Capitolo 13

172 15 0
                                    


-Buon pomeriggio, sacchi di merda. Spero vi siate allenati in queste due settimane di ozio perché non ho nessuna intenzione di giustificare i vostri sederi piombati durante i miei allenamenti. Iniziate a correre.-
Coach Harley soffiando nel fischietto

I ragazzi si disposero su tre file ordinate e iniziarono il primo giro di campo. Ethan e Tom si tenevano a debita distanza, avevano dissotterrato l'ascia di guerra durante la mattinata e da quel momento non si erano più parlati se non per dirsi delle insolenze. La verità era che Ethan aveva iniziato a vedere Kathleen con occhi diversi, Tom continuava a ripeterglielo e lui non aveva nessunissima intenzione di dargli ragione.

Ethan andava sempre più raramente a giocare a basket, aveva iniziato a perdere un po' di vista Alex che pareva a sua volta evitare sia lui sia il fratello, sapevano che era spesso a casa di Raul ma nulla di più.

All'officina c'erano sempre meno clienti, il prezzo del fieno era aumentato e i soldi scarseggiavano sempre più. Tom aveva iniziato a lavorare in una tavola calda e Ethan in macelleria, Jack stava seriamente pensando di chiudere l'officina per andare a lavorare in fabbrica.

-DONOVAN! Muovi quei piedi, solleva le ginocchia! E vedi di non saltare nemmeno un altro allenamento se vuoi continuare a giocare! Andiamo!.-
Coach Harley seduto comodamente sulla staccionata che delimitava il campo da football

Altri tre giri di campo e l'allenatore fischiò, attacco e difesa si divisero in due gruppi.

Dopo una buona mezz'ora di esercizi specifici  per entrambi gli schieramenti, attaccanti e difensori si misero gli uni di fronte agli altri. L'esercizio era semplicissimo: il portatore di palla correva verso i difensori e loro lo dovevano placcare, i gemelli erano sempre stati avversari temibili soprattutto nelle distanze ravvicinate, essere travolti da loro era come schiantarsi contro un muro.

E Tom non si smentì nemmeno quella volta lasciando il Runningback a terra a riprendere fiato. Mentre Ethan era talmente disinteressato che mise male i piedi o le braccia, ad ogni modo fece (anzi tentò) un placcaggio che di placcaggio non aveva nulla, scontrò il casco contro la pettorina del ricevitore e cadde all'indietro come un sacco di patate.

Gli allenatori si scambiarono un'occhiata tra l'incredulo e il preoccupato, stavano perdendo il loro miglior difensore poco prima di una partita.

-Mi stai prendendo in giro, ragazzo? Ti sembrava un placcaggio quello?-
Coach Harley afferrandolo per la spalliera e trascinandolo in disparte

-No, Coach.-
Ethan

-Okay, spero che in tutto questo non c'entri una ragazza perché se è così...-
Coach Harley

Tom li guardò per una frazione di secondo, sapeva bene quanto il fratello tenesse allo sport. Molto più che alla scuola in ogni caso e una sfuriata dall'allenatore non poteva che buttargli il morale a terra. Lo vide abbassare il capo.

-Grandioso. Non sarò il tuo psicologo, ma c'è un modo per farti tornare ad essere un difensore come sei sempre stato o per il tuo ultimo anno dovrò vederti portare le borracce alle matricole?-
Coach Harley

-Non lo so... voglio dire, io e mio fratello non ci parliamo, il nostro migliore amico non si fa quasi più sentire dopo essersi messo nei guai nel quartiere e con questa ragazza, è... no, non ho intenzione di dirle quello che mi passa per la mente. No.-
Ethan sollevando lo sguardo

-Fortunatamente, da quanto tempo è che non ti alleni?-
Coach Harley posandogli la mano sulla spalla

-Credo... dai primi di dicembre.-
Ethan

-Okay, sai cosa facciamo ora? Ti leviamo di dosso tutta la ruggine. Inizia con una cinquantina di flessioni, torno subito.-
Coach Harley

°°°°°°°

Copri il lato cieco #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora