Arrivai a destinazione parcheggiai davanti al cancello in ferro battuto tutto arrugginito ed entrai avevo sentito dire che quella discoteca era un cimitero ristrutturato per accogliere i giovani e poi richiusa per motivi sconosciuti e capii subito che le voci erano vere appena entrata nel giardino trovai molte tombe ai lati del sentiero fatto di ciottoli ricoperti di muschio il giardino non era per niente curato infatti l'erba mi sfiorava i polpacci e nelle mura in mattoni si vedevano graffiti dappertutto, invece la discoteca sembrava una vera cappella di un cimitero distrutta dal tempo con le finestre rotte e anche sulle pareti c'erano graffiti che mi mandavano a quel paese e dentro la struttura si vedevano delle luci neon di vari colori e della musica remixata e delle urla di ragazzi ubriachi. Arrivai davanti a due porte mezze ricoperte da travi spezzate marce era chiaro che qualcuno le aveva forzate, appena entrata la musica a tutto volume rinbombò nelle mie orecchie e vidi diverse persone che ballavano tutto all'interno della struttura era stato addobbato con decorazioni molto realistiche oppure era soltanto la sporcizia accumulata per anni in questa vecchia catapecchia, al lato destro della sala c'era il buffet con alcol, birra e schifezze varie infondo invece c'era il DJ che metteva le canzoni che con questo rumore facevo fatica a riconoscere, mi tuffai sulla pista da ballo che più che una pista da ballo sembrava un pavimento di legno scuro che stava per crollare. Cominciai a ballare seguendo il ritmo mio padre e mia madre mi dicevano che ero molo brava nel ballare anche se io non ci credevo per niente, <eih tesoro vuoi ballare> mi girai e vidi un ragazzo biondo piu alto di me con gli occhi azzurri con delle sfumature verdi
<ok> risposi con voce accattivante. Ballammo per un po senza dirci una parola <ti porto qualcosa da bere?> <si ma niente cose forti sono astemia> <sicura vedi che un po di birra non ti fara cosi male> <sono sicurissima grazie> <non mi hai detto ancora come ti chiami> <mi chiamo Greta
e tu?> <Alexander> <sei russo?> dissi perplessa <si> e se ne andò a prendere una bibita. Continuai a ballare per un po ma Alexander no si fece vedere e ad un certo punto notai una cosa che non avevo visto fino ad ora una porta chiusa con sui scritto "Sala degli spiriti" doveva essere qualcosa di interessante e cosi decisi di andarci, camminai verso la porta e la aprii. La stanza era molo piccola ed era illuminata dalla luce fioca delle candele sparse qua e la per tutta la stanza su un tavolo antico cera una tavola uija che serviva per contattare gli spiriti l'atmosfera era molto macabra e allo stesso tempo gotica <che ci fai qui?> in un angolo c'era un ragazzo alto con i capelli scuri e folti tagliati fino alla nuca e gli occhi neri cosi profondi che potevo immergermi in quello sguardo, era vestitto di nero tranne le scarpe di un blu scuro, teneva le braccia incrociate e i pugni serrati, <volevo contattare uno spirito> mi fulminò con lo sguardo <non hai l'aria di una che fa queste cose> disse con aria seccata <ma questo non mi impedisce di farlo> sospirò <allora siediti cominciamo> e mi indico una sedia, mi sedetti e lui fece altrettanto <metti il dito qua> e mi indico un lato di un piccolo triangolo con un buco al centro e io ubbidii e lui fece lo stesso <spettro che sei in questa stanza se ci sei dacci un segno> disse con un tono solenne ma non successe niente, chiusi gli occhi e quando li riaprii la mia collana scintillo per via della luce della candela e attiro l'attenzione del ragazzo che mi guardo con aria stupita e gli occhi sbarrati <che c'e?> dissi preoccupata <chi sei tu?> ero confusa perche me lo chiedeva
<che intendi dire?> <no niente lasciamo perdere> e distolse lo sguardo <allora perché mi fai preoccupare io so chi sono io sono un essere umano come te e adesso spiegarmi cosa intendevi dire!> ero furiosa perché comportarsi così io nemmeno lo conoscevo <niente non sono affari tuoi> come fa a essere calmo certo che sono affari miei ma qualcosa mi diceva che dovevo andarmene da qui e cosi feci oltrepassai la porta e mi ritrovai in discoteca oltrepassai la folla di ubriachi e me ne andai, salii sulla mia moto e partii. Andai nel bosco l'unico posto in cui potevo essere me stessa scesi dalla mia moto e cominciai a correre e mi ritrovai nel mio posto preferito una radura che finiva con un precipizzio e proprio li c'era un'albero di solito quando sono triste vado li per consolarmi, rallentai il mio passo e mi sdraiai ai piedi dell'albero la mia rabbia per qualche motivo si era trasformata in tristezza e mi misi a piangere.
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Il mio demone
FantasyChe cosa succederebbe se la tua vita fosse totalmente "normale" ad un certo punto la ritrovassi tutta sottosopra e il tuo modo di vedere le cose in modo totalmente "paranormale"? Beh, lo stai per scoprire