Capitolo 8

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Jack Donovan si alzò intorno alle quattro quella mattina, indossata una felpa sopra la maglia del pigiama, fece il giro dei letti dei suoi figli per svegliarli. Come previsto, il maggiore si girò dall'altra parte borbottandogli di andarsene, mentre il minore scattò sull'attenti e aprì la finestra.

-Ciao papà...-
Tom ancora insonnolito sedendosi sul letto

-Ciao Tom, scendete a fare colazione prima di andare dai cavalli. Oggi sono a casa tutta la mattina, quindi basta che gli diate una strigliata e il fieno. Ai box ci penso io.-
Jack accarezzando i capelli del figlio scompigliandoli ancor di più prima di uscire dalla stanza e scendere le scale dove lo aspettava una festosa Lady già scodinzolante davanti alla porta di casa

-Tommy, te lo ripeto, dammi solo cinque minuti e un paio di forbici e...-
Ethan appena svegliatosi, trovandosi davanti la criniera informe del fratello

-Oh, sta' zitto. Il bagno è mio!-
Tom afferrando al volo un paio di jeans, maglia e camicia prima di catapultarsi fuori dalla camera

Ethan si alzò di scatto e corse dietro al ragazzo, ma l'unico risultato fu di sbattere contro la porta chiusa.

-Perché devo usare sempre io il lavandino per pisciare?-
Ethan avvicinando con un piede uno sgabellino e salendoci in piedi

-Cretino.-
Tm sogghignando

-Puttana.-
Ethan

Dopo qualche minuto di silenzio in cui si contesero nuovamente i sanitari e l'unico asciugamano, il maggiore riprese a parlare.

-Oggi vai tu in officina con il papà? Io prendo il carico di fieno e paglia che dovrebbe arrivare intorno alle quattro.-
Ethan sbadigliando

-Sì, sì...-
Tom scendendo le scale dietro di lui

Dopo un'abbondante colazione, i ragazzi indossarono gli scarponi e si incamminarono verso la scuderia.

Lady li raggiunse scodinzolando, affiancò Ethan trotterellando con la lingua penzoloni.

-Ethan...-
Tom mentre legava Naif fuori dal box

-Dimmi.-
Ethan spostando delicatamente con una gamba il cane lupo in modo da non intralciare i movimenti del cavallo che non ne voleva sapere di lasciarsi legare

-Credi che durerà ancora a lungo tra te e Kathleen?-
Tom iniziando a pulire gli zoccoli della giumenta

-Cosa? Sì, voglio dire, non so cosa... non stiamo insieme.-
Ethan spiazzato dalla domanda

-Pensavo di sì.-
Tom alzando le spalle

-Perché?-
Ethan

-Perché non sei mai uscito con un'altra ragazza "sul serio", non ci hai mai guardato un film...-
Tom

-Non vuol dire che stiamo insieme, siamo solo amici o almeno credo. Perché queste domande di mattina?-
Ethan grattando lo sporco sul manto chiaro di Elysium

-La mattina sei più vulnerabile. Ascolta: Kat è esattamente come te nell'ambito del sesso e... e tu ti stai innamorando.-
Tom sospirando

-Non mi sto innamorando.-
Ethan

-Sì, invece.-
Tom con un mezzo sorriso

-Sta' zitto, Tom.-
Ethan voltandosi per pulire gli zoccoli della palomina

Il gemello richiuse il box di Naif e ci buttò dento due manciate di fieno, dopo di che uscì dalla scuderia seguito poco dopo anche da Lady.

-Avete già finito?-
Jack alzando gli occhi dal quaderno dove annotavano tutte le spese e le entrare del mese

-Ci puoi giurare.-
Tom sedendosi sul divano

-Cos'è successo?-
Jack

-Tuo figlio è un deficiente.-
Tom

-Cos'ha combinato?-
Jack accennando un sorriso divertito

-Non ne voglio parlare.-
Tom

-E' per quella ragazza?-
Jack continuando a scrivere, ben sapendo che se avesse interrotto ciò che stava facendo per prestare tutta la sua attenzione al figlio, quest'ultimo avrebbe sicuramente smesso di parlare

-Sì...-
Tom

-Allora gli passerà.-
Jack

Il ragazzo stava per rispondere, ma fu interrotto dalla porta che si apriva e dal fratello che entrava in casa. Diversamente da come aveva pensato Ethan era tranquillo, come se non avessero mai tirato fuori l'argomento "Kathleen".

Jack continuò a segnare entrate e uscite del mese, i gemelli misero in moto l'auto, diretti verso la scuola con una canzone Rock a volume basso.

Il padre ascoltò il rombo della sua Chevrolet, lo stridio delle gomme sul cortile. Ethan guidava esattamente come sua madre: completamente rilassato, le mani appoggiate morbidamente sul volante e il contachilometri sempre tra il numero ottanta e il numero novanta.

Grace... era davvero tanto tempo che se ne era andata e lui la ricordava ancora alla perfezione, in passato era già successo che i gemelli avessero avuto delle divergenze o litigi dopo i quali non si parlavano per giorni, ma solo sa moglie sapeva come metterli d'accordo definitivamente, non lui. Dopo la morte della madre, i ragazzi si erano uniti più saldamente e, a parte qualche piccola scaramuccia, non c'erano più stati problemi tra loro.

Forse nei suoi diari Grace aveva scritto qualcosa.

Jack aprì lo sgabuzzino in fondo al salotto e ne tirò fuori una scatola in legno scuro ricoperta di polvere, anche successivamente alla scomparsa della moglie, aveva continuato ad aggiungere qualche foto, un articolo o due sul football, le olimpiadi della matematica.

Una di questi scatti rappresentava Ethan in una giornata di sole, a petto nudo, sporco di terra, con indosso solo un paio di jeans e gli scarponi mentre sollevava orgogliosamente un vitello di qualche mese e ben pasciuto sopra la testa, in un altro Tom su Naif mentre prendeva al lazo un bovino durante lo smistamento tra i macelli e i pascoli invernali. In un'altra foto ancora i gemelli nella loro divisa blu durante un placcaggio della squadra con cui la loro scuola era in competizione da tantissimo tempo: i Texas Giants di Austin.

°°°°°°°

-Ha senso, condivido. Ora togliti la maglietta.-
Ethan rispondendo a un suo monologo e sorridendo provocante

-Non mi hai ascoltato, vero?-
Kathleen passandosi una mano tra i capelli

-Non questa volta.-
Ethan dandole un bacio mozzafiato

-Giochi sporco.-
Kathleen mordendogli le labbra

-Pirata...-
Ethan guardandola negli occhi

-Capitan Jack Sparrow, ai vostri ordini.-
Kathleen riconoscendo la citazione, contemplando gli occhi verdi del ragazzo 

Ethan la fece sdraiare sotto di sé, sui sedili della Chevrolet, senza smettere di baciarla. Poi riprese fiato, approfittandone per sfilarle la maglia, si sorrisero ancora una volta e non ci fu più spazio per i mille pensieri che affollavano le menti di entrambi, per la verifica del giorno dopo o le discussioni familiari.

Solo loro due. Loro due che potevano essere il riflesso l'uno dell'altra: freddi, sarcastici e improvvisamente bollenti e passionali, protettivi. Ma riuscivano anche a essere completamente differenti, una più menefreghista e l'altro più attento in certe situazioni.

In quei momenti, infine, non erano altro se non due ragazzi che si desideravano.

CONTINUA...

[Angolo Playlist: American Woman di The Guess Who]

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