L' accordo della madre

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  La polvere generata dal conflitto si diramò.

Inuyasha e gli altri scesero a terra, subito Izayoi balzò verso suo marito - Caro, sei riuscito a sconfiggerlo, ho temuto il peggio pensandoti qui da solo a lottare contro quei demoni - abbracciandolo.

Mizuki si stava per allontanare, vedendoli così uniti, quando Touga la fermò - Aspetta! - disse - Sei venuta in nostro soccorso, hai voluto proteggerci. Ti ringrazio - aggiunse.

- Non viaggiare troppo con la fantasia, abbiamo fatto un accordo io e la tua sciocca umana. Vi aspetto al castello - volando via, assieme alle guardie, lasciandosi scappare un sorriso di soddisfazione.

Il generale cane guardò la sua amata - Che accordo avete fatto? - chiese.

La principessa guardò suo marito seria - Padre! - esclamò Inuyasha, interrompendoli.

Il mezzodemone, assieme a Kagome, si avvicinò a Touga - Lo avete visto anche voi quella cosa salire al cielo, dopo la morte del Ryu? - domandò Inuyasha.

- Era il suo spirito - rispose Sojobo, rimettendosi la veste da monaco.

- Esatto, l' avevo notato anche io - replicò il generale cane.

- Vi ricordate le parole del Ryu? "appena l' avremo risvegliato sarà la fine per voi" - esclamò il tengu rosso.

Il generale cane guardò il cielo - Lo spirito dei Ryu è più forte di quello degli altri demoni, la sua forma trascende la vita e la morte. Una antica leggenda narra di un antico Ryu, il primo della sua specie, sigillato da cinque grandi demoni all' inizio dei tempi. La leggenda racconta che solo il sangue unito dei cinque grandi demoni, assieme agli spiriti dei Ryu discendenti, può spezzare il sigillo - spiegò Touga.

- Probabilmente stanno cercando il corpo di quel Ryu, per usarlo contro di noi - disse Sesshomaru, rimasto fino ad ora in disparte.

- Può darsi figliolo, ma io stesso ho cercato per decenni quel Ryu in tutto il mondo, senza risultati. Non lo troveranno sicuramente dall' oggi al domani - spiegò il generale cane.

Sojobo mostrò un braccio, scoprendo la manica - Forse non lo hanno trovato, ma il sangue lo hanno preso - mostrando alcuni morsi dei demoni serpente.

Anche Touga mostrò alcuni morsi sulle braccia - Noi siamo grandi demoni, forse la nostra stirpe discende dai cinque che lo hanno sigillato, ma gliene mancano ancora tre - disse il generale cane, perplesso.

Kagome era evidentemente preoccupata, ascoltava tenendosi stretta al braccio di Inuyasha. Il mezzodemone notava l' agitazione dell' amata - Non devi preoccuparti, non permetterò che ti facciano del male - cercando di calmarla.

- Forse esiste un modo per evitare che il Ryu si liberi, basta trovare gli altri tre grandi demoni prima di loro - spiegò la ragazza.

Il generale cane guardò Kagome - Credo possa funzionare, al castello di Mizuki si trova una immensa biblioteca, contenente una grande quantità di libri su demoni e leggende. Forse li riusciamo a trovare un indizio su dove trovare gli altri grandi demoni - esclamò Touga.

Tutti si prepararono a partire, il tengu rosso si avvicinò a Kagome - Aspetta, tieni - allungandole una piccola fiala.

- Grazie, ma a cosa serve? - chiese la ragazza.

- Sono feromoni di tengu. Se ti trovi in pericolo e non vedi altre via di uscita, rompi la fiala. Col mio naso sento odori a grandi distanze, sarò da te in poco tempo. Ricordati di usarla però solo in casi estremi, quei feromoni sono molto rari - spiegò Sojobo.

Kagome lo guardò sbalordita - Davvero? Grazie infinite, ne farò un buon uso - ringraziandolo, stringendo la fiala tra le mani.

- E tu! Stai più attento con la tua donna! Non puoi permettere che un fiore così raro appassisca, capito cocciuto e arrogante mezzodemone? - sghignazzò il tengu rosso, guardando Inuyasha negli occhi.

Kagome ridacchiava anche lei, poi salì su Ah-Un assieme all' amato partendo verso il castello, congedandosi con Sojobo.

Salirono verso l' alto. Arrivarono al castello dove Mizuki li aspettava adagiata sul suo trono - Eccovi finalmente - sospirò la regina cane.

I servi presero Ah-Un e gli altri demoni, portandoli nelle stalle, assieme al carro. Sesshomaru e Jaken seguirono i servi. Touga salì la scalinata verso il trono.

Mizuki si alzò - Ebbene? - guardandolo.

- Dobbiamo consultare la biblioteca, forse li ci sono dei libri che ci servono - spiegò il generale cane.

- Non c'è fretta, dovete riposare, le tue umane saranno stanche - replicò la regina cane, guardandole.

- A quale gioco stai giocando questa volta? - chiese Touga perplesso.

Mizuki sorrise, poi schioccò le dita - Forza, preparate un rinfresco. Non possiamo lasciare gli ospiti qui, saranno stanchi dopo la battaglia - ordinò ai servi.

- Se volete le vostre stanze sono pronte, quando il sole inizierà a tramontare vi chiameremo noi per il rinfresco - disse un piccolo demone, inchinandosi vicino a loro.

La regina cane si allontanò - Mio caro riposati, ti voglio vedere in forma al rinfresco - sospirò, mentre lui la guardava perplesso.

Accompagnati dal piccolo demone, alloggiarono nelle loro stanze.

Kagome restò meravigliata da quelle stanze, una più bella dell' altra - Davvero sono per noi? - chiese.

- Certamente signorina, se vi serve qualcosa chiamatemi pure - spiegò il servo, uscendo.

Inuyasha era seduto pensieroso in un angolo, con lo sguardo perso nel vuoto. Kagome si sedette vicino a lui - Cosa i succede? Siamo tutti vivi no? - domandò.

Lui la guardò - Si quello si - lasciandosi sfuggire un sorriso, poi tornò serio - Solo che stavo ripensando a quello che è successo, al bambino. Quando sei scappata, hai detto che portavi dentro di te un mostro. Quelle parole sono state come una lama nel cuore - aggiunse.

- Non lo pensavo davvero, sono state la paura e la rabbia di quel momento a fare uscire quelle parole. Questo bambino rappresenta la cosa più bella che ci sia capitata, non gli faccio una colpa. Non è lui che ha scelto di venire al mondo, poi vedrai che andrà tutto bene, me lo sento - sedendosi in braccio a lui.

- Ti credo. Ha proprio ragione Sojobo, sono stato un arrogante a non dirti del parto, la cosa la dobbiamo affrontare assieme - guardandola negli occhi.

Kagome prese un piccolo pezzo di filo, legandolo al suo mignolo e a quello di Inuyasha - Come hai detto tu, noi siamo uniti dal destino - baciandolo.

- Ci siamo anche noi qua - sospirò Touga.

- Non disturbarli - bisbigliò Izayoi al marito, guardandoli.

Arrivò la sera. Il sole iniziava a scendere, lasciandosi dietro una fievole luce arancione, che a fatica arrivava tra le nubi.

TOC TOC!!

Bussò uno dei servi.

- Avanti - disse la principessa.

- La cena è pronta - spiegò il servo.

- Era ora, non ci vedevo più dalla fame! - esclamò Inuyasha, alzandosi in piedi.

Seguirono il piccolo demone tra i corridoi del palazzo, tornarono nella sala dove cenarono il giorno prima. Questa volta a sorpresa di tutti, Mizuki entrò nella sala.

- Accomodatevi - sospirò la regina cane, sedendosi a capo tavola.

Ogni campanello di allarme di Kagome si era attivato - Cosa ci fa qui adesso? Possibile che sia cambiata? No! Deve avere in mente qualcosa! - pensò la ragazza.

Si sistemarono a tavola, alla sinistra di Mizuki si trovò Touga seguito da Izayoi, alla sua destra Kagome seguita da Inuyasha. I servi portarono molto cibo, più vario del solito. Alcuni portarono piccole caraffe piene di un liquido fumante.

- Spero vi aggrada - disse la regina cane - Ho fatto preparare cibi nutrienti e sostanziosi, facili da digerire per la nostra cara ragazza - aggiunse, guardando Kagome.

Inuyasha annusò una delle caraffe - Oddio che roba è? - esclamò disgustato, coprendosi il naso.

- Dimenticavo che da voi non viene usato, un mio caro amico demone dell' ovest me lo ha donato. La ricetta è antica, aspetta... Idromele! Ecco come lo chiamava, la descriveva come la bevanda degli dei, più forte e saporita del vostro comune sake - spiegò la regina cane.

Touga, fiducioso di Mizuki, prese una delle caraffe - Dall' odore non sembra male - sospirò, poi trangugiò tutta la caraffa.

- Caro! Fai con calma - esclamò Izayoi.

La cena proseguì tranquillamente, le portate erano ottime, anche Kagome apprezzava il cibo. Ad ogni portata si aggiungevano altre caraffe, che Touga svuotava una dietro l' altra.

- Un altra! - gridò il generale cane, sbriciolando la caraffa in mano.

I fumi alcolici erano sparsi per tutta la sala, Inuyasha si copriva il naso nauseante. Anche la regina cane sorseggiava con foga le caraffe. Solo Kagome e Izayoi erano impassibili a quella roba.

- Che spettacolo penoso - disse Kagome, guardando Mizuki inebriata.

I due demoni cane ridevano e sparlavano, ignorando del tutto gli altri presenti.

Kagome si alzò - Devo uscire a prendere una boccata d' aria - uscendo, seguita in tutta fretta da Inuyasha.

La cena proseguì per alcune ore. Izayoi, anche se totalmente ignorata, restava seduta a tavola accanto al marito.

Fuori dalla sala Kagome era seduta accanto all' amato - Quella specie di donna non ha vergogna per nulla - esclamò.

- Ho ancora quell' odore nel naso, non so come facciano a sopportarlo - replicò il mezzodemone.

- Povera Izayoi, è vittima delle macchinazioni di quel mostro - sospirò la ragazza, dispiaciuta.

- Purtroppo non possiamo fare nulla, qui sono le sue leggi a comandare. Se vedi anche Sesshomaru non si mostra mai accanto alla madre, anche lui prova disprezzo per lei - spiegò Inuyasha.

Kagome si insospettì - Dici? Anche se ha un carattere orribile, resta sempre sua madre. Poi se la vogliamo dire tutta, al' inizio era anche più odioso di lei - bisbligliò.

- Perchè parli piano? - bisbigliò lui.

- Non voglio che mi senta, da qualche tempo è diventato tanto premuroso con noi. Non voglio che mi senta criticarlo, è molto permaloso - disse a bassa voce.

Un brivido lungo la schiena rabbrividì Kagome - Ah s-sei q-qui - balbettò voltandosi.

Sesshomaru era immobile dietro di loro, che li fissava con il suo sguardo di ghiaccio - La baraonda di quei due si sente in tutto il palazzo - disse impassibile.

- Non ti abbiamo sentito arrivare - esclamò Kagome, sorridendo preoccupata.

Dalla sala uscì Izayoi, che si allontanò verso le stanze degli ospiti. Poco dopo uscirono Mizuki e Touga, diretti in direzione opposta.

- Sesshomaru, ma cosa succede? - domandò Inuyasha.

- Non mi immischio nei loro affari e non lo dovreste fare neanche voi - rispose, allontanandosi.

Kagome e Inuyasha, incuriositi dalla cosa, seguirono senza farsi notare i demoni cane. Attraversarono i corridoi, raggiungendo un ala del palazzo mai vista prima.

- Credo siano le stanze di Mizuki - bisbigliò Kagome, guardandosi attorno.

La regina cane si fermò davanti una delle stanze, aprì il shoji facendo entrare Touga. Il generale cane si voltò verso di lei - Ma che succede? - domandò, leggermente alticcio.

- Io e la tua amata umana abbiamo fatto un accordo, ora è il mio turno di riscuotere la ricompensa - abbassandosi il vestito sotto le braccia, lasciando scoperta parte della schiena e il seno.

Kagome coprì gli occhi ad Inuyasha - Non guardare! - entrambi rossi paonazzo.

La regina cane spinse Touga dentro la stanza, chiudendo dietro di se il shoji.

- Cosa succede? - domandò Inuyasha, ancora bendato dalle mani di Kagome.

- Quella schifosa! Ecco cosa aveva in mente, dobbiamo dirlo a Izayoi subito! - scattò, portandosi dietro il mezzodemone.

Arrivarono nelle stanze degli ospiti, dove la principessa si alzò di colpo vedendoli - Eccovi, non vi trovavo da nessuna parte - disse Izayoi.

- Abbiamo capito cosa vuole Mizuki! - esclamò Kagome agitata.

La principessa diventò molto seria - Conosco benissimo quello che mi vuoi dire, mi dispiace che lo hai visto - spiegò lei.

- Ma allora lo sai? E perchè non fai nulla? - chiese la ragazza.

- Fa parte dell' accordo, lei ci avrebbe aiutati a salvarvi tutti, però in cambio dovevo darle l' unica cosa a cui tenevo di più - rispose Izayoi.

Kagome afferrò le mani alla principessa - Ma non puoi lasciare che accada! - gridò.

Izayoi lasciò le mani della ragazza - Non possiamo fare nulla, e anche voi non dovete fare nulla. Questa è una cosa che riguarda solo me e Mizuki - allontanandosi verso le stanze da letto.

Inuyasha era rimasto tutto il tempo in silenzio - Madre - sospirò.

- Inuyasha - disse Kagome.

- Dimmi - guardandola.

- Questa notte torniamo a casa nostra - esclamò lei.

- Ma lo sai che casa nostra è a pezzi - replicò.

- Si lo so! Però non voglio restare qui questa notte - stringendosi al braccio dell' amato.

Uscirono dal palazzo. Vicino al trono Ah-Un si mostrò - Cosa ci fai qui? - domandò lei, sorridendo.

Il demone agitò le teste, abbassandosi per farli salire - Non possiamo prenderlo, è di Sesshomaru - spiegò il mezzodemone.

- Ora non più - una voce.

Il demone cane si avvicinò a loro - Cosa intendi dire? - domandò Inuyasha al fratello.

- Da quando Rin non lo usa più per spostarsi è sempre rimasto qui, non ha più nessuna utilità - guardandoli immobile.

- Lo possiamo usare per qualche tempo? - chiese Kagome.

- Tenetevelo - disse Sesshomaru, allontanandosi.

- Lo sai cosa significa? - bisbigliò Kagome a Inuyasha.

- Cosa? - replicò lui.

- Che Sesshomaru ci ha appena fatto un regalo - sghignazzò.

Il mezzodemone la guardò sorpreso - Vedo che ti è tornato il buon umore -

Salirono su Ah-Un volando tra le nubi, arrivando al villaggio in poco tempo. Dall' alto notarono le varie luci delle case, il bosco, la radura di Satoruosamu e i campi incolti. Quando si avvicinarono, notarono della gente vicino alle macerie della loro casa.

- Guarda chi si vede! - esclamò Miroku, contento.

Appena Kagome scese, Sango le saltò addosso - Che bello rivedervi! - abbracciandola.

Inuyasha notò delle pietre sistemate vicino alle macerie - State provando a ricostruirla? - chiese.

- Esatto - rispose il monaco - Però tagliarle per noi è difficile, ma ora che sei qui ci pensi tu vero? - aggiunse, incitando l' amico.

- Ma Touga e Izayoi? domandò Sango.

Kagome diventò cupa - Sono rimasti al castello, noi siamo venuti qui per stanotte, ma domani dobbiamo tornare la - rispose.

- Zia Kagome! - urlarono le gemelle, vedendola.

- Che bello vedervi - disse, abbracciandole.

Sango scattò di colpo - Ah è vero! - esclamò - prendendo una sacca - Tieni Kagome - aggiunse.

La ragazza aprì la sacca - Ma sono le frecce di Satoruosamu! Le hai ritrovate tra le macerie? - gridò felice.

- Si, abbiamo recuperato il possibile, ma ora che siete qui possiamo sistemarla- spiegò la sterminatrice.

Inuyasha impugnò Tessaiga - E allora cosa stiamo aspettando? - esclamò sorridendo.

Il mezzodemone, aiutato da Miroku e altri uomini, tagliava le pietre. Kagome restava seduta con le bambine e Keiichi in braccio, mentre Sango lavorava la resina per incollare le pietre. La notte era lunga e il tempo non mancava.

- Forza! Forza! - esclamò Miroku, caricando Inuyasha di pietre.

- Non sono un mulo da soma! - replicò il mezzodemone leggermente infuriato.

Costruirono le fondamenta per farla sollevata da terra. Allargarono le stanze, aggiungendone una. Rinforzarono il tetto. Sistemarono gli interni con alcune cose donate dagli abitanti.

- Perfetta - disse Kagome, guardandola completata, mentre l' alba si avvicinava.

- Forza portatela qui! - gridò Sango ad alcuni abitanti.

- Cosa? - chiese la ragazza.

- Questa - rispose la sterminatrice, mostrando una piccola culla in osso lavorato.

Kagome si avvicinò - Ma è stupenda! - esclamò con le lacrime agli occhi.

- L' ho fabbricata con l' aiuto di Kohaku, è resistente. L' interno l' ho rivestito con la pelliccia di un demone ovino, non esiste niente di più morbido e comodo - spiegò Sango.

- Grazie infinite! - urlò la ragazza, abbracciando l' amica.

- Forza Inuyasha, portala in casa - gli ordinò il monaco, sghignazzando.

- Ti ho già detto che non sono un mulo da soma! - mentre portava la culla dentro.

Kagome rideva divertita, trovandosi tra i suoi amici, ma un pensiero la tormentava - Bisogna tornare al castello, dobbiamo risolvere quella questione - pensò tra se e se.

Sango la guardava - Dovete tornare indietro vero? - chiese alla ragazza.

- Si, dobbiamo risolvere alcune cose, ma non preoccuparti. Domani torniamo - rispose Kagome, sorridendo.

Inuyasha stava litigando con Ah-Un - Stupido demone! Vuoi stare fermo? -

Kagome si avvicinò, accarezzando il demone - Buono! Buono! - disse.

Ah-Un si calmò, abbassandosi - Visto? - esclamò la ragazza al marito.

Salirono sul demone alzandosi in volo, congedandosi con i loro amici.  

Il filo rosso del destinoWhere stories live. Discover now