Capitolo 11

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E anche a Fort Worth tra pianura e montagna la temperatura era scesa sotto i 15° gradi, imponendo anche a Tom di scegliere tra le camicie di flanella e una felpa bella calda. Di solito fino a metà novembre sfilava in maniche corte davanti al gemello e al padre stretti nelle loro amate camicie di flanella.

Jack passava la sera a controllare e ricontrollare i quaderni dove tutti e tre annotavano le entrate e le uscite della giornata, mese per mese. Si rendeva conto che i soldi scarseggiavano sempre di più: la stalla iniziava ad avere bisogno dei soliti riguardi invernali, il fieno era aumentato nel prezzo, le selle dei figli erano tenute insieme per miracolo e dovevano essere dunque sostituite entro la primavera quando le mucche sarebbero state nuovamente pronte per i pascoli e l'immancabile presenza del toro.

-Papà, ha chiamato Hunk dicendo di stare all'erta. Le vacche potrebbero partorire da un momento all'altro e di solito ne ricaviamo qualcosa se lo aiutiamo.-
Ethan pulendosi le mani con uno straccio più sporco delle sue mani che erano state a contatto con il grasso delle auto per tutto quel pomeriggio

-Va bene.-
Jack fermandosi pensieroso con una chiave inglese a mezz'aria

-E Tina assume.-
Ethan

-Va bene.-
Jack

-Mi stai ascoltando?-
Ethan

-Sì... mi devi dire altro?-
Jack

-Dovresti dirmelo tu.-
Ethan

-Cosa vorresti dire?-
Jack senza interrompere ciò che stava facendo

-So che non abbiamo più soldi.-
Ethan passando lo straccio sullo stesso punto per la decima volta

-Vuoi anche alitarci sopra a quel cofano?-
Jack

Il ragazzo alzò lo sguardo a dir poco scocciato per il comportamento del padre. Non si era mai reso effettivamente conto di quanto loro due si assomigliassero nel modo di pensare e agire, di affrontare determinate situazioni. Jack girava intorno al problema se si sentiva impotente e così il figlio.

Solo che in quel momento l'interessato avrebbe preferito trovarsi di fronte a qualcuno che non lo tenesse così tanto sulle spine e parlasse concretamente della situazione con lui.

-Papà, ho diciotto anni, non sono più un bambino. Dovresti dirmele queste cose.-
Ethan

-Non se è tutto sotto controllo.-
Jack

-Non lo è!-
Ethan

-Ethan, tu e tuo fratello siete i miei figli, chiaro? Non vi dovete assolutamente preoccupare di queste cose. Voglio dire, non dovreste, ma avevo intenzione di discuterne a cena.-
Jack

-E lo farai?-
Ethan

-Abbiamo esattamente 500$ e forse qualche spicciolo. Ci sono 12'000$ sul conto di ognuno di voi, per il college.-
Jack

-Dodicimila... a testa?-
Ethan fissandolo incredulo

-Già.-
Jack

-Hai svaligiato una banca?-
Ethan ironico

-Qualche anno fa le cose andavano molto meglio, qui in officina. C'era la mamma che lavorava. Abbiamo aperto quel conto quando siete nati e non ho mai smesso di versarci dei soldi.-
Jack scompigliando i capelli al figlio con un sorriso

-Grazie per la tinta.-
Ethan guardando le mani sporche dell'uomo accanto a sé

-Stasera farai la doccia.-
Jack

-Grazie del suggerimento. Comunque non c'è bisogno che continui a mettere i soldi per il college per me.-
Ethan

-Come, scusa?-
Jack

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