L'allenatrice disse la formazione e io non credendo alle mie orecchie sentì pronunciare il mio numero.
Entrai in campo ed essendo palla avversaria attesi l'inizio della partita con il cuore in gola.
Toccava a me battere; ero tesissima sul serio, mi temevano le gambe, non sembravo io.
Il fischio dell'arbitro fece iniziare il conto all'rovescia dei 8 secondi che avevo a dispsione.
Feci il primo passo. Poi il secondo e mi laciai la palla. Colpii la palla.
ACE.
Feci punto con la mia battuta e fu cosí per le altre 4 consecutive.
La partita terminò con la nostra vittoria...Ma soprattutto la mia; era la mia vittoria perché non credevo che avrei potuto fare quello che ho fatto.
Da lì iniziarono a farmi giocare quasi titolare.
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VITA "storie di volley"
RomanceUna ragazza al di fuori dal comune...lei che non si è mai arresa ora non sa se farla finita o continuare a vivere