capitolo 18

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...era Giada, era preocupata per come avevo reagito,
《Mi spiace di essermene andata così,sono stata egoista....》
《Non me ne frega niente Silvia, domani torni qua e ti alleni con noi!》
《Ma...》
《Non rompere il cazzo!...》
mi misi a ridere, adoravo Giada sapeva come tirarmi su di morale anche in momenti così seri
《Hahahahaha......ok ok verrò》.
Quella sera dormii nella mia vecchia casa, verso mezzanotte mi svegliò la suoneria squillante del mio telefono,era un numero sconosciuto eppure mi pareva di averlo già visto....risposi,
《Pronto?》chiedo io, non si sentiva niente
Tua madre è molto....viva, vedo che sei molto coraggiosa, io voglio qualcosa che tu mi hai rubato....incoscentemente, ma ti ho chiamato solo per dirti che tua madre ti saluta...per ora, ti dirò dove trovarla più avanti, per ora....vai pure a dormire....
lui riattaccò, provai a chiamarlo...Non rispose, chiamai la polizia....mi dissero che sarebbero arrivati il prima possibile, così mentre lo aspettavo cercavo invano di chiamare Giada e Monica ma ovviamente data l'ora non rispondevano, era già in miracolo che mi avesse risposto la polizia.
Verso le 13.20 erano lì, ero spaventata mi portarono in caserma, lo so può sembrare tutto un'invenzione, ma erano lì e mi avevano portato in caserma per capire cosa fosse successo, all'inizio provarono a rintracciare il numero ma non ci riuscirono, un poliziotto mi fece accomodare in sala d'attesa convinto che mi potessi addormentare, non ci riuscii.
I poliziotti parlavano da qualche mezz'ora, io pensavo solo a mia madre a come la mia vita fosse cambiata, cosa voleva da me quel tizio??
Stavo quasi per addormentarmi poi mi venne in mente che solo tre persone mi avrebbero potuto aiutare e le volevo al mio fianco.
Andai all'ultimo piano, mi affacciai alla finestra e mi sporsi nessuno mi guardava erano tutti concentrati sui propri telefoni,
《troppa tecnologia nelle nostre vite?》
Abbassai lo sguardo, era un passante che mi aveva visto sporgermi troppo dalla finestra
《Se ti vuoi buttare puoi farlo domani no?》
Continua lui cercando di convincermi a fare una cosa che non volevo fare
《Non mi voglio buttare!!》gli urlo io come risposta, volevo evitare che richiamasse l'attenzione di altra gente, guardai l'orologio erano le 14.20 era troppo buio per volare, facendo conto poi che non ero neanche un esperta non so come mi sia venuta in mente un idea così assurda
-me lo chiedo anche io!!-
il passante mi urla qualcosa, non lo sento provo a sporgermi per sentirlo, mi sporgo......mi sporgo......e....vuoto, cado nel profondo vuoto, cerco di non farmi prendere dal panico ma facendo conto che sto cadendo dal 4 piano é un pochino difficile
-ali apritevi, sto per schiantarmi vi prego.....apritevi!-
l'ansia sale, il mio corpo ormai sta per fare la fine che gli è stata prescritta da quella caduta, sembra tutto finito....ma un unico pensiero riempie il silenzio nella mia mente,
-ali....apritevi....-
Non dirò che me lo aspettavo, non è stato così.
Stavo cadendo, ma ad un certo punto, una forza mi porta su, volavo...volavo?! le ali mi portarono alto quanto il tetto della caserma.
Ero terrorizzata ed affascinata allo stesso tempo, non so come descriverlo, è strano.....
potevo vedere le persone sclerare con il loro telefono, a mio parere quelle non erano persone, erano macchine, tutte concentrate sui propri telefoni, tolsi l'attenzione da loro e la riportai ad un fatto più importante...volavo!!
Cercai di abbassarmi il più possibile, non volevo dare nell'occhio,
-ma tu non avevi una famosa spilla???-
-si ma da grande cretina non c'è l'ho qua..-
-un cavolo di genio insomma!!-
Mi avvicinai alla finestra da cui ero caduta ed entrai (anche se con fatica, perché dovevo calcolare quando chiudere le ali, se lo facevo troppo presto cadevo di nuovo, se le chiudevo troppo tardi le avrei graffiate contro gli angoli della finestra)
Ero entrata, mi affacciai per vedere se c'era ancora il passante....

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