3. COLPEVOLEZZA

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Giovedì, 26 febbraio 1931 - ore 11:41

Alle volte realizzi che una giornata non andrà come speri dal momento in cui apri gli occhi al mattino. Questa è una di quelle giornate.

L'infermiere Aigar oggi deve aver dimenticato di svegliarci... o di svegliarmi. Quell'inutile incapace. Non ho sentito la campana della colazione, e ora non è rimasto più nulla. E' la quinta volta in 3 settimane che accade. Persone così negligenti non dovrebbero neppure avere il privilegio di esistere.

Ho chiesto ad Elias se fosse rimasto del latte per me, ma neppure lui sembra voler collaborare. Che cos'hanno tutti? Perché mi trattano così? Credono che questo tipo di trattamento ci aiuti a recuperare la salute mentale?

Tutto quello che sono riuscito a procurarmi sono delle pillole di dubbia provenienza trovate sul pavimento, e il fondo della caraffa che qualche ora fa conteneva della camomilla maleodorante. Sempre meglio del latte e del pane che servono in questa topaia, non c'è dubbio.

Spero che le pillole mi aiutino ad allietare questo schifo di giornata. Gli infermieri ci imbottiscono di pillole. Quelle che prendo di solito sono di colore blu e bianco, ma quelle che ho preso poco fa erano rosse. Due pillole rosso sangue.

Che strano colore, il rosso. Vivace, inquieto, passionale. Era il colore preferito di mia moglie. Indossava un abito rosso il giorno della sua morte.

Ultimamente ho parlato molto di Joyce durante le mie sessioni con il Dr. Irwin. A quanto pare, secondo lui, non sono ancora riuscito a superare appieno la sua perdita. Che grande scoperta. Chi mai riuscirebbe a superare la morte della persona più importante della propria vita?

Mi ha consigliato di scrivere nero su bianco tutte le emozioni legate a quel maledetto giorno. Come se fosse semplice. Forse scrivere mi aiuterà a dimenticare la voragine che ho nello stomaco. Forse saranno le pillole a farlo.

Le pillole rosse. Chissà cos'erano. Sonniferi? Antidepressivi? Magari contenevano del veleno mortale. Vorrei tanto fosse così. Mi è rimasta una sola consolazione: un giorno la morte spezzerà i cardini delle porte del Rosemary e potrò finalmente raggiungere la mia amata Joyce.

Il rosso è il colore che meglio rappresentava la vita di Joyce. Ed anche la sua morte. Non potrebbe essere lo stesso per me? Lasciare questo mondo grazie a due pillole rosse? Non sarebbe oltremodo poetico?

Regalerei al diavolo tutti i restanti anni della mia vita per poterla rivedere un'ultima volta. Per poter cancellare in un istante quel terribile giorno in cui tutto cambiò. Come se non fosse mai accaduto. Peccato che la realtà dei fatti sia ben diversa.

Il resto della mia esistenza l'ho ceduto al diavolo dal momento in cui ho varcato le soglie di questo posto infernale. Questa non può essere considerata vita. Qui non stiamo vivendo. Stiamo sopravvivendo. Ripensandoci, questa mia condizione va ben oltre le logore mura del Rosemary. Perché la mia vita è andata via con la sua, e non potrò più riaverle indietro. Nessuna delle due.

Le Origini Del Male (A Stanley Prequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora