Capitolo 28*Francesca

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Stringo il volante in una presa che avrebbe già fatto morire qualcuno.
Mordo uno stuzzicadente facendolo girare da un angolo all'altro della bocca.
Continuo a passarmi la mano libera nei capelli spettinandoli.
Controllo l'ora e la mezzanotte è già passata da mezz'ora.
Sbuffo sbattendo la testa sul sedile, chiudo gli occhi e mi faccio trascinare in un silenzio tombale, che poi dopo viene interrotto da un rombo di un motore.
Mi tolgo lo stuzzicadente di bocca, sospirando pesantemente e aspetto.

-Pensavo fossi morto.- Parlo, dopo aver udito chiudere lo sportello e i suoi passi che schiacciano la ghiaia, tenendo sempre gli occhi chiusi.

-Ho avuto un inconveniente.- Sì ferma.

-Se?- Apro gli occhi e giro il viso verso il tipo. Se ve lo state chiedendo siamo in un cantiere abbandonato, la mia macchina che da il fianco del guidatore verso la strada e la sua auto invece mi da i fari sul fianco. -Se. Comunque cosa cerchi di ottenere lasciandoci un appartamento come rifugio?- Sputo fuori dopo essere uscito dalla macchina ed essermi appoggiato allo sportello, con le mani incrociate.

-Voglio aiutarti French, davvero.- Risponde alla mia domanda appoggiandosi al cofano e portandosi una mano ai capelli.

-Dimmi chi sei.- Ordino. Sono stufo di chiamarlo il 'tipo strano'.

-Edward Carter, piacere.- Allunga una mano, per farsela stringere ma non acceno a nessun movimento.

-Cosa vuoi?- Non ci credo che voglia aiutarci, per me c'è sotto qualcosa.

-Te l'ho già detto: voglio aiutarti.- Ripete sicuro di sé.

-Perché?- Chiedo con un acceno di testa. Vi ho già detto che per me qui qualcosa puzza?

-So chi sei.- A queste parole stringo con forza i pugni.

- Impossibile.- Mormoro.-Sentiamo, Carter, cosa sai?-ringhio.

-So di te, so dei problemi con il Boss di NY, so di lei, entrambe le lei...- Sbarro gli occhi. È impossibile, cazzo. Come cazzo ha fatto a scoprire tutto ciò?

-Non ci credo! Ma ora dimmi perché mi stai aiutando.- Do libero spazio ai miei pensieri e attendo una spiegazione.

-Perché voglio che il Boss se ne vada.- Ammette a brucia pelo.

-Per prendere tu il potere?- Commento di rimando sarcastico portandomi alle labbra una sigaretta.

-No French, non mi serve il potere o la città. Lo sto facendo per il bene di tutti quanti, sia tuo che dei tuoi compagni.- Parla muovendo la testa in segno di negazione poi verso di me con un accenno.

-Dimmi tutto quello che sai di me.- Ordino.

-Tutto?- Domanda in conferma per niente sorpreso.

-Tutto.- Sibilo marcando ogni lettera di una parola così grande.

-Nato a New York, finito in orfanotrofio ad una giovane età a causa della morte di entrambi i genitori, adottato per una decina di volte da più famiglie, sei scappato e sei entrato nel mondo delle corse.- A ogni parola stringo con sempre più forza i pugni.- Qui hai cominciato a farti notare a tal punto che i più grandi boss ti volevano al loro fianco, ma uno solo è riuscito ad ottenerti: il boss di NY.- Estraggo l accendino dalla tasca del giubbotto e mi accendo la sigaretta che avevo già in bocca.- Mi raccomando, correggimi se sbaglio French.-

-Vai avanti.-Butto fuori una nuvola di fumo.

-Un giorno lui ti ha dato una missione importante, una missione che ti ha cambiato la vita.- Aspiro più nicotina sentendo quelle parole- L'hai incontrata. Hai conosciuto lei.-

Inizio Flashback
-Devi catturarla ed ucciderla così quel bastardo capirà chi comanda qui.-dice il boss guardandomi negli occhi.

-Descrivila.-Mi passo una mano nei capelli.

-Alta, capelli lunghi e biondi, due anni più grande di te, occhi azzurri ghiaccio, un piccolo neo sul naso.- Descrive.-Ora vai. Ho fiducia in te French.- Mi batte una mano sulla spalla.

-La uccido subito?- Domando prima che chiuda la porta alle mie spalle.

-No. Ti chiamerò io per dirti quando farla fuori.- Risponde dandomi le spalle e servendosi un bicchiere di rum nel frattempo.

Esco da quel appartamento, scendendo velocemente le scale e salendo in macchina per dirigermi in una vecchia fabbrica ormai in rovina.
Ad aspettarmi trovo trovo i miei compagni che mi invidiano a morte e per loro ogni occasione è buona per farmi fuori.
Rompiamo le porte della fabbrica, ma la troviamo completamente vuota.

-In giro si sente che sei molto più furbo di così Williams.- Una voce femminile rimbomba nel edificio e tutti ci giriamo in ogni direzione per scovare da dove proviene la voce.
Alta, bionda, occhi azzurri ghiaccio, neo sul naso. È lei.
Lancio uno sguardo ai mie compagni che sono rimasti fuori dalla fabbrica.

-Mai sottovalutarmi.-sorrido mentre quelli cominciano a sparare.
Tra spari, coltellate, lotte corpo a corpo e sangue io mi avvicino alla bionda e con una mossa la immobilizzo.

-Lasciami!- Cerca di tirarmi un calcio tra le gambe ma io glielo impedisco.

-Zitta o ti uccido senza pietà.- I miei occhi si fondono con i suoi mentre le tengo il coltello contro la gola.-Prova ad urlare e giuro che ti massacro bambolina.- Me la carico in spalla e la metto in macchina, andando verso uno dei tanti appartamenti di proprietà del boss.
Fine Flashback

Fu lì che la vidi. Dovevo ucciderla quando il Boss me l'aveva chiesto. Se l'avessi fatto ora non sarei in questa situazione e non sarebbe successo tutto quello che è successo.

-Non so cosa eravate voi due. Amici? Amanti? Alleati? Non lo so, ed ora come ora non mi interessa.-Mi risveglia dalla trans, butto la cicca a terra e mi accendo un'altra sigaretta.-Ma tutti sanno che a lei ci tenevi, questo è poco ma sicuro.- Continua, continua a farmi perdere la ragione.

-D'accordo, sai parecchio di me.-Brontolo.

-Eh no French. Volevi che ti dicessi tutto ciò che so di te e ora lo faccio.- Gli manca poco per ritrovarsi con qualcosa di rotto.

-Non serve ok?!- Sbotto portandomi due dita, l'indice e il pollice, sull'attacatura del naso e respirando profondamente, fino a sentire i polmoni chiedere pietà, e chiudendo gli occhi.

-E po è arrivato il faditico momento, quello che ti tormenta tanto, quello che ha lasciato cicatrici.- Continua.

-Taci! Taci!- Lo afferro per il colletto sbattendolo sul cofano accecato dalla rabbia.

-Hai deciso di vendicarti e hai cominciato a comporre una squadra. Il primo componente? Una ragazza. Com'è che non l'ho vista? E com'è già che si chiama?- Non la pianta.

-Ti ho detto basta.-Scandisco ogni singola parola mentre sento il sangue andarmi alla testa.

-Va bene, va bene. Ora molla la presa French.- Stacca le mia mani dal suo colletto.

-Perché vuoi sbarazzarti del boss?- Domando dopo attimi di silenzio in cui mi son, come dire, calmato.

-Mi ha distrutto la vita, ok? Mi ha tolto tutto. Non mi ha lasciato niente. Lo voglio veder strisciare come un verme e chiedere pietà per le strade. Ecco cosa voglio.-Nei suoi occhi leggo sete di vendetta.

-Se scopro che fai il doppio gioco giuro che ti distruggo.- Lo minaccio puntandogli l'indice contro il petto.

-Sapevo che ci saremmo capiti French.- Parla con un sorriso trionfante in volto.

-Un solo passo falso e sei fuori Carter.-L'avviso e salgo in macchina e parto a tutta velocità.

Avrò fatto bene?

Non lo so, ma l'unica cosa che mi interessa e Ny e farò di tutto per averla.

Ny sarà mia.

....

Ciaooo.

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