15. ULTIMO ATTO

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Non mi lasceranno mai in pace. Sono ad un passo dalla morte, eppure eccolo ancora una volta, il destino, bussare alla mia porta. Veste i panni di una folla inferocita pronta a mutilarmi. A farmi tacere per sempre.

I cardini della porta della mia abitazione iniziano a cedere. Che entrino pure. L'ho detto e lo ripeto. Se è il fuoco che vogliono, il fuoco avranno.

Sono stufo di questa situazione. Non lascerò che distruggano la mia ultima creazione. Devo mettere in salvo Stanley. Questo baule è proprio ciò di cui avevo bisogno. Il "baule dei ricordi". Qui dentro Joyce ed io abbiamo conservato tutti i nostri più cari ricordi. Le nostre lettere d'amore, le primissime foto scattate insieme. E' qui che conserverò Stanley. Il nostro amato bambino. Qui nessuno lo troverà mai.

E' ora di affrontare la folla. E' ora di farla finita. I demoni nella mia testa non fanno che urlare. Chiedono vendetta. Vogliono uscire. Una volta per tutte. Ringhiano con odio. Ed io con loro.

«Sta uscendo, finalmente! Lo Stregone Moslack! Forza, facciamogliela pagare!»

L'intera popolazione ha iniziato ad avvicinarsi alla mia casa. Centinaia di forconi incendiano le assi di legno di cui è composta. Sento il soffitto tremare. Crollerà da un momento all'altro. L'intera casa è ricoperta di fumo. Non riesco a respirare. Perdo i sensi. La porta principale è stata buttata giù da due uomini. Mi prendono per i capelli e portano fuori come fossi una bestia.

Sento i miei piedi ardere. Mi stanno dando fuoco! Mi guardo intorno e vedo sempre più persone attorniarmi con i propri forconi. E' finita. E' così che morirò? No. Al contrario. Questo è il momento giusto!

Chiudo gli occhi. Sono iniettati di sangue. Due fari infuocati pronti a chiedere vendetta. Sorrido. Inizio a sorridere di gusto, emettendo un'oscura voce che non ho mai sentito prima. Non è la mia voce. La mia voce non è così malvagia.

«Volevate uno stregone? Qualcuno da incolpare e seviziare per soddisfare la vostra insaziabile sete di sangue? Fanculo. Ecco lo stregone! Ecco in cosa mi avete trasformato! Vi consiglio di iniziare a pregare...»

Vedo il cielo avvicinarsi sempre di più. Non è il cielo. Sono io. Inizio a librarmi a mezz'aria. Spalanco le braccia e mi godo lo spettacolo, steso, a un metro dal pavimento. Osservo i loro volti allibiti. Sono ancora troppo rosei per i miei gusti. Voglio vedere il sangue. Voglio vederli implorare il mio perdono. Iniziano ad agitarsi. Allontanano i forconi dal mio corpo e li lanciano sul volto dei propri compagni.

Uno dopo l'altro, infilzano vicendevolmente quei bastoni di legno infuocati nelle loro carni. Guance strappate come fossero purea di patate. Occhi rinsecchiti che saltano via come chicchi di uvetta. Volti lacerati dal calore, strati e strati di pelle che si sciolgono, staccandosi dai teschi.

Proprio come nel mio sogno al cimitero.

Li osservo come fossi su un palcoscenico. Come nel mio sogno. Orde di cadaveri ambulanti che cercano di salvare la propria vita girando intorno alla mia casa, impiegando le loro ultime energie a danzare tra le fiamme mentre i loro corpi arrostiti vengono scarnificati di ogni strato di pelle. Sangue. Sangue ovunque. Sangue in ogni dove. Di tanto in tanto capita che qualche corpo urti contro di me, perdendo arti e imputridendo il mio corpo con il proprio sangue.

Una pioggia rossa. Un secondo battesimo. E' ora. Ha inizio la prima fase della rinascita di Stanley. Tra settantatré anni potrai rinascere, figlio mio. Più i cittadini stramazzano al suolo carbonizzati, più il mio potere aumenta. E' ora di abbandonare questo posto.

I miei piedi toccano nuovamente il suolo, per quanto possano reggere. Sto morendo. Il mio intero corpo è in fiamme. Eppure non sento nulla. Neppure un formicolio. E' arrivata la mia ora. Voglio morire nella mia casa. Vorrei essere accontentato almeno in questo. Le travi del soffitto iniziano a cedere. Avverto una grande stanchezza. Simile a quella che provavo dopo aver preso le pillole al Rosemary Asylum.

Sarà meglio riposare, ora. Mi stenderò qui, accanto al baule dei ricordi. Quale modo migliore per andarsene, se non stando accanto ai miei ricordi. Il mio Stanley. Mia moglie Joyce. Spero di riuscire ad incontrarla nell'aldilà. Mi manca terribilmente. Ancora per poco. Addio, mondo. Non ti maledirò mai abbastanza per avermi tolto fino all'ultimo briciolo di umanità.

Ho fatto tutto questo per te, Stanley. Per permetterti di avere la vita che non hai mai avuto la possibilità di vivere. La famiglia che non hai mai incontrato.

Tutto questo, solo per te.

Ti voglio bene.

Le Origini Del Male (A Stanley Prequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora