Mizuki

38 2 0
                                    


  Mentre seguiva suo padre ripensava a quelle parole - Sarò in grado di trovare la forza per usare al massimo Tessaiga? E se il mio sangue di mezzo demone sia la causa? Come posso proteggere Kagome e mio figlio dai Ryu, se non sono neanche in grado di scalfire mio padre? E questa strada del dominio? Sesshomaru l' ha intrapresa secoli fa, come posso riuscirci io in così poco tempo? - le domande gli martellavano la testa.

Durante tutto il tragitto, Touga era serio e pensieroso. Inuyasha che camminava al suo fianco, lo guardava con gli occhi persi nel vuoto.

- State pensando a quello che è successo prima padre? - domandò Inuyasha.

Il generale cane si voltò sorridente - No no, mi era sembrato di sentire un odore famigliare, ma probabilmente mi sono sbagliato - rispose.

Quella risposta aveva rasserenato Inuyasha, ma il dubbio di non essere stato all' altezza di suo padre, di averlo deluso lo tormentava dentro.

- Ecco le mie signore preferite - esclamò Touga, arrivando al villaggio e vedendo Izayoi e Kagome ad aspettarli - Ma non ti stavi riposando cara? - aggiunse.

- Ho provato a dormire, ma appena mi sono distesa il sonno è passato - rispose la principessa.

- In fondo abbiamo dormito per secoli - ridacchiò Touga.

Kagome assieme ad Izayoi avevano preparato un grande pasto, su un tavolo davanti casa, a base di carni per i due demoni cane, Inuyasha era rimasto sbalordito dai profumi di quelle pietanze. Kagome famelica si era preparata un grande pezzo di carne, probabilmente di demone, solo per lei. Izayoi e Touga si guardavano a vicenda, scambiandosi sorrisi, mentre la guardavano mangiare.

- Ma queste carni dove le hai trovate? - chiese Inuyasha.

- Nella dispensa - indicò Kagome, senza togliere gli occhi dal pasto.

Il mezzodemone si guardava attorno perplesso - Ma queste non le ho messe io - bisbigliò al padre.

Touga non rispose, si limitò a sorridergli.

- Le avete messe voi nella dispensa ieri notte - pensò il mezzodemone, mentre guardava il padre.

Il pasto si consumò quasi subito, solo Izayoi mantenendo la sua eleganza mangiava lentamente, a piccoli bocconi. Poco prima di terminare, una serie di passi attirò la loro attenzione. Sesshomaru si avvicinò a loro, tenendo Jaken per la testa.

- Diglielo - esclamò, gettando il servo ai piedi del generale cane.

- Ma padron Sesshomaru, io non volevo recare danno - disse il piccolo demone, inginocchiandosi.

- Jaken! - gridò spazientito il demone cane.

Touga si alzò in piedi - Cosa succede figlio mio? - domandò.

Jaken si avvicinò ai piedi del generale cane - Mi perdoni, ho dovuto dirglielo - spiegò.

- A chi? - chiese Touga.

- Alla signora madre, mi ha obbligato a dirglielo, mi guardava con quello sguardo di ghiaccio - replicò il piccolo demone.

Il generale cane rabbrividì - Presto Izayoi entra in casa! - ordinò, voltandosi verso l' amata.

- Troppo tardi padre - disse Sesshomaru, guardando il cielo.

Da in mezzo le nuvole, una figura imponente destava timore negli animi di Kagome e Inuyasha. In un attimo la figura, avvolta da un fascio di luce, scese a terra. La bellissima regina cane, seguita da quattro suoi servi, si avvicinava a loro.

Touga si posizionò davanti a tutti - Mizuki, mia cara, quanto tempo - disse.

Lei si avvicinò, quasi faccia a faccia - Non chiamarmi cara, sei tornato da tempo, eppure non hai trovato un momento per me - sospirò, guardandolo negli occhi.

- Madre, siamo in un villaggio umano, non reagite con violenza - esclamò Sesshomaru.

- Pensi abbia importanza dove avete fatto la tana? Sei come tuo padre, hai un debole per questi cuccioli - accarezzando il petto di Touga, mentre si avvicinava al figlio.

Mentre camminava, una folata di vento paralizzò la regina cane - Cosa è questo odore? - voltandosi verso Kagome.

La ragazza terrorizzata, non batteva ciglio.

Mizuki si avvicinò a Kagome - Il tuo sangue? Porti dentro uno sporco mezzo demone! L' hai fatto di nuovo? Hai creato un altra sudicia progenie Touga! - gridò guardando il generale cane.

Kagome spalle al muro si copriva la pancia - Non è come crede - esclamò.

- Non mentirmi ragazzina! Sento lo stesso odore di demone cane! - balzando verso Kagome.

Sesshomaru con uno scatto, si intrappose tra le due, alzando un braccio per coprire Kagome - Vi siete sbagliata, il feto è di Inuyasha - disse alla madre.

Mizuki si fermò - Il figlio di un mezzo demone, anche peggio. Ora ti sei messo a proteggere gli umani Sesshomaru? Non ti basta quella cucciola d' uomo che ti portavi dietro? - domandò.

Inuyasha era immobile, tenuto fermo per una spalla dal padre.

Izayoi sbirciò dalla porta, ma Mizuki notò subito la sua presenza - No! Lascio passare che non mi hai degnata di una minima attenzione, da quando sei tornato! Lascio passare che vivi tra questi umani! Ma lei no, come hai potuto riportarla in vita! - gridò la regina cane, mostrando gli occhi rossi.

- Allontanatevi! - urlò Touga, trasformandosi in demone cane assieme a Mizuki.

I due possenti demoni si ringhiavano contro, mostrando i denti. Inuyasha afferrò Kagome e Izayoi portandole ad alcuni passi da loro. Sesshomaru balzò indietro, seguito dal suo servo in lacrime per la paura.

La colluttazione tra i demoni cane era cominciata, entrambi cercavano di mordersi, balzando l' uno contro l' altro, rivoltando la terra e sradicando alberi con le loro possenti zampe.

- Fermatevi vi prego! - urlò Izayoi, coprendosi la bocca in lacrime.

- Non credo ci sentano - disse Inuyasha, tenendo d' occhio i quattro servi, che puntavano le armi verso di loro.

I demoni cane continuavano a lottare. Mizuki afferrò Touga per la schiena, con i denti, scagliandolo contro la casa di Kagome e Inuyasha, demolendola del tutto. La ragazza alla visione di quella scena, scoppiò in lacrime.

- Padre! - gridò Inuyasha, attirando la sua attenzione su Kagome.

Touga ringhiò con furia, balzò su Mizuki atterrandola. Con una zampa la teneva ancorata a terra, mostrandole i denti vicino al collo. La regina cane guaì, restando immobile. Entrambi tornarono nella loro forma normale.

- Ora basta! - l' urlo del generale cane rimbombò, spaventando i servi di Mizuki, che si inginocchiarono tremanti.

Kagome era in lacrime, mentre si avvicinava ai cocci della sua casa. Era tutto distrutto, le pareti di pietra erano collassate schiacciando tutto. Il tavolo e tutti i vasi con le erbe medicinali erano a pezzi, come il cuore della ragazza.

- Kagome ti prego alzati - disse Inuyasha, avvicinandosi a lei.

- Non c'è più niente, la nostra casa, tutti i ricordi vissuti li dentro. Ora che possiamo fare? - borbottò Kagome piangendo.

Inuyasha sollevò sua moglie per le spalle - Vedrai, la ricostruiremo, sarà più solida e grande della precedente - cercando di consolarla.

La ragazza scoppiò in un profondo pianto tra le braccia del mezzodemone.

Miroku e Sango, assieme a molti altri, si avvicinavano sentendo la collutazione dei demoni cane - Ma cosa è successo? - gridò la sterminatrice.

- E quella chi sarebbe? - esclamò il monaco, vedendo la regina cane.

Mizuki si stava allontanando, incurante della scena - Fermati! - gridò Touga.

La regina cane si voltò per un istante, lasciandosi sfuggire un sorriso di soddisfazione - Non ti sembra che la mia presenza abbia già fatto abbastanza danni? - chiese con un sorrisetto maligno.

- Mia cara Mizuki, è ora che ti assumi la responsabilità delle tue azioni - disse il generale cane.

- Non crederai che mi abbasso a raccogliere i pezzi e a rifargli la tana? Puoi scordartelo! - ridando le spalle a tutti, mentre si allontanava.

- Sono certo che non lo farai, ma un sistemazione gliela devi, almeno finchè non hanno di nuovo una casa - spiegò Touga, sorridendo soddisfatto.

Mizuki si fermò di colpo - E dovrei tenermi in casa questi? Sentire il loro fetore ogni mattina? - domandò adirata - Il mio castello è irraggiungibile per dei semplici umani, se vuoi portarli a casa mia devi trovare anche il modo - aggiunse.

Touga su voltò indietro - Figliolo hai ancora quella cavalcatura? - chiese a Sesshomaru.

Il demone cane guardò Jaken, che sotto lo sguardo gelido del suo padrone, iniziò ad agitare il bastone in aria gridando. In un attimo dal cielo arrivò Ah-Un, sempre pronto a servire il suo padrone.

- Eccolo padre - disse Sesshomaru.

Mizuki sbuffò spazientita, mentre si allontanava assieme ai suoi quattro servi - Fate come volete - sospirò allontanandosi.

Touga si avvicinò a Kagome, che piangeva - Forza cara, non devi piangere, le lacrime non si addicono a un viso così splendente - sollevandole la faccia.

La ragazza lo guardò, asciugandosi le lacrime con la manica della veste - V-va bene - singhiozzò.

- Forza Kagome, vedrai che ricostruiremo la tua casa - disse Sango, incoraggiando l' amica.

Inuyasha aiutò Kagome a salire su Ah-Un, salendo poi anche lui. Il demone partì di colpo, seguito in volo da Sesshomaru e Touga con sulle spalle Izayoi. Lo sfortunato Jaken viaggiava aggrappato alla coda del suo padrone. Attraversarono le nuvole, la terra sotto di loro era quasi sparita, si intravedeva qualche spiraglio di montagna tra le nuvole.

In cielo nascosto da una cinta di nubi si trovava il castello, diverse file di guardie sorvegliavano i fianchi del castello. Una lunga scalinata, affiancata anche essa da guardie, portava in cima al castello, dove predominava un sontuoso trono, occupato da Mizuki. Alle sue spalle si trovava l' immenso palazzo.

- Questo si che si chiama castello! - esclamò Inuyasha, cercando di tirare su di morale Kagome, ma la ragazza non lo ascoltava, continuava a guardare un coccio della casa che si era portata dietro.

- Ah-Un giù! - ordinò Sesshomaru.

Il demone ubbidì, scendendo all' inizio della scalinata. Inuyasha scese, aiutando anche Kagome. Il demone cane schioccò le dita e subito un servo prese Ah-Un per le briglie, portandolo via.

- Hanno anche le stalle? - chiese Izayoi.

- Probabile - rispose Touga, iniziando a salire, con la moglie sottobraccio.

Anche Kagome, aiutata da Inuyasha, salì le scale. Sesshomaru invece, seguito da Jaken, camminava verso un lato del castello - Forse non vuole parlare con sua madre - pensò Kagome vedendolo.

- Così alla fine siete venuti per davvero - esclamò Mizuki, appoggiata sul trono.

Touga la guardava serio. La regina cane schioccò le dita. Due servi si avvicinarono al trono, inginocchiandosi - Dite padrona - abbassando lo sguardo.

- Accompagnateli nelle stanze degli ospiti - ordinò la regina cane.

- Ma signora, le stanze non sono pronte, non ci aveva avvertito di...

SCIAF!!

Un sonoro schiaffo di Mizuki atterrò uno dei servi.

- Devo pensare a tutto io! Ormai neppure i miei servi mi ascoltano più! - esclamò la regina cane con aria melodrammatica.

- Certo che no mia signora, è colpa nostra. Dovevamo capirlo da soli - replicò il servo, sollevandosi dolorante.

- Mentre preparate le stanze, ricordatevi della cena o vi devo ricordare anche questo? Forza, muoversi! - ordinò Mizuki, schioccando forte le dita più volte.

Kagome era allibita dalla crudeltà di Mizuki, ricordava perfettamente come Sesshomaru trattava Jaken, ma sua madre lo supera.

Touga si avvicinò alla regina cane - Nel frattempo non esiste una stanza già pronta dove andare? Qui il clima è molto più freddo e gli umani ne risentono molto - abbracciando Izayoi con un braccio per scaldarla.

Uno dei servi si avvicinò a loro - Seguitemi, abbiamo una stanza per gli ospiti pronta, non è provvista di giacigli, ma per il momento è più riparata che l' esterno - disse.

Seguirono il servo tra i vari corridoi, il palazzo era immenso, perdersi era la cosa più facile del mondo. Il piccolo demone girava in quel labirinto con destrezza. Si fermò davanti una stanza, inchinandosi.

Kagome guardò dentro la stanza - Ma è davvero per noi? Sembra una casa da quanto è grande - esclamò.

- Certamente, quasi tutte le stanze del palazzo sono grandi. Questa sembra ancora più grande perchè sprovvista di mobilia - spiegò il servo.

I quattro si sistemarono seduti per terra, vicini al camino che il piccolo demone cercò di accendere. Dopo vari tentativi riuscì ad accenderlo, il calore riscaldava Izayoi e Kagome, che si avvicinarono al camino.

- Mi scuso per l' attesa, ma i camini non vengono quasi mai accesi, se volete colpirmi per la mia incapacità siete libera di farlo - disse il servo, inchinandosi.

Izayoi lo guardò sbalordita - No no, sei stato bravissimo - accarezzandolo in testa.

Il piccolo demone alzò lo sguardo, sorridendo con gli occhi lucidi - Siete davvero gentile signora - esclamò uscendo.

- Quella donna è un mostro - sospirò Kagome.

Touga era appoggiato al tavolo - Non è sempre così, probabilmente la presenza di Izayoi le ha risvegliato dei ricordi che aveva accantonato - spiegò.

- Però non può riversare il suo odio sui suoi servi - esclamò la principessa.

Arrivò la sera. Uno dei servi entrò nella loro stanza - La cena è pronta, se volete seguirmi - disse.

La sala era dalla parte opposta del palazzo, un tavolo, intagliato con varie decorazioni, era sistemato al centro della stanza. Attorno i servi attendevano immobili, la tavola era imbandita con carni di ogni genere.

- Avete preparato solo per noi? - domandò Kagome, notando solo quattro posti.

- La padrona non desidera sedersi in vostra presenza - spiegò un piccolo demone.

- Peggio per lei! - esclamò Inuyasha, sedendosi a tavola.

La carne era ottima, cotta perfettamente con varie spezie. Ogni portata era in un piatto diverso, i servi toglievano i piatti vuoti, sostituendoli con altri pieni.

Kagome era pensierosa. Inuyasha la guardava non toccare cibo - Cosa ti prende? Devi mangiare - disse il mezzodemone.

- Stavo ripensando a casa nostra, a quest' ora eravamo a tavola e forse anche Sango e Miroku erano a mangiare da noi, con i loro bambini che rallegravano tutti - rispose la ragazza, lasciandosi sfuggire una lacrima.

- Vedrai che in poco tempo ne costruiranno un altra, domani Inuyasha e Touga andranno ad aiutarli - replicò Izayoi, cercando di consolarla.

Alla fine anche Kagome si decise a mangiare, cercando di accantonare quei pensieri. Inuyasha era felice nel vederla mangiare, sapeva che l' unico problema al momento era nutrire adeguatamente lei e il bambino. A fine cena, i servi portarono via tutti i piatti, pulendo ovunque.

Mizuki entrò nella sala, rimanendo in lontananza - Vi è gradita la cena? - domandò la regina cane.

- Certamente cara, era ottima - rispose Touga.

- Le vostre stanze sono pronte, se le signore vogliono, ho fatto preparare il sencha. Vorrei scusarmi con loro per la mia reazione non appropriata - disse la regina cane, sorridendo.

Kagome era restia dall' accettare, perciò si voltò verso Inuyasha. Il mezzodemone affermò con la testa. La ragazza assieme ad Izayoi seguì Mizuki, mentre Touga si allontanò verso le stanze con Inuyasha.

- Siete sicuro padre che sia una buona idea lasciarle da sole con lei? - domandò, mentre camminava al suo fianco.

- Non preoccuparti Inuyasha, Mizuki ha sfogato la sua ira prima. Non alzerà le mani su di loro - rispose il generale cane.

Nel frattempo la regina cane accompagnava le donne nelle sue stanze. Alcuni servi preparavano il sencha ancora fumante, un piccolo tavolo era posizionato vicino al camino acceso, con tre posti sistemati attorno.

- Sedetevi pure - esclamò Mizuki - invitandole vicino a lei.

Izayoi e Kagome, fiduciose dei loro mariti, accettarono - Grazie per la sua ospitalità - disse la principessa.

- Di nulla cara, ho visto che soffrivate il freddo, così ho fatto accendere il camino per scaldare le vostre vecchie e consumate ossa - esclamò Mizuki, con malizia.

- In termini di vecchiaia dovreste essere più informata voi - rispose a tono Izayoi.

La regina cane mostrò un sorriso forzato, poi si voltò verso Kagome - E voi che mi dite? Vi reca disturbo il feto che portate in grembo? - chiese alla ragazza.

Kagome sorseggiava il thè serena - Rappresenta la mia felicità, non credo potrà mai recarmi disturbo - rispose, appoggiando la tazza.

- Ho notato che siete una miko, però i vostri poteri sono molto deboli. Come avete fatto a sopravvivere fino ad ora? - domandò Mizuki.

- A causa del bambino i miei poteri si sono annullati, ma appena nascerà tornerò come prima - rispose.

La regina cane sorrise - Ne siete così sicura? I tuoi poteri sono in contrasto con lo spirito demoniaco del feto - esclamò la regina cane.

Izayoi prese la parola - Vivono in perfetta armonia nello stesso corpo, non c'è nulla di cui preoccuparsi - spiegò la principessa.

- Per ora, ma nel momento del parto i poteri si combatteranno. Non è la prima che uccide il figlio alla nascita, così come non è la prima che muore per darlo alla luce - disse Mizuki, guardando Kagome.

La ragazza si portò le mani alla bocca, con gli occhi in lacrime, sentendo quelle parole.

- Non te lo avevano detto? - domandò la regina cane con malizia.

La compostezza di Izayoi, in quel momento, era venuta meno - Sei un mostro! Come osi parlare di un argomento così delicato solo per sfogare la tua ira! Sono io quella che detesti così tanto! Hai coinvolto Kagome nel tuo malato gioco solo per farla soffrire! - urlò la principessa, alzandosi in piedi spazientita.

Kagome si era alzata, scappando fuori dalla stanza in lacrime - Povera cara, non è in grado di affrontare la realtà - sospirò Mizuki, sorridendo.

Izayoi guardò la regina cane con disprezzo - Sei solo una vigliacca! Un mostro senza cuore! - gridò la principessa, correndo fuori per cercare Kagome.

- Kagome! Kagome! - urlò Izayoi, tra i corridoi del palazzo.

- Cosa è successo? - gridò Inuyasha, mentre correva verso la madre.

Izayoi diventò cupa - Ora anche Kagome sa della nascita -

Touga arrivò subito dopo il figlio - Sospettavo qualche mossa da parte di Mizuki, ma un gesto del genere è orribile anche da parte sua - esclamò il generale cane.

- Dobbiamo trovarla! - urlò Inuyasha.

Uno dei servi si avvicinò a loro - Se cercate la signorina è alla fine della scalinata, era passata dalle stalle prima - raccontò il piccolo demone.

Inuyasha scattò verso la scalinata. Kagome era in fondo ad essa, che accarezzava Ah-Un in lacrime - Kagome cosa fai? - domandò il mezzodemone.

- Stammi lontano! Perchè non me lo hai detto? Sono io quella che porta un mostro dentro di me! - singhiozzò piangendo.

Inuyasha si pietrificò sentendo quelle parole - Ma Kagome io volevo dirtelo solo che...

A CUCCIA!!

Il grido di dolore della ragazza arrivò anche alle orecchie di Touga, che scattò con Izayoi sulle spalle.

Inuyasha era schiantato a terra, mentre Kagome saliva su Ah-Un, con fatica - Portami via da qui - sospirò Kagome tenendosi al demone.

Il mezzodemone alzò la faccia appena in tempo per vedere la sua amata volare via - Kagome! - urlò con tutto il fiato che aveva.

Il generale cane arrivò appena in tempo per bloccare il figlio che voleva saltare - Non farlo! Non puoi sopravvivere ad una caduta del genere - ordinò al figlio.

- Ma padre, devo andare a cercarla - replicò Inuyasha.

Touga era pensieroso e serio - Domani figliolo. Col buio non la troverai di certo. Domani andremo a cercarla insieme - disse il generale cane.  

Il filo rosso del destinoWhere stories live. Discover now