-Esci da qui, per favore- ero esausta, davvero.
-Ma...-
-Niente ma, Eric. O lo fai di tua spontanea volontà o sono costretta a cacciarti- dissi con le mani sui fianchi. Ringhiò ancora contro James, mostrando le zanne e uscendo fuori di casa velocemente. Ritornai così a medicare il ragazzo. Seguì qualche minuto di silenzio.
-Te la fai con i vampiri?-
-Non me la faccio proprio con nessuno...anche se fosse, è complicato- spiegai, ritornando a medicare la ferita sulla sua spalla.
-Finito- dissi poggiando gli strumenti nella cassetta del pronto soccorso.
-Non ho abiti maschili da prestarti, mi dispiace- dissi guardandolo, dispiaciuta.
-Non preoccuparti. Ti ringrazio, ma devo andare. Mi ricorderò di te, Jenni- m'informo con un sorriso splendente sul volto, per poi diventare un lupo e correre via.
-Ora mi dici perché stavi aiutando quel lupo!- mi urlò contro Eric, spaventandomi a morte.
Lo guardai con la mano sul cuore, sgranando gli occhi, quasi mi viene un infarto.-Perché aveva bisogno di aiuto, Eric, aiuto!- gli urlai alzandomi dal tavolino.
-E' un licantropo Jenni!-
-E tu un vampiro! Per me non fa differenza!-
-Dovrebbe invece- mi disse con tono duro.
-Siete tutti uguali per me- dissi chiudendo con forza la cassetta del pronto soccorso, sentendolo ringhiare.
-Oh, non mi ringhiare contro, Eric- dissi puntandogli il dito contro.
Vi ho detto che è un brutto segno quando inizio a gesticolare?
Sì, l'ho già detto. Continuò a farlo, facendomi imbestialire.
Gli lanciai un vaso contro, che ruppe come se fosse un piatto di ceramica, parandosi con il suo braccio.-Detesto quando mi ringhi contro, non sono un cazzo di animale!- urlai buttandogli altri oggetti vicino a me, mentre continuava a romperli tranquillamente. Mi avvicinai a lui.
-Odio quando mi guardi con questo sguardo di superiorità, sei solo un vampiro che si fotte qualsiasi donna che non abbia più pudore da vendere, mentre succhia sangue e ammazza lupi. Sei un povero bastardo senza un briciolo di umanità- rimasi senza fiato, sfogandomi.
Alzò le sopracciglia e abbassò il capo in mia direzione.-Hai finito?- mi chiese a voce bassa. Odiavo tutto di lui.
-AAAAAH!- urlai rabbiosa, mentre lo vedevo ridermi in faccia.
-Se ne avessi la possibilità ti spaccherei quel bel visino che a tante piace, Eric- ero furiosa.
-Non lo faresti- mi disse, convinto.
-Oh, non sfidarmi- risposi sorridendo, okay iniziavo a diventare davvero una psicopatica.
-E poi piace anche a te, questo bel visino- disse avvicinandosi, indicando il suo volto, sorridente.
-Se non fossi così bastardo, stronzo, antipatico, freddo e senza cuore, magari potresti anche piacermi. Ma è solo una supposizione, signor Northman- continuò ancora a sorridermi, facendomi quasi venire un tic alla mano per il nervoso.
-Calmati- mi disse, accarezzandomi la guancia.
Subito il respiro mi si calmò, i battiti decelerarono, ritornando a respirare normalmente e quasi mi spaventai per l'effetto che mi aveva appena fatto.
Lo guardai sorpresa, mentre mi regalava un altro sorriso, avvicinandosi alle mie labbra, lentamente.-Cosa vuoi fare?- si fermò a qualche centimetro dalle mie labbra e spostò il suo sguardo dalle mie labbra ai miei occhi.
-Voglio baciarti, ovvio-
-Ovvio al piffero. Io non voglio- dissi opponendomi. Rise.
-Non sai proprio mentire- si buttò sulle mie labbra, facendomi quasi perdere fiato.
Mi prese in braccio e istintivamente allacciai le gambe intorno al suo busto.-Vedi? Ti viene spontaneo- disse facendomi prendere fiato, per poi continuare a rapire le mie labbra tra le sue: la nostro sembrava più una battaglia che un bacio.
Frenetico, poco passionale e poco casto. E non lo so nemmeno, ma gli morsi un labbro, fermando il bacio.
Aprì gli occhi di scatto, famelici verso di me, mentre fece spuntare le sue zanne, molto appuntite.
Con quei capelli biondi spettinati, era quasi bello, mentre mi rispecchiavo nei suoi occhi azzurri. Spostò la sua testa vicino al mio collo e affondò le sue zanne nella mia carne.
Soppressi un grido, sbattendo la testa al muro e affondando le mie unghie nelle sue braccia scoperte dalla maglia a giro che portava.
Lo sentii staccarsi dal mio collo, per poi leccarlo e pulirlo dal sangue che avevo ancora su di esso.
Mi fece scivolare le gambe a terra e portare i piedi al suolo, sentendomi mancare non vidi più nulla, solo il nero. Mi risvegliai nel mio letto, trovando affianco a me Eric, che dormiva come se fosse una cazzo di mummia egiziana con tanto di mani sul petto.
Che impressione. Appena mi alzai, mi girò la testa, un giramento molto forte.
Mi toccai il collo e sentii dolore toccando i fori che Eric mi aveva fatto.-Come stai?- mi voltai vedendolo con un braccio dietro la nuca e l'altra mano poggiata sugli addominali.
-Di merda, non si vede? Ma quanto cazzo hai bevuto?- domandai infastidita. Il collo mi faceva male, sembrava che avessi donato metà della quantità di sangue che posso avere in corpo.
-E' normale sentirsi così la prima volta- m'informò alzandosi dal letto, levandosi la maglia a giro nera.
-Che fai?- chiesi ancora acidamente, osservandolo a petto nudo.
-Mi vado a fare una doccia. Vieni con me?- chiese mentre si slacciata la cintura del pantalone.
-No. Devo mangiare, io- dissi con una punta d'ironia, andando verso le scale e per poco non caddi ad ogni gradino.
-Io lo ammazzo, sì lo faccio- continuai a ripetermi scendendo le scale.
Più tardi, arrivai finalmente in cucina, mangiai quasi tutta la frutta che avevo in frigo.
Appena sentii dei passi mi voltai vedendo Eric con l'asciugamano in vita, venire e rubarmi un pezzo di frutta che stavo per mettere in bocca e papparmi.
Lo guardai male, mentre si avvicinava al bancone e prese dallo scaffale sopra di me, lo zucchero.-Ti conviene fare scorta di vitamine, anche zucchero- disse leccandosi un dito, infilandolo nello zucchero e leccarlo, quasi come a sfidarmi.
Gli sorrisi, beffardamente, facendo la stessa cosa fatta da lui con il suo dito, ma oltre che leccarlo glielo morsi.-Ahia!- disse ritirando il dito.
Scoppiai a ridere, con quella faccia dolorante non l'avrei mai immaginato.
Non riuscivo proprio a smettere, mentre notavo sul suo volto, la sua espressione mutare, lentamente diventando sorridente e appena si avvicinò a me, automaticamente smisi di ridere.-Mi piace quando ridi- era ormai vicino a me, intrappolata tra lui e i mobili della cucina.
-Credo sia umano, ridere- lo informai, guardando altrove, sentendomi quasi imbarazzata da quel suo sorriso sincero.
Posò la sua mano sulla mia guancia, spostando il mio sguardo verso di lui.
Con il pollice, continuò ad accarezzarmi e quasi pensai fosse tutto un sogno.-Devo andare- mi informò, togliendo velocemente la mano dal mio volto.
Velocemente mi prese in braccio e cercai di liberarmi ma era troppo veloce e forte, ritrovandomi poi nel seminterrato del suo locale, con una catena al collo.-Eric!- gli urlai vedendolo salire le scale. Non mi degnò di uno sguardo.
-Stronzo- sussurrai a denti stretti.
I giorni successivi e la sera stessa, Pam venne a darmi i pasti, sorridendomi appena.
Ogni giorno sentivo rumori di lotta, lupi guaire, persone urlare e oggetti rompersi.
Essendo sempre al buio, era difficile capire quanti giorni ero stata rinchiusa.
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Un nome un problema
FanfictionAvete mai conosciuto un vampiro più stronzo, bastardo, approfittatore e puttaniere che mai? Be io sì, e si chiama Eric Northman.