Un regalo speciale

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I miei capelli volavano ribelli alla velocità della moto, mi e sempre piaciuta questa sensazione di libertà, mi sentivo indipendente da tutto e da tutti, ma questa volta non me la gustai come facevo di solito, anzi acellerai e i miei capelli al posto di sfiorarmi il viso dolcemente mi davano frustate, ma non feci caso neanche a quello, volevo soltanto arrivare in fretta in quella radura, arrivare dal mio Andre. Accostai vicino ad un sentiero ghiaioso che portava dentro la foresta, ma a me quel sentiero non serviva, la radura era dal lato opposto di dove portava il sentiero, conoscevo bene la strada quindi era quasi impossibile che io mi perdessi, feci un respiro profondo e mi addentrai nella boscaglia. La foresta era fitta e i raggi arrivavano a fatica facendo, risplendere le foglie, i rametti caduti e le foglie secche scricchiolavano al mio passaggio e il cinguettio degli uccelli davano un sottofondo sereno e rassicurante, l'aria era fresca e frizzante sembrava che li non avesse piovuto, anzi sembrava una giornata estiva. Ormai ero vicina alla radura, ed il mio cuore fremeva dall emozione, spostai le foglie di un cespuglio e mi trovai di fronte al mio luogo speciale. Tutto aveva un aspetto totalmente diverso dalle altre volte, ma allo stesso tempo non era cambiato niente, l'erba era bagnata e le goccioline rimaste su di essa faceva risplendere il prato come diamanti ed i fiori sparsi qua e la per il prato facevano a gara a chi aveva il colore piu acceso. Andai avanti con lo sguardo e vidi che l'albero aveva le foglie di un verde acceso e si scorgevano piccoli fiori bianchi, abbassai lo sguardo verso il tronco e vidi Andre seduto accanto all'albero rivolto verso la foresta con aria pensierosa, la sua pelle liscia scintillava alla luce del sole e i suoi capelli erano mossi da una leggera brezza, era bellissimo. Feci un passo avanti senza far rumore ma lui si volto comunque rivolgendomi un timido sorriso, si mise in piedi e mi venne incontro e io feci altrettanto, arrivammo l'uno di fronte all'altra eravamo abbastanza vicini da sfiorarci quando lui tese le braccia e mi abbracciò, era caldo e profumava di un odore intenso e affumicato ma difficile da spiegare, forse era una spezia, avvicinò le sue labbra al mio orecchio e mi sussurrò <pensavo che non saresti venuta>, il suo tono di voce era calmo e rassicurante, strinse di piu la presa e mi sentii protetta nelle sue braccia <come mai?> chiesi con tono leggermente scherzoso, come potevo non venire? <beh! Chi crederebbe mai a uno uno psicopatico che tormenta le ragazze?> disse tentando di imitare la mia voce, era quello che pensavo di lui quando ci siamo incontrati per la prima volta, ma... <adesso è tutto diverso, io ti credo ti credo con tutta l'anima>, rimasi stupita dalla verità delle mie parole, ma era quello che pensavo veramente e non me ne pentivo, mi strinse ancora più a se, ora mai eravamo incollati l'uno all'altra e non avevamo intenzione di lasciarci. Rimanemmo li per un tempo indecifrabile finché Andre no si staccò da me e mi invitò a sedere sull'erba umida, feci ciò che mi aveva chiesto e diedi ancora una volta un'occhiata al paesaggio, <hai fatto tu tutto questo?> chuesi indicando la radura con lo sguardo,<i miei poteri non sono tutti malvagi> rispose sereno <è tutto bellissimo> dissi con sguardo sognante rivolto verso l'albero per poi rivorgerlo a lui, notai che i suoi occhi erano totalmente rossi <qual'è il tuo fiore preferito?> disse e mi prese una mano per accarezzarla <il gelsomino>, chiuse gli occhi e poco dopo il veto trasporto una miriade di gelsomini, rimasi stupita era tutto cosi... <meraviglioso> guardai Andre stava sorridendo, un sorriso caldo e dolce mi piaceva molto <vorrei darti una cosa> e mi mise una cosa nel palmo della mano che strigeva, vidi un piccolo campanello nero al centro della mia mano, mossi leggermente la mano e il campanellino fece un dolce trillio simile alla melodia del mio sogno <ti piace?> mi chiese Andre guardando anche lui il campanello <si mi piace moltissimo> poi pensai che cosa mi avevano detto i miei genitori il giorno del mio dodicesimo compleanno "Greta questo ciondolo conterrà la cosa piu importante della tua vita quindi custodiscilo con cura" e mi ricordai del mio ciondolo, lo presi con l'altra mano e lo aprii e ci misi dentro il campanello, quando lasciai andare il ciondolo il campanello tintinnò subito con dolci suoni e poi guardai Andre <a cosa serve il campanello?>, lo sguardo di Andre si incupi <un giorno i cacciatori di demoni mi scopriranno e mi rispediranno nel inferno>, perche diceva questo come poteva pensare cose del genere <non ripetere piu questo io non potrei mai perderti> <mi dispiace Greta ma un giorno mi troveranno> <no io non posso non voglio e non potrò mai perderti> ora mai avevo gli occhi stracolmi di lacrime <Greta ti prego...> mi mise una mano su una guancia <...non piangere> <come non potrei piangere se tu dici queste cose> ora mai non mi trattenni e mi misi a piangere <Andre io...non potrei mai...no non posso> avevo la voce tremante non poteveo nemmeno completare la frase <Greta come posso io vederti piangere per una cosa che non posso fermare> mi asciugò le lacrime con il pollice, persi il controllo e affondai la faccia nel suo petto <Greta mi spezza il cuore vederti cosi ti prego dimmi che devo fare?> alzai lo sguardo e lo guardai in faccia <prometti... prometti che se questo succederà farai il possibile per tornare da me... ti prego Andre!>
non riuscivo ad vedere niente visto che le lacrime mi riempivano gli occhi per poi rigarmi il viso <va bene... va bene... te lo prometto adesso smettila di piangere> mi asciugai le lacrime e notai che era molto dispiaciuto e i suoi occhi avevano delle leggere sfumature di rosso così gli feci un timido sorriso per farlo sentire meglio e la sua espressione cambiò subito <ti amo Greta non lo dimenticare mai> ebbi un sussulto era la prima volta che me lo diceva <anche io ti amo Andre e ti amerò per sempre> mi avvicinai sempre di più a lui e nessuvo voleva dire nient'altro affinche quel pacifico silensio non si rompesse, Andre avvicino il suo viso a me finche i nostri nasi non si toccarono ora mai i suoi occhi erano di un rosso acceso come mai prima d'ora sembravano fatti di fuoco, continuò ad avvicinarsi finché le nostre labra non si toccarono, il bacio era pieno di passione quasi possessivo ora mai eravamo l'uno parte dell'altra, gli cinsi il collo con entrambe le braccia e lui fece lo stesso con la mia vita, mi sentivo bruciare dentro, misi le mani fra i suoi capelli erano morbidi e setosi e lui i strinse ancora piu a se ormai stavo soffocando nella sua presa ma non osai lamentarmi anzi lo invitai ad stringermi ancora più forte stringendogli i capelli ora io ero sua come lui era mio per sempre.

Il mio demoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora