XIV CAPITOLO

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Le provinciali erano finite.
Ora era davvero tutto finito, nonostante ci avessimo messo l'anima era tutto finito con un "pessimo" traguardo.

Passarono dei mesi ed arrivò la calda e afosa estate, che fino ad ora era stata mia nemica per il troppo tempo libero; questa volta però era diverso...mi ero iscritta per la seconda volta al camp dell'anno precedente, facendo però cinque settimane su 5.
Qualche settimana prima della fine della scuola mi resi conto che da lì a poco avrei avuto l'esame.
L'ESAME!!! Durante tutto l'anno mi ero completamente dimenticata dell'esame, e mi ritrovai a dover fare tutto il lavoro in 3 settimane.

Passate le 3 settimane la scuola finì ed iniziarono gli esami.
Avevamo una settimana di "vacanza" nella quale avremmo potuto approfondire e ripassare meglio gli argomenti, dopo di che, iniziarono sul serio.
Il sabato mattina c'era lo scritto di matematica che io trovai difficilissimo; il lunedì c'era lo scritto di italiano; martedì inglese; mercoledì francese; giovedi le prove invalsi da tutti odiate.
Passate tutte le prove avevamo 2 giorni di riposo e poi l'orale.
Il maledetto orale.
In quei due giorni non feci altro che completare il mio lavoro di arte, era un lavorone.
Il giorno arrivò e entrai a scuola con:
Un manichino con indosso un vestito
Una cartellina grande più o meno quanto metà manichino e poi una tesina per ginnastica con tutte le spiegazioni dei gesti tecnici della pallavolo.
Entrai.
I professori applaudirono e si misero a chiacchierare sorridendo; io non avevo parole....nel vero senso della parola.
Feci una grandissima figuraccia nel suonare la chitarra.....ero troppo agitata e non riuscivo a stare un attimo ferma.
L'esame finì ed andò tutto bene; uscii con 7 secondo me un bel voto.

Poi dopo 3 giorni iniziò il Camp.
Ero al settimo cielo.
Appena arrivata ero a disagio perché c'erano tutte ragazze più grandi di me tutte 22enni e apparte gli allenatori e una ragazza dell'anno precedente non conoscevo nessuno.
Poi ad un tratto arrivò un Signore; era vestito con una maglia dell'ERREA ed un berretto francese.
Lui salutò la mia amica e io gli dissi 《ciao》con un tono di voce abbastanza addormentata....Poi...mi resi conto......era.....era....o mio Dio....Non potevo crederci....era davvero era lui?.

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         SPAZIO D'AUTRICE


Ciao ragazzi/e......mi spiace molto per l'assenza di questo periodo ma sono stata davvero molto impegnata, tra verifiche allenamenti e partite non ho avuto tempo di scrivere questo nuovo capitolo.
Spero vi piaccia 😙😙
By Susy.
Buona giornata belli/e😘😘

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