XII CAPITOLO

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Arrivò il grande giorno.
Entrai in macchina, misi la valigetta affianco a me e partimmo.
Arrivai in un Palazzo abbastanza grande con 5 piani; un Palazzo molto vecchio e anche un pò tetro ma era semplicemente magnifico perché all'interno ci passerò i 3 giorni più belli della mia vita.
Appena arrivata io mia mamma e suo marito parcheggiammo e ci ritrovammo di fronte un sacco di gente ( molta della quale conoscevo già grazie a quel camp fatto d'estate) arrivai di fianco alle 3 compagne della mia squadra e pian piano iniziai a socializzare cosa che Elena aveva già fatto.
Entrammo e abbandonai i miei genitori di fuori che se ne andarono...una volta dentro ci mostrarono le camere; noi eravamo all'ultimo piano e c' erano 5 rampe di scale da fare...poi il nostro allenatore e e nostre 2 allenatrici di divisero per stanze.
Io ero capitata con una ragazza che mi era abbastanza simpatica e la prima cosa che fecimo fu quella di sistemare le nostre cose e scegliere i letti.
Arrivó la sera e ci arrivó la comunicazione che era ora di cena.
Appena entrata nella sala da pranzo/cena mi sentii subito in imbarazzo perché tutti ci fissavano; ci sedemmo e ci ritirarono i telefono.
Quella sera fu divertentissima perché io ero davanti a due ragazze ( una delle quel i era capitano ) che "litigavano" sempre e si lanciavano: sale olio acqua evitando di mangiare.
Dopo cena ci fu una conferenza e scoprii che a capo di quella conferenza c'era la mia professoressa di francese e che al suo fianco c'era l'allenatore del camp estivo e un allenatore con cui avevo molto legato.
Durò fino alle 22.30 e ci diedero un orario fisso da rispettare per andare a dormire le 23.00 così io mi dicessi subito di sopra e andai a dormire.
Sentii la sveglia suonare e la spensi...dopo 2 minuti decisi di alzarmi e vedere che ore si erano fatte.
In realtá erano passati 25 minutii!!! E noi non eravamo ancora pronte.
Avevamo soltanto 5 minuti così come 2 fulmini ci vestimmo ed andammo di sotto.
Fatta colazione andammo al palazzetto.
Per me era una cosa stranissima dover tornare in quel palazzetto perchè proprio lui in quel luogo era stato mio compagno di gioco infatti quella era stata la mia vecchia e prima società dalla quale, proprio l'anno scorso, me ne andai.
Il cuore mi pulsava a mille avevo la pelle d'oca ma non riuscivo a capire il perchè...poi capii....Erano li  tutti li di fronte a me e mi scrutavano dalla testa ai piedi ed io li ferma immobile perchè ero consapevole che avrei dovuto giocare con loro che mi fissavano e avrebbero criticato me e la mia societá per qualsiasi errore avessi commesso.

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