XVIII CAPITOLO.

96 8 3
                                    

Era agosto, per la precisione il 6 agosto.
Sapete c'è una cosa che non avevo detto, la compagna di mio padre era in cinta e le era scaduto il tempo per partorire.
L'idea di sorella, come tutte le cose che mi capitavano, mi impauriva.
Mi faceva strano, molto strano, da figlia unica ho sempre avuto una bella vita sinceramente e il fatto che una creaturina stava per iniziare a farne parte mi faceva rabbrividire, in senso buono ovviamente.

Si fece sera,
[squillo del cellulare]
*Babbo*
:"Pronto!!" Dissi entusiasta.
"Tua nonna ti sta aspettando sotto casa tua....il tuo piccolo fratellino è nato!!"
Scesi di corsa e salii in macchina.
"Nonnaaa!!!!!! È natooo!!! Chissà come avranno deciso di chiamarlo alla fine?! Lorenzo? Michele? Valerio? Mattia? John?"
"Davide" disse mia nonna con una tranquillità ammaliante.

Arrivammo in ospedale, salii di corsa le scale, entrai nella camera, lo vidi, urlai, si svegliò, si mise a piangere, uscii dalla stanza.
In fin dei conti era stato un buon inizio no?
Riprovai ad entrare, con molta tranquillità questa volta, lo presi in braccio come se fosse uno degli oggetti più preziosi e fragili che avessi mai toccato e lo feci addormentare.
Dopo due o tre giorni, finalmente potevamo tornare a casa, soltanto che prima eravamo in tre e ora siamo in quattro.

Passarono settimane, e piano piano mi stavo preparando all'idea della nuova scuola.

 VITA "storie di volley"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora