Inseguito dalla Morte (2)

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Aveva mentito.

Aveva ingannato, finto, nascosto, aveva gabbato stolidi umani e persino un investigatore di ghoul, che gli aveva creduto quando gli aveva detto di non sentirsi pronto per vedere le riprese della morte di suo padre, di non sentirsela ancora.

Aveva sostenuto l'interrogazione di storia allo stesso modo di sempre, riuscendo persino a ringraziare la professoressa per le lodi immeritate.

<< Non serve a nulla mostrarsi così compassionevole, signorina Rekishi. Sto bene >>.

Le domande si erano rivelate facili, tanto che se solo avesse voluto avrebbe potuto sfruttarle a suo favore, elencando le nozioni che sapeva in bell'ordine, proprio come da manuale.

Aveva risposto con il più ristretto numero di parole possibile, invece.

Ma...

Con tutto questo, ancora non aveva ancora ucciso, non consciamente: che la lettera di suo padre servisse a dargli un precedente, a incoraggiarlo su quella strada?

Adesso doveva vendicare due morti, quella del genitore e quella del mentore: iniziava a chiedersi se non fosse più giusto onorare la memoria di Shirohato ascoltandone la voce, quelle ultime frasi che gli riecheggiavano nella mente come costanti moniti...

"Lascia perdere l'idea della vendetta, vivi!"

"Al mondo non servono eroi: i libri ne sono pieni zeppi, non ti sono sufficienti?"

"Smettila di rimuginare, tu. Pensi troppo!"

Spesso si ritrovava a piangere, anche a lezione. Nessuno lo guardava con troppo interesse: era il tipo asociale, quello problematico da cui era meglio stare alla larga. Perché preoccuparsi dei suoi sentimenti feriti? Gli era morto il padre, e con questo?

<< I...ram? >>

Sollevò gli occhi sulla ragazza, tentando di ricordarne il nome. Non gl'interessava.

<< Che vuoi? >>

<< Pensavo... Volessi pranzare insieme a qualcuno, magari... Ti dovrai sentire solo, dopo... >>

Balbettava. Era pietosa.

<< No >>, rispose, secco, afferrando la cartella con una sola mano, senza nemmeno chiuderla, e camminando a passo di marcia fuori dalla scuola.

~~~

<< Airashi, smettila di seguirmi >>.

Si era voltato, mani sui fianchi e sguardo nascosto dalla frangia: perché quella cocciuta continuava a stargli dietro, come se non la sentisse o non ne percepisse l'odore!

<< Io... >>

<< Sta' un po' zitta! Non voglio pietà da nessuno, capito? >>

Qualcosa, nel suo stesso tono di voce, lo urtò profondamente: non aveva mai parlato così a nessuno, e ora si era rivolto sgarbatamente alla ragazza più timida della sua classe, un uccellino che si sedeva sempre in ultimo banco, come a volersi rendere invisibile.

<< Mi dispiace >>, mormorò al vuoto, osservandola scappare via da lui...

Aveva comperato dei libri sui ghoul: farlo non era compromettente, visto che di certo i ghoul non cercavano informazioni su se stessi e la sua storia personale poteva fargli da scudo.

"Non voglio pietà da nessuno... perché io stesso mi compatisco", si disse, sentendo l'amaro in bocca.

Stava leggendo delle inutili dissertazioni scientifiche che riportavano assurde teorie evolutive, quando il campanello di casa emise un flebile trillo, come se il pulsante non fosse stato pigiato a fondo.

Rimise la merenda in frigorifero, attendendo che suonassero una seconda volta, ma non sentendo un secondo squillo intuì vagamente chi poteva essere.

<< Airashi, voglio stare da solo: riesci a capire questa...? >>

La ragazza gli tendeva un involto, un pacco che non sembrava contenere del cibo.

<< Io... Volevo esserti utile, come papà. Ho sempre paura che lui muoia, quando lavora, ma poi penso che è ingiusto che sia io a temere per la vita dei miei genitori, visto che loro... A differenza di tuo papà, che era pittore... Loro sanno difendersi dai ghoul, mentre altri non sono così fortunati... >>

Quella timida bambina dall'aria spersa era forse figlia... della Colomba che investigava sull'omicidio di suo padre?

Iram la stava guardando inebetito, come se la vedesse per la prima volta.

<< Questi sono di papà, ha detto che li avresti voluti vedere, un giorno, per cui mi ha spiegato che avrei potuto farti piacere, se... Se te li avessi portati, ecco tutto! >>

<< Aspetta, aspetta, non andartene così... Airashi, mi dispiace tanto per prima. Scusami. >>

Airashi era figlia dell'investigatore che aveva ucciso Shiro...

Il padre di Airashi era l'uomo che poco prima avrebbe voluto uccidere, per averlo privato di un amico, di un mentore: la figlia della persona di cui Iram si sarebbe voluto vendicare ora gli tendeva degli indizi, i filmati di sorveglianza che immortalavano la morte di suo padre.

<< Anche a me, sono stata goffa, mentre tu hai bisogno di qualcuno forte, di qualcuno... Diverso da me... >>

Iram non fece in tempo a trattenerla una seconda volta: Airashi era già scesa velocemente per le scale, i capelli ramati e lisci sciolti lungo la schiena. Si era lasciata dietro soltanto un dolce profumo, e quei nastri.

Storia di un GhoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora