Segreti Svelati (3)

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Il rinkaku gli aveva trapassato la schiena senza tante cerimonie. All'altezza di un polmone, per fortuna: di colpo, Iram si chiese che cosa sarebbe successo se, invece di strapparsi il trasmettitore dalle viscere, qualcuno glielo avesse strappato dalle interiora.

Una macchina non ha un vero intelletto, per quanto intelligente possa essere: quell'aggeggio sarebbe esploso e l'avrebbe fatto a brandelli senza tanti complimenti, e addio Iram.

<< Sei davvero prevedibile, oggi, bocconcino! >>

Il rinkaku volò nuovamente verso il ragazzo, ma lo spazio aperto avvantaggiava il tipo ukaku, questa volta: le ali si spalancarono e il fulmineo balzo all'indietro che i kagune gemelli gli consentirono lo salvò dal secondo attacco del kakuja, che avanzò senza alcun timore.

<< Sarebbe un agguato a mio danno? Tres chic! >>

I due kagune della donna, due serpenti neri dalle scaglie particolarmente robuste, formarono un grottesco cuore, mentre l'essere si fermò a studiata distanza, né troppo vicino né troppo lontano.

"A distanza di sicurezza", pensò Iram. Questa volta la donna non aveva intenzione di lasciarselo sfuggire, e capiva che il terreno di combattimento favoriva l'avversario.

Certo Iram non era stato il primo pensiero della ghoul, quella notte: un rivolo di sangue le correva sul mento e i vestiti erano ridotti a brandelli, come se avesse ingaggiato una lotta soddisfacente.

Aveva appena mangiato.

<< Ascolterò qualsiasi suono registrato dal trasmettitore, per cui se Armadillo dovesse comparire e rivolgersi contro di te, arriverò nel più breve tempo possibile. Ti rimarrà il compito di indebolirla, e se davvero vuoi vederla morta farai un buon lavoro prima della mia comparsa. Non morire in meno di dieci minuti, non ho il dono del teletrasporto, sono stato chiaro? >>

Le piume s'irrigidirono e lasciarono a frotte le sue ali, ma la sua nemesi sembrava avere un'agilità fuori dal comune, per un ghoul così appesantito da arti e corazza: la donna era leggera come se il suo kakuhou fosse situato appena sotto il collo, e non in mezzo alle reni.

<< Toglimi una curiosità: l'acqua com'era, bocconcino? >>

I colpi dei kagune neri continuavano a trovare il vuoto, visto che Iram si spostava non appena prevedeva una mossa; alcuni, tuttavia, erano stati parati dallo scudo che potevano offrirgli le ali cristallizzate, ma la continua perdita di piume da lancio rendeva sempre più difficile sostenere la violenza dell'assalto. Iram ricordò un videogame provato insieme a suo padre, che lavorando su committenza aveva molto tempo libero da dedicargli: il suo personaggio era cresciuto in fretta, mentre quello di Iram non aveva accumulato abbastanza esperienza. Così, un giorno, quando avevano deciso di provare a sfidarsi avatar contro avatar, il computer aveva semplicemente emesso la notifica "no match", dato che il livello di esperienza dei due giocatori non era equiparabile. Avevano riso della cosa: era un gioco, anche Iram aveva previsto di perdere, ma il computer gli aveva tolto persino l'opportunità di provare...

Poco tempo dopo, il signor Kuroyuuki aveva chiamato di nuovo il figlio in soggiorno, mostrandogli la stessa versione del videogame hackerata: con quel CD avrebbero potuto sfidarsi nonostante il divario di punti esperienza e Iram aveva subito voluto cimentarsi nell'impresa...

Nonostante stando ai dati fosse inferiore, era riuscito a servirsi delle poche abilità accumulate con grande astuzia, e alla fine aveva battuto il genitore, che in premio gli aveva concesso di esprimere un desiderio. All'epoca, non sapeva ancora che aspetto avesse un kagune e aveva chiesto di poter vedere quello di suo padre, la sua vera, unica eredità.

<< Sei noioso, uccellino... Molto noioso! >>

Il kagune di sinistra si aggrappò all'ala corrispondente, mentre l'altro avvolse quella simmetrica, stringendola fino a stritolarla.

Era finita: la realtà e il gioco non potevano essere paragonati, se anche in partenza aveva avuto uno svantaggio sulla ghoul tale svantaggio non poteva venire compensato da alcuna delle proprie abilità, nonostante si fosse allenato a sfruttare la sua destrezza e la velocità d'attacco, ad affinare la mira, a fare pratica con le armi connaturate ai ghoul...

Le armi connaturate ai ghoul.

La bocca della donna gli si accostò ad un orecchio, mordicchiandolo e poi scendendo lungo il collo. Ne staccò un morso, assaporando l'espressione di dolore di Iram più della carne...

"E' il suo terreno: io sono un ghoul da molto meno di quanto lo sia lei, sono un ragazzino, proprio come aveva detto Shiro; ho vissuto da umano la mia vita, grazie a mio padre... Per cui mi chiedo se, dopotutto..."

Sorrise alla ghoul, ignorando deliberatamente il sangue che sprizzava a fiotti dalla ferita, sollevando tra il viso della donna e il proprio un oggetto grondante di fluidi scuri.

Un trasmettitore.

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