona girevole.
<< Signorino... >>
<< Addio! >>.

Storia di un GhoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora