Capitolo 7*Alexandra

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Usciamo dall'autostrada ed entriamo nella città di Seattle. La città è affollata e le persone che vedono la mia bambina mi guardano come se fossi un extraterrestre. Mah.
-Wow.-dice tra sé e sé Betty, mentre sposta lo sguardo da un grattacielo all'altro.
-Ti piace?-le chiedo.
-Molto, devo ammetterlo.-i suoi occhi sono limpidi.
Sorrido nel vederla così spensierata e viva. Chissà da dove prende tutta questa gioia di vivere.
Parcheggio davanti a un motel della periferia, messo non troppo bene.
-French...-dice la mora scendendo dalla macchina.
-Mhh?-faccio io prendendo la nostra roba.
-Noi dovremmo stare qui?-chiede impaurita.
-Non ho trovato di meglio.-faccio spallucce. Non dice più niente e si avvia verso l'entrata.
-Buongiorno. Avete prenotato una stanza?-chiede un uomo sulla sessantina.
-Sì, a nome Williams.-dico freddo.
-Ecco a lei. Le auguro un buon soggior..-ci passa le chiavi.
-Sì sì. Grazie.-sbuffo andando verso le stanze.
-Ma ti sembra il caso?!-chiede Betty non appena chiudo la porta della nostra stanza.
-Di fare che.-poso le valigie a terra.
-Di trattare così quell'uomo. Cosa ti ha fatto?-
-Senti ragazzina, non ho voglia di sentirmi fare la predica perciò o la smetti o stai zitta.-
-Qui qualcuno ha la luna storta!-gesticola.
-Io non ho un cazzo, chiaro?!-la schiaccio al muro bloccandole i polsi.
-Toglimi le mani di dosso ora.-sibila assottigliando gli occhi.
La lascio andare e mi butto sul letto.
-Che fai? Non andiamo alla ricerca di questa grandiosa squadra? Prima finiamo meglio è.-incrocia le braccia al petto.
-Cosa vuoi fare di giorno? Nessuno corre di giorno.-dico osservando il soffitto bianco con qualche macchia di muffa.
-Voglio sapere a chi hai pensato, dove lavorano, dove vivono...o io sono qui soltanto perché ho obbligato mio fratello a lasciarmi venire?-
-In gran parte sí. Non voglio lo scimmione di tuo fratello tra le scatole.-mi alzo e la osservo.
-Dovevo immaginarlo. Chi si porterebbe mai una stupida sedicenne idiota dietro?-
-Ma c'è l'altra parte, quella che non hai minimamente considerato piccola e dolce Betty.-la faccio sedere sulle mie ginocchia.-Quella in cui ci sei tu, una macchina e l'asfalto. Quella che mi ha affascinato.-osservo quei due occhi tanto grandi e belli.
-O ti ha affascinato il mio corpo? È sempre quello a piacere a voi maschi.-dice acida.
-Sei bella, non lo si può negare, ma se sei bella e non hai cervello sei inutile. Tu il cervello ce l'hai, questo lo si capisce subito.-
-E tu cosa puoi saperne? Può essere solo un'apparenza.-
-Sono sicuro di quel che ti dico Betty.-la faccio alzare dalle mie ginocchia.-Lo leggo nei tuoi occhi.-le sorrido dolcemente. Lei abbassa lo sguardo a terra e opprime un sorriso.-Dai andiamo.-dico con le chiavi della mia bambina in mano.
-Dove?-chiede indossando una felpa.
-Non volevi sapere a chi avevo pensato? Te li faccio vedere.-
Saliamo nuovamente in macchina.
-Ecco il primo. Zack, "l'impassibile". Ha 17 anni, studia meccanica e ha sempre la stessa espressione facciale. È freddo, crudele, senza scrupoli ma sa guidare benissimo.-restiamo ad osservare il ragazzo senza muoverci.
-Cosa pensi che lo farà venire con noi?-Betty rompe il silenzio.
-Non lo so Betty.-ammetto partendo. Guido per un paio di minuti fino davanti a un'officina.
-Sky, "l'innominato". Malvagità allo stato puro, uno stile di guida pazzesco.-
-Come fai a sapere il suo nome se lo chiamano "l'innominato"?-
-Ho fatto bene le mie ricerche.-parto.
-Non credo che verranno. Non lo so, ma qui due non mi piacciono. Sono troppo crudeli secondo me.-sprofonda nel sedile.
-È questo il punto: devono essere crudeli.-
-Perché? Non ha un senso. Potranno pure essere bravi, ma se sono così crudeli non potremmo mai diventare amici e diventare una vera squadra.-
-Si può essere una squadra anche senza essere amici. Mica tutti i calciatori sono amici tra di loro, eppure formano una squadra che può battere tutte le altre.-continuo a guardare la strada.
-Ma le squadre migliori sono quelle che formano un specie di famiglia. Tu vuoi o no  il comando di New York? Vuoi o no la squadra migliore di tutti i tempi? Dimmi French, vuoi tutto questo?-chiede con tono fermo, da leader. Resto in silenzio. Forse la mora ha ragione.
[...]
-Betty sbrigati o faremo tardi!-la richiamo.
-Ho fatto!-corre verso la porta per poi uscire.
Saliamo sulla mia macchina e andiamo al luogo del raduno.
-Non ti allontanare troppo da me, ok Betty?-chiedo alla ragazza parcheggiando.
-Ok French.-scende e tutti le puntano gli occhi addosso. A questa vista la bocca del mio stomaco comincia a bruciare, dandomi un fastidio tremendo.
-Hey bambolina, sei tutta sola qui?-le chiede un tipo cercando di toccarla, ma non riesci nemmeno a battere ciglio che è steso a terra.
-No coglione, sono accompagnata. E faresti meglio a non avvicinarti a me o ti riduco in pezzi.-Betty lo tiene bloccato a terra.
-Andiamo.-la prendo per mano e ci allontaniamo.-Ci sai fare per essere una nana.-la osservo.
-Ho imparato a difendermi e ti ripeto che non sono nana!-
Vedo in lontananza il coordinatore delle gare e vado verso di lui.
-Scusa.-lo richiamo.-Vorrei correre contro "l'impassibile" e "l'innominato".-dico tranquillo. L'uomo e due suoi amici mi ridono in faccia.-Non sto scherzando!-sibilo.
-"Innominato"! "Impassibile"! Sentite un po qua! C'è qualcuno che vuole sfidarvi.-ride.
-Senti pivello.-tutti con questo fottuto nome.-Vai a vincere le gare per i principianti e poi ne riparliamo.-dice Sky.
-E ci sarei anche io che voglio sfidarvi!-dice Betty.
-Ma guarda un po che carina...-Zack le si avvicina.-Sai almeno cos'è una macchina?-
-Abbiamo tutti i soldi che volete. Fateci correre.-dico cercando di restare calmo.
-Ve l'abbiamo detto: correte con i principianti e poi ci sfidate.-dice "l'impassibile".
-E sentiamo, da dove venite? Qui siete nuovi.-fa "l'innominato" sorridendo a Betty.
-Che ti frega da dove veniamo? Facci correre contro di te e magari te lo diciamo anche.-dice Betty tutta arrabbiata.
-Che caratterino!-dicono i due.
-Ci vediamo domani! Andiamo.-dico prendendo Betty per mano.
-Che nervoso che mi fanno!-sbuffa.
-Corriamo con i principianti e domani sera li stracciamo quei due.-dico.
-Va bene!-sorride mentre io punto un'abbondante somma di denaro.
Otterrò ciò che voglio, a ogni costo.

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