1. ATTO PRIMO

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Venerdì, 13 febbraio 1931 - ore 18:32

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Venerdì, 13 febbraio 1931 - ore 18:32

Orrore. Paura. Disperazione.

Tre vocaboli apparentemente simili tra loro, eppure capaci di scaturire stati d'animo del tutto differenti. Così inizia il mio diario. L'atto primo di quella che, a quanto pare, sarà la mia vita d'ora in poi.

Mi chiamo Garson Moslack.

Molti di voi mi conosceranno come "Il Grande Moslack". O almeno spero sia così... anche se di "grande" mi è rimasto ben poco, oramai.

E comunque, pensandoci bene, a chi importerebbe? Che senso ha rivolgersi a terzi e fingere che a qualcuno importi qualcosa di queste mie parole quando probabilmente mai nessuno le leggerà?

Forse è solo un disperato tentativo di restare ancorato alla realtà in mezzo a questo mare in tempesta che è la vita. Un mare popolato da matti che si fingono sani e sani che si credono matti.

Proprio per questo ho accettato il consiglio del Dr. Irwin di tenere un diario.

«Tre volte al giorno, tutti i giorni» questi sono gli ordini del medico.

Mi crede uno stupido. Crede non abbia capito che il suo consiglio è in realtà un modo per agevolargli il lavoro e permettergli di analizzare la mia situazione clinica restando seduto comodamente sulla vecchia poltrona del suo ufficio.

Quindi, dopotutto, c'è qualcuno che leggerà le mie parole. Ma non mi importa. Che le legga pure. Io continuerò a scrivere.

Devo farlo.

Non per aiutare lui, ma per aiutare me stesso. Devo continuare a scrivere perché ho il timore che un giorno tutto questo svanisca. Che la mia memoria, la mia sanità svanisca.

Sono imprigionato tra queste mura da circa due settimane. Si, esatto. Mi sono bastate due settimane per capire esattamente il livello di disperazione che si respira qui dentro. Questo posto puzza di morte. Annulla il tuo essere. Ti porta via l'anima. E non posso permettere che accada. Ho già perso fin troppo.

La legna nel camino ha smesso di ardere già da un pezzo. Tra qualche minuto dovremo tornare nelle nostre celle. D'un tratto mi sento stanco e affaticato. Probabilmente le pillole iniziano a fare effetto. Forse è meglio finirla qui per oggi.

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Domenica, 15 febbraio 1931 - ore 05:03

La sveglia di questa mattina non è stata diversa da quelle che noi pazienti (o meglio detenuti) siamo costretti a subire ogni giorno. Puntuale come un orologio svizzero, alle 5:00 del mattino l'infermiere Aigar lancia una secchiata d'acqua gelida sulle brande di ogni singolo individuo per augurarci il buongiorno.

Le Origini Del Male (A Stanley Prequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora