Incubo senza fine

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  - Kagome, come ti senti? - domandò Miroku.

- Bene, ora che i miei poteri sono ritornati. Comunque mi sembra che siano più deboli rispetto a prima del novilunio, ma forse è solo una mia impressione. - rispose, mentre purificava gli ultimi demoni, affaticata.

Kaede assieme a molti abitanti del villaggio uscirono dalle loro case, dopo che Inuyasha passò tra di loro avvisandoli della minaccia passata. Raggiunto i margini del villaggio, con in braccio zappe e pale, aiutarono a sistemare la terra, completamente messa a soqquadro dai colpi della Bakusaiga di Sesshomaru.

- Mamma! - urlarono Makoto e Masumi, correndo in lacrime verso Sango.

- Figlie mie! - abbracciandole.

Shippo si avvicinò con in spalla Keiichi che piangeva. Allungò il bambino a Sango, che appena si trovò tra le braccia della madre smise di piangere.

- Grazie Shippo per aver vegliato su di loro - disse Miroku accarezzando la testa del piccolo demone volpe, che sorrise.

- Erano come gli altri, vero Miroku? - chiese Inuyasha, tornando dal giro di perlustrazione.

- Esatto, ma questa volta erano molti di più. Chiunque li sta comandando ha intensificato le sue forze, per guidarne così tanti. Se non mi aiutava Kagome sarei ancora a purificarli - spiegò il monaco.

- Kagome dov'è? - domandò il mezzodemone, guardandosi attorno.

- Era proprio la, che stava purificando gli ultimi demoni - indicò Miroku dietro di se, con la mano.

La ragazza era stesa a terra, Inuyasha balzò verso di lei, sollevandola tra le braccia - Kagome! - gridò scuotendola.

- Inuyasha! Portiamola a casa, presto! - urlò la vecchia Kaede, vedendo Kagome svenuta.

In un attimo arrivarono a casa, la distesero sul futon, coprendola fino al collo per scaldarla - Andate fuori, devo visitarla - disse Kaede - Rin presto, prendimi le erbe per l' infuso nella borsa - aggiunse, mentre tutti gli altri uscirono.

- Dai Inuyasha, vedrai che è solo stanchezza, aveva appena ripreso i poteri. Purificare quei demoni affatica anche me - spiegò Miroku, appoggiando la mano sulla spalla del amico, visibilmente preoccupato.

Inuyasha attese seduto all' ingresso per ore, gli altri si avviarono verso casa, lasciando detto di avvisarli se Kagome si svegliava. Aspettò altre due ore, ma alla fine si alzò di colpo, entrando in casa.

Kaede si voltò di scatto - Ti avevo detto di aspettare fuori - bisbigliò, allungando le mani per allontanarlo.

- Come sta? - guardandola con gli occhi lucidi.

- Sembra dorma, non ha ferite, però non si sveglia. Abbiamo provato con alcuni rimedi, ma il suo corpo non reagisce - spiegò la vecchia miko.

- Non esiste un rimedio per svegliarla? Almeno per capire cosa le succede? - gridò il mezzodemone, inginocchiandosi dinanzi alla sua sposa.

Kaede si avvicinò alla finestra, guardando fuori - Forse qualcosa si può fare. Esiste un modo per capire cosa succede a Kagome - sospirò pensierosa.

- Se esiste, troviamolo! - gridò Inuyasha, alzandosi in piedi.

- Molti anni fa, quando ero ancora una bambina, mia sorella Kikyo mi raccontò di una creatura, capace di guardare nei sogni delle persone e divorare quelli malvagi, il Baku. Molti viandanti affermano di averne visti tra i monti a est di qui, ci vogliono tre giorni a cavallo però per raggiungerli. Non voglio che fai un viaggio a vuoto, perciò ti chiedo di portarti dietro Miroku, lui conosce bene le creature di questo mondo, ti sarà molto utile - replicò Kaede.

- Allora non c'è tempo da perdere! Vecchia ti affido Kagome, proteggila, cercherò di tornare il più in fretta possibile! - urlò, correndo fuori di casa.

Inuyasha raggiunse la casa di Miroku e Sango, spiegando il piano della vecchia Kaede - Il Baku? Se trovate quella creatura non sarà facile portarla con voi, è molto più grande di un cavallo, vi serve vivo e che collabori. Prendete questi, sono fiale contenenti sangue di demone, se si dimostrerà ostile usatele - spiegò Sango, dando le fiale al marito.

Il mezzodemone accompagnato dal suo amico monaco in sella a Kirara partirono verso est, mentre la sterminatrice li salutava sull' uscio della porta, assieme alle bambine.

- Quindi se troviamo questo Baku, Kagome si salverà? - domandò preoccupato Inuyasha, correndo.

- Bisogna vedere se il Baku decide di aiutarci, non lo puoi fare a pezzi, deve essere lui a svegliare Kagome. Al massimo lo possiamo mettere alle strette - spiegò Miroku.

Viaggiarono tutto il giorno, attraversando folti boschi e vaste pianure, fermandosi al tramonto, permettendo a Kirara di recuperare le forze. Si accamparono ai piedi di un grande albero cavo, aperto alle radici, permettendo di usarlo come riparo per la notte. Miroku accese il fuoco, che scoppiettava tra la legna ancora umida. Mentre Inuyasha seduto in un angolo, con Tessaiga tra le braccia, guardava la folle danza delle fiamme, perso nei suoi pensieri.

- Immagino che sei preoccupato, ma devi riposare, appena sarà giorno ripartiamo. Poi vedrai che Kagome si sveglierà, è forte la nostra divina sacerdotessa - cercando di rasserenare l'amico.

Inuyasha si coricò di lato, dando le spalle a Miroku, senza parlare. Il monaco lo guardò coricandosi a suo volta vicino a Kirara. I rumori della notte non li infastidirono, il fuoco si spense, lasciando il suo posto ad un sottile filo di fumo che saliva verso l'alto.

Alle prime luci Miroku aprì gli occhi, notando Inuyasha in piedi che lo guardava - Ma hai dormito? - domandò alzandosi.

- Non sono un debole umano, mi bastano poche ore per riposarmi - rispose seccato.

Subito ripartirono, attraversando il folto del bosco. Alcuni piccoli demoni sbucarono da dietro i rami, secchi ed innevati, osservando Inuyasha, senza però avvicinarsi a lui. Il mezzodemone era così avvolto dai suoi pensieri da non notarli.

- Kagome resisti, come dal Ryu, non sono riuscito a proteggerti. Giuro che sarò di ritorno il prima possibile - pensò tra se e se, accellerando notevolmente il passo.

- Aspettaci! Forza Kirara, vai! - gridò Miroku.

Accellerarono raggiungendo i monti prima di sera. Kirara ormai sfinita, tornò piccola, coricandosi in spalla a Miroku. Inuyasha davanti a loro, intravide tra le montagne un passaggio, nascosto da alcuni alberi secchi caduti col tempo.

- Entriamo, è probabile che il Baku si nasconda li dentro - esclamò Inuyasha.

- Si, ma facciamo attenzione, proviamo a non spaventarlo - replicò il monaco, seguendolo.

La grotta era ampia all' interno, piccoli corsi d' acqua sgorgavano tra le venature della roccia, creando piccole pozze ai bordi della grotta. Il sentiero procedeva buio, inclinato verso il basso. Inuyasha camminava toccando la parete per orientarsi, con Miroku a pochi passi da lui che lo seguiva nell' oscurità.

- Fatico a credere che qualcosa viva nelle profondità di questa grotta - pensò il monaco.

Trovarono alcuni resti di animali - Guarda Miroku! - indicò il mezzodemone.

- Non credo sia stato il Baku a nutrirsi di loro, lui non mangia gli animali, probabilmente questa non è la tana del Baku - spiegò il monaco, osservando le ossa masticate.

- Allora abbiamo solo perso tempo ad entrare qui dentro! Dannazione! - sbraitò Inuyasha.

Un rumore simile ad un guaito attirò l'attenzione. Inuyasha balzò di corsa, seguito a ruota ad Miroku. La grotta si stringeva a cono raggiungendo la sua fine. Il fondo terminava in un profondo precipizio, Inuyasha frenò di colpo a pochi passi dal vuoto. Il guaito proveniva dal fondo del precipizio, Inuyasha saltò giù tenendosi con Tessaiga ancorato al bordo. Nell' oscurità intravide qualcosa steso sul fondo, si avvicinò per osservarlo meglio. Era una bambina, ferita a una gamba, che si lamentava. Inuyasha la prese in braccio, impugnò forte Tessaiga con l' altra mano e la usò per scalare il precipizio.

- Non me lo ricordavo così fondo - pensò il mezzodemone.

La sua scalata continuava da troppo tempo, sarebbe già dovuto arrivare da Miroku. Guardò prima in alto, poi in basso, vedendo solo oscurità, anche le pareti sembravano lontane tra di loro. La bambina si agitava per il dolore, perciò Inuyasha si fece forza e provò a salire il più in fretta possibile. Il buio lo circondava, aveva perso la cognizione del tempo, ad ogni passo la fatica aumentava.

- Senza la bambina sarei già arrivato, è lei che mi rallenta - pensò.

- Ma cosa dico? Non posso lasciarla cadere! - guardando la bambina che si stringeva a lui.

La forza di Tessaiga si esaurì tornando una semplice katana arrugginita, Inuyasha la ripose nel fodero, continuando a scalare la parete con la mano. Gli appigli erano pochi, più saliva e più la parete si faceva liscia e resistente. I suoi artigli a fatica perforavano la roccia, ad ogni passo la mano iniziava a formicolare, la prese diventava sempre più debole.

- Devo trovare una soluzione alla svelta, se continuo così non uscirò mai da qui dentro - pensò.

La bambina iniziò a scivolargli, il braccio non riusciva più a tenerla, gli sembrava di sollevare un macigno. La bambina dormiva, Inuyasha la tirò a se con tutte le forze rimaste, continuando a salire come un forsennato. Dalle pareti l' acqua usciva a zampilli, rendendo la roccia scivolosa. Il mezzodemone tentò più volte di afferrare la parete, ma scivolava, l' acqua iniziò ad uscire a spruzzi, ricoprendo la parete e cadendo a cascata su Inuyasha. Ad un tratto vide uno spiraglio, era troppo lontano per raggiungerlo con un salto, con la bambina in braccio, sotto di loro l' acqua si frastagliava sulle roccie sotto di loro.

- Quelle roccie prima non c'erano, come è possibile? - si domandò il mezzodemone, guardando in basso.

- Se lascio andare la bambina posso raggiungere lo spiraglio con un balzo... No! Non posso lasciarla cadere adesso! - gridò.

La bambina iniziò a scivolargli, tentò di recuperarla, ma perse la presa, la bambina cadeva nel vuoto e Inuyasha si lanciò verso di lei afferrandola, la strinse a se, girandosi lui di schiena verso le rocce - Dannazione! - urlò a squarciagola.

- Inuyasha! Inuyasha! - una voce famigliare lo chiamava.

- Cosa? - gridò il mezzodemone.

- Mi senti? Svegliati! - risuonò la voce.

Inuyasha aprì gli occhi, vedendo Miroku che lo fissava - Ma la bambina? - domandò il mezzodemone.

- Quale bambina? Questa? Sono solo ossa, è morta da anni - indicando vicino a lui.

- Vuoi dire che non era reale? Questa bambina era ferita e io ho cercato di portarla fuori di qui, saranno passate ore da quando sono sceso, non potevi venire prima a cercarmi? - sbraitò infuriato Inuyasha.

- Sono passati al massimo dieci minuti, non ti vedevo tornare, così sono sceso con Kirara. Eri inginocchiato che toccavi quelle ossa, non rispondevi nemmeno quando ti chiamavo - replicò Miroku.

- Allora è stato tutta un illusione - disse guardando le ossa vicine a lui.

Uscirono dalla grotta, ripercorrendo il percorso al contrario, la strada sembrava più illuminata di prima, dalle pareti l' acqua non zampillava più. Avvicinandosi all' uscita videro qualcosa.

- Chi sei tu? - esclamò Inuyasha brandendo la spada.

La creatura si allontanò, lasciando libero il passaggio. Appena uscirono la videro allontanarsi.

- Fermati! - gridò Miroku, aprendo una delle fiale di Sango. - No no no, non usare quella roba, farà più male a voi che a me - esclamò la creatura nascosta nell 'ombra della notte.

- Zitto demone! - urlò Inuyasha strappando la fiala a Miroku, gettandola contro la creatura.

La fiala scoppiò in una nube di fumo, che si diramò attorno al demone. Inuyasha caricò Tessaiga per scagliare un fendente.

- Fermo Inuyasha, guarda - indicò il monaco.

La creatura tossiva accasciata al suolo - Stupidi! Diamine come puzza questa roba! - esclamò, continuando a tossire.

Si avvicinarono alla creatura, era grande come un cavallo con una lunga proboscide, ricoperto di pelliccia. Miroku lo guardò attentamente - Non ci sono dubbi, questo è un Baku - disse convinto.

- Certo che lo sono, siete ciechi? Era necessario lanciarmi contro quella roba! - gridò la creatura.

- Attento a come parli se non vuoi essere fatto a fette! - gridò spavaldo Inuyasha.

GRRRAUGH!!

Un ruggito attirò l' attenzione di tutti. Il Baku si alzò, tossendo ancora - Ora siete contenti! Quella roba è prodotta con feromini di demone, sono così concentrati da stordire, ma attirano anche i demoni! - gridò seccato.

Il cielo sopra di loro si coprì di nubi nere, oscurando il cielo notturno, orde di demoni uscirono dalle nubi, lanciandosi contro il Baku ricoperto di feromoni. La creatura iniziò a correre urlando, mentre Inuyasha per nulla preoccupato si pose davanti a loro, ruotò Tessaiga dietro di lui e voltandosi scagliò un possente fendente verso l'alto.

CICATRICE DEL VENTO!!

Il colpo si diramò nel cielo, disintegrando i demoni. Miroku usando alcuni suoi fuda, purificò gli ultimi che tentavano di fuggire. Il Baku si voltò, assistendo alla prova di forza del mezzodemone e del monaco, si avvicinò a loro indicando con la proboscide l' ingresso della montagna.

- Cosa vuoi dirci? - domandò Miroku.

- Guardate la, non avete ucciso tutti i demoni, uno è ancora vivo! - gridò.

Dall' oscurità della montagna uscì un immenso demone scorpione, Inuyasha si lanciò contro di lui, ma il demone lo colpì anticipandolo con la coda. Miroku e il Baku si allontanarono, permettendo al mezzodemone di combattere liberamente.

- Bastardo! Ora ti faccio a pezzi! - sbraitò Inuyasha.

Il demone scorpione avanzò, attirato dai feromoni presenti sul Baku. Inuyasha balzò su di lui, mutilandogli una zampa, lasciandolo cadere a terra dolorante. Continuò a colpirlo, ferendolo in vari punti, alla fine con un possente salto, atterrò sulla testa dello scorpione trafiggendolo a morte.

- Non eri così forte! - gridò spavaldo, estraendo la Tessaiga dalla testa del demone scorpione.

Gli altri due si avvicinarono a lui, il monaco avvertì una sensazione di freddo lungo la schiena, guardò verso la grotta vedendo qualcuno fermo all' ingresso - Inuyasha guarda la! - esclamò, indicando la grotta.

Lo spirito di una bambina li stava guardando, si avvicinarono a lei - Ma tu sei la bambina di prima? - domandò Inuyasha sbalordito.

Lo spirito rimase un attimo in silenzio guardandolo, si avvicinò a lui abbracciandolo - Si, sono caduta nella trappola di quel demone tanti anni fa, mi usava per attirare la gente, catturandoli in quella illusione. Grazie, ora sono libera, ora posso tornare dalla mamma - sparendo piano piano, ancora abbracciata a Inuyasha.

- Quello spirito era bloccato in questa montagna già quando sono arrivato io, più di cinquanta anni fa - disse il Baku.

- Venerabile, siamo giunti fino a qui per invocare il tuo aiuto - disse Miroku, porgendo le mani congiunte in segno di preghiera.

- Immagino centri con dei sogni - bisbigliò la creatura.

- Kagome è intrappolata in un incubo e non riusciamo a svegliarla - urlò Inuyasha.

- Kagome? E chi sarebbe? - domandò il Baku, vedendo il mezzodemone col volto cupo e sofferente.

- La sacerdotessa del nostro villaggio, è svenuta dopo aver purificato dei demoni, da allora non si è più svegliata, sono già passati due giorni - spiegò Miroku.

- Due giorni? Poverina, starà soffrendo terribilmente - guardando in basso.

Sentendo quelle parole, Inuyasha si sentì spezzare il cuore - Da quando è tornata non sono riuscito nemmeno a proteggerla, ogni volta viene ferita, forse la sto esponendo a troppi pericoli - pensò il mezzodemone.

- Forza! Non c'è tempo da perdere - esclamò il Baku, incamminandosi.

- Ma a questo passo ci vorrà una vita! - urlò Inuyasha.

- Se trovate un altro modo per portarmi ben venga, ma non credo che la vostra piccola demone, anche se trasformata possa portarmi per due giorni - replicò il Baku.

Nel frattempo al villaggio Musashi, Kaede assisteva Kagome, ancora dormiente. Tutti al villaggio facevano visita alla sacerdotessa, portando fiori e offerte, pregando per la sua guarigione.

- Sono passati due giorni, avranno già trovato il Baku, speriamo - pensò la vecchia miko.

- Signora Kaede, come sta Kagome? - domandò Rin, portando un cesto di erbe medicinali.

- Ancora non presenta segni di miglioramento, dorme. Solo che in questo stato non può mangiare, il suo corpo si sta lentamente indebolendo, ha il volto pallido e le mani fredde - rispose Kaede, appoggiando un panno caldo sulla fronte di Kagome.

Sango entrò nella capanna - Permesso - sedendosi accanto a Kaede.

- Sango, vedo che fai visita spesso a Kagome. Sono preoccupata, anche se trovano il Baku, non so se faranno in tempo a portarlo al villaggio - sospirò la vecchia miko.

- Come? No! Kagome non può... - appoggiandosi al capezzale in lacrime.

- Il suo corpo sta sicuramente lottando, però non è come Inuyasha che può sopravvivere anche senza mangiare per lungo tempo, sono già due giorni che non si nutre. Ci vorrebbe un miracolo - appoggiando la mano sulla spalla della sterminatrice.

I giorni passarono, la neve ricopriva il tetto delle case, i campi erano incolti, la vita al villaggio si era fermata. Molta gente passava la notte davanti la casa della sacerdotessa a pregare, temendo la sua morte e la sventura di tutto il villaggio. Sango attendeva seduta ai margini del villaggio - Sono già passati troppi giorni, ma dove diamine sono finiti? Inuyasha, stupido! Proprio non hai a cuore la sua salute! - pensò tra se e se in lacrime, abbracciando le sue figlie, sedute accanto a lei.

Alle prime luci del sesto giorno, dalla loro partenza, uno degli abitanti vide qualcosa avvicinarsi a tutta velocità. Era Inuyasha che trainava un grosso carro con sopra il Baku, accanto Miroku in sella a Kirara. Arrivarono al centro del villaggio, non vedendo nessuno in giro, si precipitarono a casa. Davanti a essa quasi tutto il villaggio era riunito in preghiera, collane di fiori e candele accese rivestivano l' ingresso della casa.

- Forza stupido Baku, muoviti a scendere! - piegando il carro da un lato.

- Si, si. Sei proprio scortese - esclamò il Baku.

Sango uscì dalla casa, Miroku si avvicinò a lei - Come sta Kagome? -domandò il monaco.

La sterminatrice si buttò tra le braccia del marito in lacrime, senza dire nulla. Inuyasha vedendola reagire in quel modo, sentì un vuoto dentro, scattò dentro casa. Kaede era seduta accanto al letto in preghiera, Kagome era pallida come la luna. Si avvicinò a lei prendendola per una mano, era fredda, il calore aveva abbandonato il suo corpo. Inuyasha con le lacrime agli occhi la strinse a se, Kaede gli appoggiò una mano sulla spalla - Ci dispiace - disse, visibilmente sofferente.

- Non ho fatto in tempo! Sei morta per colpa mia! - mugugnò Inuyasha.

- Ha lottato fino a questa mattina presto, non sappiamo se ha prevalso la fame o l' incubo - spiegò Kaede.

- Se arrivavo qualche ora prima la avrei salvata? - domandò.

La vecchia miko, non lo guardò in faccia, si limitò ad affermare con la testa. Inuyasha teneva Kagome tra le braccia, le accarezzava i capelli. Miroku e Sango entrarono anche loro, sedendosi accanto a Inuyasha, la sterminatrice teneva una mano all' amica piangendo.

- Bisogna dirlo agli altri - disse Kaede, alzandosi, mentre si asciugava le lacrime.

Uscì dalla casa, tutto il villaggio pendeva dalle sue labbra, la vecchia miko guardò tutta quella gente pensando - Questo sarà un duro colpo per tutti, è la seconda sacerdotessa che perdono - poi si avvicinò alla gente appoggiandosi alla spalla di alcuni davanti - La nostra sacerdotessa è...

- Signora Kaede! - una voce attirò l' attenzione di tutti.

Era la piccola Rin accompagnata da Sesshomaru - Rin dove eri finita? - domandò la vecchia miko.

La ragazzina sorrise - Sono corsa a cercare il signor Sesshomaru - tirando il demone cane per una manica.

Passarono in mezzo alla folla, entrando in casa sotto gli occhi sbalorditi di tutti, Inuyasha si voltò - Cosa ci fai qui tu? - gridò piangendo.

- Smettila di abbaiare - rispose il demone cane.

- Non lo vedi che Kagome... - alzandosi di scatto contro il fratello.

SLAM!!

Sesshomaru afferrò per il collo Inuyasha, sbattendolo contro il muro - Piantala! Guarda! - estraendo Tenseiga.

Rimase un attimo immobile, poi colpì davanti al corpo di Kagome con due fendenti, ripose infine Tenseiga nel fodero, lasciando andare Inuyasha.

- Cosa pensi di aver fatto? - urlò il mezzodemone alzandosi, tenendosi il collo dolorante.

- Inuyasha! Guarda Kagome! - urlò Sango.

La ragazza aprì gli occhi, voltandosi verso il suo sposo - C-ciao - sospirò sorridente.

- K-Kagome? - avvicinandosi all' amata, abbracciandola.

- Ringraziate padron Sesshomaru, senza di lui sarebbe morta per sempre - esclamò Jaken sull' uscio della porta, con arroganza.

- Sesshomaru? - domandò Kagome, vedendolo allontanarsi.

- Non ci sarà una prossima volta, se muore ancora per colpa della tua ignoranza - disse Sesshomaru, accarezzando in testa Rin, uscendo.

- Avete capito bene? Padron Sesshomaru aspettatemi! - esclamò Jaken, correndo fuori.

Uscirono tutti, lasciando i due sposi a parlare tra di loro - Ho avuto paura di perderti, quando non respiravi più, ho visto tutto il mio mondo crollarmi sotto i piedi - bisbigliò Inuyasha.

- Sapevo che non mi abbandonavi, ho sempre avuto fiducia in te - baciandolo.

Kaede rinsavita dalla notizia, gridò a tutto il villaggio che la sacerdotessa era salva, sollevando un coro di urla felici e entusiaste. Anche Sango, abbracciata al marito, piangeva dalla gioia. Poco dopo uscirono Inuyasha e Kagome accolti con felicità da tutto il villaggio.

- Scusate? - domandò il Baku, dimenticato da tutti.

- Così voi siete il leggendario Baku? - chiese Kaede avvicinandosi a lui.

- Sono tutti così gentili, solo quel mezzo demone è scortese - guardandolo con aria di sfida.

- Venerabile, ti abbiamo portato qui per salvare la nostra sacerdotessa dagli incubi - disse Miroku.

- Vedo però che la sacerdotessa è già stata salvata, non avete più bisogno dei miei servizi - voltandosi.

- No, aspetta - gridò Kagome - Forse puoi aiutarci lo stesso, quando ero nell' incubo, percepivo una voce che mi guidava, era la vostra credo - aggiunse.

- La mia? Alcune persone con grandi poteri posso udirla nei sogni, se vi ho aiutata ne sono felice - spiegò il Baku, sorridente.

Kaede dopo aver rasserenato gli abitanti, che tornarono ai loro soliti compiti, invitò Inuyasha, Kagome e il Baku a rientrare in casa per approfondire la questione. Miroku e Sango restarono anche loro.

- Perfetto, ora venerabile Baku, può entrare nei sogni della nostra sacerdotessa, cercando la fonte dell' incubo? - domandò gentilmente, la vecchia miko, alla creatura.

Kagome si distese sul futon chiudendo gli occhi, stringendo la mano ad Inuyasha. Il Baku appoggiò la proboscide sulla fronte della ragazza, chiuse gli occhi, rimanendo immobile.

- Sicuri che funziona? - domandò Inuyasha a bassa voce.

- Silenzio, gli serve concentrazione - bisbligliò Kaede.

La creatura aprì gli occhi di colpo, ansimando - N-n-no! Non lo trovo! Scusate ma devo andarmene - gridò agitato il Baku.

- Cosa hai visto? - chiese Kagome, sedendosi.

- Nulla, deve essere già sparito, non preoccupatevi, addio! - uscendo a passo accellerato.

- Per fortuna che non correva più veloce di così, ha detto - esclamò Inuyasha, con disprezzo.

Kaede si affacciò fuori di casa, vedendo il Baku allontanarsi correndo verso est. Rientrò dentro invitando tutti ad uscire, per lasciare riposare Kagome. Miroku e Sango tornarono a casa loro, così come la vecchia miko, lasciando il resto della giornata tutta per gli sposi.  

Il filo rosso del destinoWhere stories live. Discover now