Conseguenze delle proprie azioni

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  - Questa volta ci è andata bene, se il villaggio perdeva anche questa sacerdotessa, ma per fortuna Rin hai trovato la soluzione - disse Kaede, sorridendo alla ragazzina accanto a lei.

- Signora Kaede, perchè il Baku è fuggito spaventato? - domandò Rin.

- Non saprei, un demone in grado di annientare con facilità una sacerdotessa deve essere molto potente, probabilmente il Baku lo ha visto. Dobbiamo restare vigili, potrebbe ritornare alla carica - spiegò la vecchia miko.

La vita al villaggio ripartiva, i contadini riniziarono a preparare i campi, tutti tornarono ai loro compiti, consapevoli che la loro sacerdotessa era viva. Kagome si era ripresa rapidamente, il giorno dopo era già tornata a curare i malati, seppur Kaede le raccomandava di non sforzarsi, almeno per i primi giorni. Inuyasha la seguiva come un ombra, preoccupato per la sorte dell' amata, la accompagnava per il villaggio, attendendo fuori dalle porte di casa in casa.

- Sto bene ormai, non serve che vieni con me. Piuttosto, Miroku aveva accennato ad un demone che tormentava i viandanti, perchè non lo aiuti? - chiese Kagome, camminando accanto a Inuyasha.

- Sarà uno dei suoi soliti trucchi per truffare i viandanti, ha coinvolto anche Shippo, lui finge di essere un demone malvagio e Miroku finge di purificarlo. Poi si lamenta di non riuscire a purificare dei veri demoni - rispose il mezzodemone.

- Ahah, lo sai come è Miroku - ridacchiò la ragazza.

- Poi non voglio che ti succeda niente, lo vedo che fatichi ancora a curare la gente, i tuoi poteri sono tornati, ma fai fatica ad usarli come prima - disse Inuyasha.

- Si, faccio più fatica ad usare i miei poteri. Già dopo poco mi affatico, ma non c'è da preoccuparsi, sarà solo stanchezza, in questo periodo la gente si ammala spesso e le mie cure sono obbligatorie quasi quotidianamente - rispose Kagome.

Inuyasha guardò in basso, con lo sguardo cupo - Ti ho anche esposta a troppi pericoli, ogni volta eri obbligata ad usare i tuoi poteri per aiutarmi. Quando ti eri ammalata mi sono sentito inutile, tutti i poteri raccolti nella Tessaiga non potevano salvarti e quando non respiravi più io...

- Sono ancora qui no? Dobbiamo essere grati a Sesshomaru, in qualche modo dimostra che anche lui ha un cuore - disse la ragazza.

- Si, ma il potere di Tenseiga funziona una volta soltanto, se ti capita qualcosa nessuno può fare più niente. A volte credo che farti tornare da questa parte del pozzo sia stato un errore, di la saresti al sicuro - stringendo i pugni delle mani.

- Ehi! Non pensarlo nemmeno! Quella non era la vita che ho scelto, passavo le giornate come un automa, non facevo altro che pensare a come ritornare qui, toglitelo dalla testa. Ho scelto di stare con te, anche il pozzo mi ha dato ragione riaprendo il passaggio. Sono consapevole dei pericoli a stare qui, ma è qui che ho scelto di vivere, al tuo fianco - replicò Kagome prendendo la mano allo sposo.

Inuyasha sorrise, abbracciandola e baciandola - Stupida, non cambierai mai - bisbigliò sorridente.

Proseguirono visitando tutto il villaggio, felici e consapevoli di poter contare l' uno sull' altro, Kagome mostrava una certa fatica, ma non si dava per vinta e con il supporto di Inuyasha continuava a curare i malati. Sesshomaru passava molto più spesso al villaggio Musashi, portava ogni volta pezzi di demone ed erbe particolari, Rin continuava a sostenere che al demone cane importava della salute di Kagome, ma nessuno aveva il coraggio di fermarlo per chiederglielo.

Una fredda mattina Inuyasha si alzò presto uscendo di casa, le nuvole coprivano il cielo, arrivarono le piogge che allagarono i campi e scioglievano la neve, lasciando solo qualche cumulo sparso sotto gli alberi secchi e privi di foglie.

- Che guardi? - bisbigliò Kagome, avvicinandosi al mezzodemone seduto sulla porta.

- Niente, è la prima volta che mi fermo a guardare un cielo così, sembra più luminoso ora che ci sei tu - invitandola a sedersi accanto.

Inuyasha la abbracciò, tenendola vicina a se per scaldarla. Rimasero seduti a guardare la pioggia, che tintinnava sulle assi del tetto. Kagome con la coda dell' occhio notò dei piccoli lampi nel cielo - Guarda! Deve essere un temporale che si avvicina - disse la ragazza.

I lampi si concentrarono in un punto solo diventando più abbaglianti - Non sono lampi, è qualcosa di diverso - replicò Inuyasha alzandosi assieme a Kagome.

Un tuono assordante scoppiò in cielo, Inuyasha cadde a terra dolorante, tenendosi le orecchie. Kagome cercò di sollevarlo, ma appena gli spostò le mani vide il sangue che colava dalle orecchie - Inuyasha mi senti? - gridò.

Il mezzodemone si agitava al suolo, la ragazza lo coprì con il futon per attutire il rumore, poi si alzò impugnando l' arco. Il tuono si risentì, più forte di prima, questa volta il rumore era tale da far barcollare la ragazza. Appena dopo il tuono, un fulmine si scagliò a terra poco lontano da loro, Kagome non poteva uscire lasciando Inuyasha da solo, si affacciò alla porta tenendo l' arco in tiro, pronta a scoccare.

- Possibile che esistano demoni capaci di fare questo? - pensò la ragazza.

Qualcosa in mezzo alle nuvole si avvicinava, Kagome scoccò una freccia che trapassò le nuvole. Una voce borbottò - Sei impazzita? Potevi uccidermi sai? - mostrandosi, uscendo dalle nuvole.

- Totosai? Cosa ci fai qui? - domandò Kagome, incuriosita nel vederlo.

- Penso che lo hai notato - gridò Myoga saltando sulla spalla del demone fabbro.

- Myoga ci siete anche voi? Ma cosa sta succedendo? - chiese la ragazza.

- L' altro giorno mi è venuto a trovare e mi ha informato che avete incontrato un Ryu, sul primo momento pensavo scherzasse, poi quando mi ha mostrato le voragini ho realizzato che non stava mentendo - rispose Totosai.

- Ho dovuto avvisarlo - aggiunse il demone pulce.

Kagome li portò dentro casa, mostrandogli Inuyasha. Totosai si avvicinò toccando con un dito le orecchie del mezzodemone, che si rivoltò dal dolore. La ragazza furibonda colpì in testa il fabbro - Dovevi per forza toccarlo? - stringendo i pugni con aria minacciosa.

Myoga saltò sulla spalla di Kagome - Che caratteraccio, stando col signorino Inuyasha vi siete...

CLAC!!

Schiacciandolo con le dita.

- Basterà che lo medichi e gli fasci le orecchie, si riprenderà in poco tempo - disse Totosai, grattandosi l' orecchio col dito.

- Si, ma cosa sono stati quei tuoni? - domandò Kagome.

Totosai diventò serio - Sono le conseguenze di un evento. Il risveglio del Ryu, i demoni non morti, sono tutte conseguenze di uno sconvolgimento dell' ordine naturale delle cose. Qualcosa che non doveva esserci è tornata in questo mondo - rispose il fabbro.

Kagome guardò in basso, accarezzando i capelli di Inuyasha - Forse sono io la causa, terminato il mio compito in questa epoca non sarei più dovuta ritornare, invece sono qui. Tutti questi problemi sono a causa mia - con le lacrime agli occhi.

- Non credo signorina Kagome - replicò il demone pulce.

- Ha ragione Myoga, Inuyasha aveva già incontrato i demoni non morti prima che tornavi, forse l' apertura stessa del pozzo è una delle conseguenze, non la causa - aggiunse Totosai.

- Se è come dite voi, il mio ritorno è stato solo un caso fortuito? - domandò Kagome.

- Probabilmente. In più negli ultimi tempi le voragini sono aumentate, gli effetti si stanno espandendo, qualunque sia la causa prima o poi si manifesterà, dobbiamo solo aspettare - rispose il demone fabbro.

Totosai e Myoga si congedarono, lasciando Kagome a medicare Inuyasha, ancora stordito e quasi sordo. Applicò alcuni unguenti, poi gli fasciò le orecchie con cura. Inuyasha restava immobile, non sentiva niente, Kagome provava a schioccare le dita vicino alle sue orecchie, senza reazione però. Seppur il mezzodemone tentava più volte ad alzarsi per uscire, Kagome lo teneva fermo ordinandogli a gesti di non muoversi.

Verso sera il temporale era cessato, le nuvole si schiarirono, rimanendo parzialmente presenti in cielo. La pioggia aveva creato alcune pozze d' acqua davanti casa, la neve era quasi del tutto scomparsa, lasciando visibile il terreno brullo. Kagome era fuori che lavava le bende in un secchio, quando sentì dei passi dietro di lei - Ehi, chi? - voltandosi indietro.

Inuyasha era in piedi a braccia incrociate che la guardava, allungò una mano sopra la testa togliendo le fasciature, muovendo le orecchie completamente guarite - Visto? - disse.

- Allora mi senti ora? - domandò Kagome ridacchiando.

- Certo, quel tuono mi ha preso alla sprovvista, ma cosa volevano Totosai e Myoga? - replicò Inuyasha.

Kagome mentre lavava le bende, spiegò all' amato tutta la questione, delle conseguenze viste in quei giorni e della casualità dell' apertura del pozzo. Il mezzodemone la tirò su tenendola per le spalle - Non credo sia stato un caso il tuo ritorno - disse.

- Totosai mi ha spiegato che sono tutte conseguenze di qualcosa, è stato un caso che ho sentito quel terremoto e che sono corsa dal pozzo - spiegò Kagome.

Inuyasha prese un filo che sfilacciava da una benda, lo legò al mignolo di Kagome da un estremità e al suo dall' altra, tirò il filo tirandola a lui - Vedi? - disse il mezzodemone.

- Cosa sarebbe? - domandò la ragazza, guardando il filo.

- Me lo raccontava mia madre da piccolo. Questo è il filo del destino, quando due persone sono legate tra di loro da questo filo nulla le può dividere, anche se sono distanti tra di loro, questo filo le lega per sempre - spiegò Inuyasha.

Kagome abbracciò l' amato, lasciandosi andare in un lungo pianto tra le sue braccia - Ti credo - singhiozzò.

- Dai rientriamo - sussurrò Inuyasha, sentendo le folate di vento gelido rabbrividire Kagome.

Le nuvole si schiarirono quasi del tutto, lasciando riflettere la luna nelle tante piccole pozzanghere che brillavano. Il tetro silenzio era interrotto occasionalmente da qualche animaletto che passava tra gli alberi, ma quasi impercepibile alle orecchie della tante gente avvolta nei loro sogni.

L' alba era arrivata, quando nel silenzio, dei passi si avvicinavano alla casa - Ci siete? - gridò una voce all' esterno.

Inuyasha si alzò coprendo Kagome ancora dormiente, si avvicinò spostando la tenda di piccole canne, fissata davanti la porta. La piccola Rin sostava dinanzi alla loro casa, con un cesto in mano - Rin? Cosa succede? - domandò il mezzodemone.

- Sono passata a portare questi - allungando il cesto a Inuyasha - Servono per vari malanni, ci sono anche corna di demone, il signor Sesshomaru mi ha detto di portarveli - aggiunse.

- Sesshomaru? Si sta ammorbidendo a tal punto da fare dei regali a noi? - chiese ridacchiando.

Rin lo guardava perplessa - Ha solo detto di portarveli, ne ha lasciati altri anche a Kaede - rispose la ragazzina.

- Chi è? - domandò Kagome alzandosi e avvicinandosi alla porta.

- Buongiorno signorina Kagome, ho portato delle cose da parte di Sesshomaru - replicò Rin.

Kagome guardò Inuyasha sorpresa, indicando la cesta - Davvero è stato lui? - chiese.

- Da quello che dice Rin si, è sempre stato un tipo strano, ma arrivare a preoccuparsi per noi non è da lui - sghignazzava Inuyasha.

- Sono erbe particolari, servono per i dolori alla schiena e la nausea. Oh guarda queste! Sono ottime per i malanni stagionali, me ne parlava tempo fa Kaede, sono rare, crescono solo in cima alle montagne - borbottava da sola Kagome, sorridente.

- Io vado, ciao - strillò Rin ormai lontana, mentre salutava con la mano.

Inuyasha, supervisionato da Kagome, costruiva delle piccole mensole dove riponevano le varie provviste ed erbe. Le aveva fissate al muro in pietra della casa e sotto di esse ci aveva messo vari vasi, di diverse dimensioni, contenenti gli unguenti utili a Kagome per il suo compito da sacerdotessa.

- Perfetto - affermò Kagome, soddisfatta.

- Se cadono non prendertela con me, non sono pratico a costruire - blaterò Inuyasha.

- Però questa casa l' hai ideata tu, eppure è ancora in piedi - stuzzicando il mezzodemone.

TOC TOC!!

- Permesso? - chiese Miroku entrando.

- Ah siete voi, Sango non c'è? - domandò Kagome.

- No, è rimasta a casa coi bambini, Keiichi sta mettendo su i denti, per quello sono qui. Piange sempre, le gemelle non si sono mai lamentate così tanto, avete qualcosa per alleviare il dolore alle gengive? - replicò Miroku.

- No, nella mia epoca esistono un infinità di prodotti per quello, ma qui non ho trovato niente. Prova a usare un panno bagnato con acqua fredda. Mi dispiace non essere d' aiuto - rispose dispiaciuta la ragazza.

- Non preoccupatevi, scusate per il disturbo - congedandosi.

Inuyasha ridacchiava - I bambini, sono terribili, per fortuna non ne abbiamo -

- Perchè? Non vuoi averne? Per proseguire la tua stirpe? - domandò stupita Kagome.

Inuyasha smise di ridere, diventando serio - Per condannarlo ad una vita da mezzo demone come la mia? - rispose.

- Condannarlo? Ma ti senti? Qui sei l' eroe del villaggio, tutti ti vogliono bene, hai me, Miroku, Sango e tutti gli altri - replicò la ragazza.

- Non capiresti - borbottò, dandogli le spalle.

- Io cosa? Ho sempre immaginato che un giorno avremmo avuto una famiglia tutta nostra - guardando in basso.

Inuyasha si voltò, vedendola con le lacrime agli occhi - Pensaci, non a tutti i mezzo demone è andata bene, molti sono morti. Siamo disprezzati sia dai demoni che dagli umani - avvicinandosi a lei.

- Non guardi mai Sango e Miroku coi loro figli? Non pensi mai di sentirti mancare qualcosa? Ma se tu non vuoi, per la tua paura che non sia accettato va bene, non ne parliamo più! - gridò allontanandosi verso la porta.

- Ferma! Aspetta! - balzando verso di lei.

- Ti odio! - urlò Kagome, spiazzando del tutto Inuyasha.

- No dai, aspetta...

A CUCCIA!! A CUCCIA!! A CUCCIA!! A CUCCIA!!

La faccia del mezzodemone si conficcava nel pavimento, mentre Kagome usciva furibonda in lacrime.  

Il filo rosso del destinoWhere stories live. Discover now