Capitolo 5

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Porca merda!

Un ragazzo altissimo (più di me questo è poco ma sicuro) è esattamente a un metro da me che mi squadra dalla testa i piedi con un ghigno fastidioso in volto. Indossa solo una canotta bianca che fra spiccare tutti i suoi immensi e enormi tatuaggi sparsi su tutto il corpo, TUTTO! Anche il pantaloncino da basket rivela disegni sulle scale del grigio che catturano la mia attenzione. Devo dire che quegli scarabocchi mi stanno distraendo.

Deve essersi accorto di sicuro che mi sono persa a fissare le sue spalle e il suo petto perché lo sentii sghignazzare divertito subito dopo.

È un montato che crede di avere il mondo ai suoi piedi! Ho già capito che tipo è. E devo ammettere che purtroppo non fa per me.

Il ragazzo intimorisce parecchio, ma non me. Non mi fanno paura i tizi come lui. Ho avuto a che fare con persone ben più losche di lui a giudicarlo a prima vista. Ma in effetti non so nulla di questo biondo e non posso metterci una mano sul fuoco.

Addominali scolpiti e messi in evidenza da una semplicissima canotta bianca e aderente. Pantaloncini morbidi neri a cavallo basso. I suoi occhi visti da così vicino sono ancora più azzurri e i suoi capelli gli ricadono sulla fronte coprendone appena uno.

Aspetta!

Cazzo ma è il ragazzo della BMW!

"Roxen Martinez datti una calmata! Il tipo è ancora di fronte a te!"

Merda!

Mi risveglio dalla mia trance e noto con disgusto che il biondo mi sta fissando divertito in cerca di una mia risposta. Alaska in cambio sta continuando a ringhiare e mi distoglie parecchio dalla situazione. Devo tenere ben saldo il guinzaglio o potrebbe dargli addosso. Non le sono mai piaciuti gli estranei che mi si avvicinano, è molto gelosa e protettiva.

<<E tu dove hai lasciato la tua macchina super tamarra?>>

Mina mi ha sempre detto: se vuoi far innervosire un ragazzo, allora rispondi sempre con una domanda. Li fa andare in bestia. Ho già testato questa tecnica e non ha mai e dico MAI fallito.

<<Quella macchina tamarra è la mia bambina tesoro>> Mi schernisce lui ovviamente, innervosito.

Tombola Roxy!

Mi diverte la sua reazione che mi scappa un risolino, poi gli volto di nuovo le spalle e continuo a gustarmi la colazione, che ho tanto atteso e desiderato.

Ma a quanto pare si sono messi tutto d'accordo fra ieri e oggi che devono invadere gli spazi vitali di Roxy!

<<Che caratterino!>> Ironizza ancora dietro di me.

Adesso basta! Mi alzo dalla sgabello velocemente avendo perso la pazienza e mi impunto davanti a lui. Non mi fa paura!

<<Ascolta ragazzino! Non so chi cazzo tu sia, so solo che sono qui da un giorno appena e già mi sono rotta i coglioni, ok? Quindi ora, visto che la tua minuscola materia grigia non ha afferrato il messaggio te lo dico schiettamente: Non. Devi. Rompermi. i. Coglioni! CHIARO?!>> Gli urlo in faccia mentre gli punto ripetutamente con un dito sul petto. Ho attirato l'attenzione forse di tutto il locale che ci fissa confusi. Bene! Prima figura di merda, fatta! Menomale che ci sono solo due tavoli con dei vecchietti a leggersi il giornale e gustarsi un caffè.

Il tipo mi guarda senza parole e ad occhi sgranati. Bene, forse adesso ha capito! Se fosse il contrario allora è proprio un imbecille.

La sua espressione da allibita si trasforma in furibonda. Mmm che palle.

Ma non la possiamo finire qui e basta?!

<<Ragazzino a me? Dici sul serio!? Sai con chi cazzo hai a che fare bambolina, eh?>> Domanda sarcastico lui.

Bhè no! Non ho idea di chi cazzo sia e nemmeno mi interessa, infatti:

<<Non me ne frega una beata minchia di chi cazzo sei. Per me sei solo un rompipalle che mi sta importunando mentre sto cercando di mangiare un fottuto cornetto!>> Sbotto ancora più su di giri.

Alaska comincia ad abbaiare verso il tipo. Perfetto! Ora sì che devo tagliare la corda.

Aspetta!
Poi però scatta il lampo di genio.

Se Alaska sta abbaiando senza saltargli addosso e attaccarlo, vuol dire solo una cosa.

Il tipo ha della droga addosso! Hai capito lo stronzo!

Ora c'è l'ho in pugno!

<<Tieni a bada la tua cagnolina bambolina!>> Mi intima serio. Ha anche il coraggio di minacciarmi?! Ma vaffanculo va!

<<Facciamo così tesoro! Io farò finta che tu non sia nemmeno entrato da quella porta e...io in cambio non urlo a tutto il locale quanta droga hai nelle tue tasche e facciamo finta che non sia successo nulla. Altrimenti preparati a scappare inseguito dal mio cane e dagli sbirri!>> Lo minaccio di rimando sapendo che non ha altra scelta.

Infatti, il ragazzo non sembra spaventato più di tanto, o forse non lo da a vedere ma il suo sorrisetto di prima sfuma fino a scomparire.

<<Sei sveglia piccoletta! Va bene, va bene. Per questa volta hai vinto tu, ma non prenderci gusto. Non è finita qui>> Cerca di nascondere il suo nervosismo, ma gli riesce al quanto bene. Noto però i pugni stretti e la mascella serrata già da un po'. Cosa che mi fa eccitare parecchio.

<<Scusate! Voi due! Se dovete fare tutto questo casino sono obbligato a cacciarvi fuori. Il suo cane sta spaventando i miei clienti!>> Ci sgrida il proprietario del bar.

Non ci posso credere!

<<Non si preoccupi ora me ne vado>> Esclamo furiosa. Butto nel cestino affianco a me quel cazzo di cornetto che non sono riuscita nemmeno a finire e tiro via Alaska da lì che sembra essersi impuntata.

<<Alaska muoviti!>> La richiamo e finalmente si sblocca.

Prima di uscire supero quello zoticone e gli do una spallata (apposta). Che figlio di puttana, ma chi cazzo si crede di essere?!

Prima che la porta si chiuda dietro di me lo sento ridere di gusto. Giuro che lo ammazzo!

<<Alla prossima tesoro!>> Ghigna mandandomi ancora più fuori di testa. Brutto pezzo di merda.

Imbestialita mi faccio trasportare da Alaska verso casa, anche perché non ricordo come ci si arriva. Ma mi fido di lei che in poco tempo ci fa giungere a destinazione.

Non riesco a smettere di pensare alla sicurezza e all'invadenza di quel biondino! Ma a Chicago sono tutti così coglioni?!

Sono rimasta imbambolata a fissare i suoi occhi azzurri e devo ammettere che sia un peccato. È davvero un bel ragazzo ma purtroppo non potrei dire nulla sulla sua intelligenza, direi inesistente.

Ma alla fine non mi importa niente di quello. Molto probabilmente non lo rivedrò più, quindi amen.

Sono le sette. Sono in perfetto orario per l'appuntamento non Mina.

Chissà che cosa mi aspetta stamattina. Ma conoscendola credo che la sorpresa mi piacerà di sicuro.

Busso alla porta e nel frattempo che qualcuno mi apra, slaccio il guinzaglio di Alaska che non appena la porta si apre, si fionda su suo fratello.

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