Lunedì, 5 luglio 1943 – ore 09:47
Non riesco a credere che il Dr. Irwin sia tornato. 12 anni. Quanto tempo è passato. Siamo irriconoscibili. Tutti questi anni hanno visibilmente marchiato i nostri volti. Solchi. Rughe. Cicatrici. Segni indelebili di una vita passata tra sorrisi, lacrime, dolori, realizzazioni e incertezze. Potrebbero essere letti proprio come si legge un buon libro. Anche loro hanno qualcosa da raccontare. Forse più di qualsiasi altra persona o mezzo di comunicazione.
Il Dr. Irwin. Che gioia rivederlo! Non avrei mai pensato sarebbe potuto accadere. Non dopo tutto questo tempo! Adesso è il Direttore del Rosemary Asylum. Sapevo che sarebbe riuscito a realizzare il suo più grande sogno. E sapevo che avrebbe svolto un ottimo lavoro. Non è mai stato cattivo. Era solo vittima di un sistema sbagliato, retto nelle mani del Dr. Kilgate. La sua dipartita è stata la cosa migliore per tutti noi.
«Devo parlarti, Garson...»
Irwin è tornato per me. Per darmi una notizia. La più importante che abbia mai ricevuto nella vita. Anche Kilgate era tornato per lo stesso motivo, ma non gli ho dato modo di esprimersi. Non potrà più farlo. Mai più. E' stata la Dr.ssa Edwards a trovare i resti dell'ex Direttore sparsi per tutto il cortile. Hanno tutti sostenuto che si trattasse di suicidio. Tutti, nessuno escluso.
Gliel'ho lasciato credere. Non avrei potuto fare altrimenti. Sono quasi certo che Irwin nutra qualche sospetto al riguardo, ma al contempo riconosca che la fine di quello spregevole uomo non poteva che essere una cosa positiva. Irwin è tornato al "Settore M" per darmi una notizia che ha cambiato la mia vita.
Sono innocente.
Dopo dodici anni di prigionia, il Dipartimento di Polizia di Chicago ha riesaminato il mio caso: SONO INNOCENTE. Non riuscivo a crederci. E' stata una notizia agrodolce. Sì, sono contento che dopo tutti questi anni i miei sforzi siano valsi a qualcosa. Che la mia innocenza sia stata riconosciuta a discapito di tutti coloro che hanno fatto di tutto pur di farmi credere il contrario. Non ho ucciso Joyce. Ma è proprio così?
Joyce. Mia moglie. Credevo di aver superato la sua morte, di essermi lasciato tutto alle spalle dopo la sua apparizione 11 anni fa. Mi sbagliavo. Perché mia moglie non è stata assassinata. Non entrò nessuno in casa, quel maledetto giorno. Mia moglie aveva contratto una grave patologia all'epoca sconosciuta. Irwin afferma si tratti di "Rettocolite ulcerosa".
Un'infiammazione cronica intestinale che interessa le pareti del colon e del retto. Tra i sintomi vi sono forti crampi addominali, perdita di peso, sanguinamento e febbre. Pochi giorni prima della sua morte, Joyce accusava tutti i sintomi di questa terribile malattia. Soffriva di crampi intestinali da mesi, ormai. Come ho potuto permettere che accadesse? D'un tratto il mio umore depresso è tornato a tormentarmi. Lo sento comprimermi il petto. Comprimermi il cuore.
E' colpa mia. Joyce è morta a causa mia. Se mi fossi potuto permettere anche solo di farla visitare da un medico, probabilmente a quest'ora sarebbe ancora viva. Sono un miserabile, è questa la verità. Un povero miserabile. Hanno fatto bene a rinchiudermi in questo posto. Merito di essere qui. Dovrebbero incatenarmi in una cella e gettare via la chiave. Joyce è morta. E la colpa è soltanto mia. Sono stato un pessimo marito. Una pessima persona. Un fallito.
Il Dr. Irwin continua a dire che non dovrei farmene una colpa. Che questa malattia colpisce improvvisamente e per le cause più disparate. Ma non ce la faccio. Non posso fare a meno di colpevolizzarmi. Avrei preferito non sapere nulla. L'esperimento di Avery. E' grazie a questo esperimento che sono riusciti ad ottenere i presupposti per riaprire il caso. Odio il fatto che abbiano utilizzato parti del cadavere di Joyce dopo tutto questo tempo, soltanto per uno stupido esperimento.
Irwin dice che il lavoro di Avery e dei suoi collaboratori ha rappresentato una pietra miliare nel percorso che ha poi portato alla scoperta del DNA. Non ho ben capito cosa sia questo DNA, ma a quanto pare fa parte degli studi sulla genetica e la biologia molecolare. Tramite questo esperimento è stato possibile analizzare la qualità del DNA presente nelle feci della mia defunta moglie e determinare le cause della sua morte.
Non riesco a credere che sarò scagionato. Irwin dice che potrebbe avvenire a giorni. Sarò finalmente libero. Chissà che posto è diventato il mondo al di fuori di queste mura. La mia amata Chicago. Sarà ancora quella dannata città capace di darti tutto e poi all'improvviso strappartelo dalle mani? Devo pensare positivo. Ho qualche anno in più. Ho qualche ruga in più. Ne ho passate davvero tante in questo posto, eppure sono ancora qui. In piedi. Ben saldo al pavimento e con la dignità intatta. Uscirò a testa alta da questo posto. Me lo merito, dopotutto.
Sarà dura senza Joyce. Tornare in quella casa abbandonata da anni. Chissà se è ancora in piedi! Chissà se il mio laboratorio, i miei attrezzi, sono ancora lì ad aspettarmi. E i miei pupazzi. A quest'ora saranno completamente divorati dai tarli. I miei bambini. Quanto vorrei rivederli.
Avrei voluto averli qui con me, al Rosemary. Avremmo potuto parlare tanto. Ho sempre conversato apertamente con loro. Mi aiutavano a superare gli screzi della vita. Ripensandoci, farei meglio a non scrivere certe cose. Non ora che manca così poco al mio rilascio. Per fortuna nessuno qui al "Settore M" si preoccupa di leggere il mio diario.
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Lunedì, 25 ottobre 1943 – ore 06:32
Ci siamo. Tra poco rivedrò la luce del sole. Le mie ultime ore al Rosemary Asylum. Che viaggio è stato. Non avrei mai pensato di dire una cosa simile, ma... Sono grato. Sono grato del mio tempo passato qui in manicomio. Questo posto mi lascerà delle lezioni che non scorderò mai. Delle amicizie che non dimenticherò mai. Jordan e Rick. E Charles Miller... Cosa darei per rivederlo.
Negli ultimi giorni i miei amici non sono stati molto gentili con me. Come biasimarli? Loro dovranno restare al Rosemary ancora per molto tempo, probabilmente per tutta la vita... Posso capire il loro stato d'animo. E non gliene faccio una colpa. In cuor mio sono consapevole dell'affetto che provano per me. E vale lo stesso per loro, ne sono sicuro. Mi mancheranno moltissimo.
Tra pochi minuti sarò libero. Niente più vestiti sporchi. Niente più cibo insapore. Mentirei se dicessi che non ho grandi aspettative. Ho avuto una seconda possibilità e ho intenzione di sfruttarla al meglio. La mia rinascita. Spero che qualcuno si ricordi di me. Del "Grande Moslack". Spero di riuscire ad ottenere un nuovo lavoro. Spero di riacquistare l'identità che mi è stata strappata dalle mani dodici anni fa. Non lo farò solo per me. Devo farlo per Joyce. Renderla orgogliosa di me. Ci riuscirò.
Adesso devo andare. E' arrivato il Dr. Irwin. Ti ringrazio per avermi accompagnato in questa grande, indimenticabile avventura. Purtroppo il nostro viaggio termina qui. Non posso portarti con me. Non voglio. Appartieni a questo posto. E con te, il vecchio Garson. E Charles. Rick e Jordan. L'infermiere Aigar. Il Dr. Kilgate. La dolce infermiera Sarah e i due esseri ripugnanti che l'hanno spinta a togliersi la vita, Lee e Barrett.
Appartieni ai demoni del Manicomio Rosemary, diario. Veglia su di loro e fai in modo che nulla di ciò che è avvenuto in questo posto possa riaccadere.
Per l'ultima volta.
Addio Rosemary Asylum.
Addio, diario.
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Le Origini Del Male (A Stanley Prequel)
Mystery / ThrillerPrequel del mio primo libro "Stanley - Il massacro di Halloween", presto disponibile in formato ebook e cartaceo. Chicago, anni '30. Costretto ad abbandonare il palcoscenico a causa della Grande Depressione, il ventriloquo Garson Moslack uscirà de...