L'Ultima Battaglia (3)

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Era passato un mese, ma il cartello AFFITTASI era ancora appeso alla porta dell'appartamento di Butterfly, nuovo classe A ricercato dal CCG.

Iram non andava più a scuola, e non sarebbe più tornato in quel luogo se non avesse voluto riappropriarsi della lettera di suo padre: dell'eredità monetaria, ormai, non se ne sarebbe fatto più niente, ma quella lettera... Ancora lo tormentava.

La trovò dove l'aveva lasciata, sopra il tavolo del soggiorno, chiusa nella sua bella busta con tanto di timbro notarile.

Ripensando al signor Howaito, Iram sorrise: un'eternità prima, aveva letto il testamento di suo padre, un rispettabile cittadino nipponico. Un'eternità prima, gli aveva scoccato un'occhiata compassionevole, e ora... L'avrebbe guardato pieno di terrore.

Il luogo non era stato messo sotto sorveglianza, prendere la lettera aveva richiesto pochi secondi appena: la aprì una volta giunto al sicuro, pronto a rileggerne il contenuto ormai impresso a fuoco nella sua memoria.

Caro Iram, leggi sul retro... non sapevo dove altro scrivere...

La calligrafia di Airashi?

Gli appunti... la scuola... un passato che gli apparteneva ancora, nonostante tutto fosse cambiato, riaffiorò tra i suoi pensieri, strappandogli un sorriso.

Papà mi ha lasciato girare in questo posto, quando ha portato l'ordine di sfratto alla tua padrona di casa. Non c'eri, quindi andava tutto bene se tentavo di accettare quanto mi hai mostrato camminando qui intorno... Secondo papà, scoprendo i frigoriferi sotto il letto avrei imparato ad odiarti, a dimenticarti.

Invece... Pensavo a come dev'essere stato dover sempre nascondere agli altri quello che sei veramente, a come ti devi essere sentito mentre fingevi ogni ora, ogni minuto, ogni secondo... di essere una persona normale. Ricordo una cena di classe cui nessuno aveva rinunciato, perché il ragazzo più facoltoso della nostra classe aveva deciso di offrirci da mangiare! Sei dovuto venire per forza, per non distinguerti e dare motivi di sospetto...

So di averti guardato con orrore, quella notte. Anche se avevi cercato di proteggermi, di correre subito verso di me per vedere se c'era qualcosa che potessi fare per aiutarmi... Non ho potuto non provare ribrezzo, e disgusto.

E poi, mentre ancora l'eco di quei sentimenti era viva in me, mentre avrebbe dovuto rafforzarsi e diventare la mia corazza contro quel volo, contro i ricordi del tuo sorriso... Ho trovato questa, e ho capito.

Tu forse avrai letto altro, in queste righe lasciate da tuo padre; so che sono possibili almeno altre cento interpretazioni di questo fatto risalente alla tua pre-infanzia. La mia si aggiungerà alle tante, ma vorrei riuscire a comunicartela, prima che mio padre si liberi della tua vecchia padrona di casa: in questo momento sta esigendo l'affitto arretrato da lui, credo.

Io...

Non riuscivo a capire il motivo che poteva aver spinto tuo padre a rivelarti una verità tanto brutale e insensata. Se avessi avuto una gemella, e fosse stata strangolata dal mio cordone ombelicale, mettiamo... Mi sono messa a pensare a che cosa avrei provato, che cosa avrei avuto nel cuore se papà mi avesse raccontato una storia tanto assurda e crudele.

Avrei sentito un bruciante senso di colpa, un peso nel petto che mi sarei certo portata dietro per la vita, pur non avendone un ricordo mio. Ed è a questo punto che ho compreso.

In realtà, non è possibile parlare di "colpa": entrambi, in quest'ipotetica situazione, saremmo ancora dovuti nascere, saremmo stati all'interno di un mondo senza leggi, senza divieti o precetti, nell'utero di nostra madre, per l'appunto; la sensazione che provi appartiene a questo mondo, quello in cui sei nato e cresciuto, quello che ti ha insegnato a parlare, a scrivere e a giudicare, ma quello che è accaduto prima del tuo ingresso in questo mondo non è soggetto alle sue regole.

Credo che tuo padre ti abbia voluto dire: sei nato ghoul, ma come non è stata colpa tua la morte di tua sorella, così non è colpa tua se per continuare a vivere devi scegliere chi uccidere la prossima volta.

E' la tua natura, Iram: io sono umana perché mia madre e mio padre lo sono entrambi, mentre tu... tu sei una bellissima farfalla, e posso soltanto augurarmi di vedere ancora le tue ali... Nei miei sogni.

Airashi

Storia di un GhoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora