Capitolo 1 - Parte 1/2

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Certe volte ci chiediamo perché la vita ci riservi cose insolite, ma anche alquanto belle e particolari nel loro genere. Come il tramonto, così fantastico e ipnotizzante al solo sguardo. Al termine di una giornata come quella che stavo vivendo in quel momento, non poteva mancare uno spettacolo del genere. E io chi sono? Potevo definirmi un ragazzo... speciale, forse?

Come mi etichettavo da bambino, con poteri soprannaturali, capace di richiamare qualcosa che all'occhio di qualcuno era quasi invisibile o introvabile? Sì, quello era il termine giusto, perché quegli esseri soprannaturali che si nascondevano nei boschi al centro di un ambiente che ai nostri occhi sono qualcosa di favoloso. Il suono e la vista dei ruscelli, il paesaggio roccioso che dava dei colori vivaci che si riflettevano su quell'acqua davanti a me.

Stringendo nella mia mano destra un piccolo ciondolo magico a forma di una goccia di cristallo trasparente, richiamai a me, nei miei pensieri uno di quei splendori della natura, che solo con quel ciondolo potevo avvicinare e vedere quando sarebbe comparso nelle mie vicinanze. Trascorso non molto tempo, vidi splendere una piccola luce dorata su quel ciondolo, che mi faceva capire che lui era quasi giunto al posto in cui mi trovavo. Guardai in alto, intravedendo qualcosa volare in cielo. Sapevo già di chi si trattava, lo attesi con lo sguardo arrivare non molto tardi davanti a me chiudendo quelle ali grandi piumate e bianche. La tigre bianca alata... era così che lo chiamavano qui nel bosco. Ma non per me: "Eiron". Lo chiamai sorridente.

Lui, con quei occhi dorati si avvicinò a me distendendosi al mio fianco. La mia mano sfiorò il suo manto morbido e curato, intanto che i nostri occhi osservarono la fine di quel tramonto, quasi giunto al termine. Il silenzio quasi lecito ormai tra noi, solo i nostri gesti erano presenti, come un abbraccio o un semplice sguardo di amicizia che durava da tanto tempo, ormai. Ora che avevo vent'anni, ero ancora lì, accanto al l'unico essere "speciale" che mi apprezzava per ciò che ero e tutt'ora sono.

 Ora che avevo vent'anni, ero ancora lì, accanto al l'unico essere "speciale" che mi apprezzava per ciò che ero e tutt'ora sono

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Riuscii a richiamare Eiron dal giorno in cui mi addentrai in questo bosco, all'età di quattordici anni, quando ero già stato adottato dalla mia famiglia attuale. Portando sempre con me il ciondolo a goccia, improvvisamente la sua luce dorata brillò nel suo piccolo cristallo, facendomi rimanere immobile ignaro di ciò che stava accadendo. Nel momento in cui lo strinsi in mano, sentii una voce provenire nella mia mente: "Sei il mio protettore?"

"Protettore?" Mi domandai. Cosa intendeva? E soprattutto chi era che parlava? Tutto mi era molto illogico, ma anche straordinario, perché avevo capito che non ero l'unico essere particolare che sapeva fare cose impossibili.

Finché vidi arrivare davanti ai miei occhi, questa tigre alata bianca. Guardandolo sbalordito, tentai di dire qualche parola: "Tu chi sei? Come hai fatto a trovarmi?"

"Io sono Eiron il protettore di questo bosco. Mi hai richiamato tu con quel cristallo che porti in mano". Mi rispose con sicurezza.

"C-Cosa? E come ho fatto a richiamarti? Non sapevo neanche della tua esistenza". Risposi sbalordito.

"Tu sei Alastair, il ragazzo che legge i pensieri di ogni essere vivente con un solo tocco della mano".

Ma come faceva a sapere dei miei poteri?

"Come fai a sapere di me? Non ci siamo mai visti". Dissi confuso.

Lui rispose: "Fin da quando sei nato, ho sempre avuto un legame con te. Anche io leggo il pensiero e posso percepire in lontananza le sensazioni non solo delle persone normali. Ma anche di creature magiche come te Alastair. I tuoi veri genitori alla mia nascita, mi hanno affidato a te per proteggerti da tutti i mali".

"I miei genitori? Io non ho mai incontrato la mia vera famiglia. Questo vuol dire che anche loro avevano delle doti come le mie?" Domandai.

"I tuoi genitori sono morti quando avevi appena due anni per questo che non ti ricordi di loro. Tua madre era un'umana, invece tuo padre aveva poteri speciali come i tuoi, ma differenti. A causa della morte di tua madre, accaduta per una malattia grave. Tuo padre era così addolorato che si tolse la vita, anche se aveva ancora l'amore di suo figlio".

Rimasi sbalordito da quelle parole. Nessuno mi aveva mai parlato della verità sui miei genitori di sangue. Mi avevano abbandonato, solo queste erano le parole che mi sentivo dire ogni volta che chiedevo di loro. In un certo senso, ero felice di sapere la verità, anche se non potevo rivederli.

Adesso avevo un amico a cui affidarmi, la cosa mi rendeva al quanto felice. Grazie a Eiron, ora potevo sentirmi più capito e anche in compagnia di qualcuno come me.

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Quel giorno scoprii tante cose sulle mie vere origini e anche sul significato del ciondolo che mi portavo dietro fin da bambino. La sua luce era collegata allo stato d'animo di Eiron, come ad esempio: se era in pericolo, tranquillo, o quando si stava avvicinando a me.

Lui alzandosi e aprendo maestosamente le sue ali, mi riferì alcune parole: "Alastair, devi ritornare a casa prima che faccia buio".

Lo guardai negli occhi: "Non mi va di tornare lì".

"Ma la tua famiglia ti vuole bene. E poi sai che non puoi stare qui". Mi fece notare Eiron.

"So che me ne vogliono e anche per me è lo stesso. Ma il loro figlio da qualche tempo ha iniziato a non considerarmi più. Nonostante il nostro forte legame". Controbattei.

"Dovresti provare a scavare di più nel suo cuore per capire cosa nasconde in realtà, se vero odio o qualcosa che lo ha semplicemente deluso. Sai che grazie ai tuoi poteri puoi sentire i sentimenti di qualcuno." Proferì Eiron.

"So di avere anche questo privilegio, ma non volevo utilizzarli per tutto. E poi, sai anche che la lettura dei sentimenti non funziona sempre". Dissi un po' seccato.

Eiron mi guardò con quei occhi profondi in pieno viso: "Non funzionano sempre, perché lui non ti da nessuno spiraglio di farti entrare nei suoi pensieri più profondi. E comunque, anche se non vuoi utilizzare i tuoi poteri, sai già cosa fare: prova a capire nel profondo ciò che prova, visto che lui non è capace di parlarti dei suoi problemi. Sai meglio di me che anche tu hai tenuto tanto a quell'umano, anche se fratello adottivo. Lui ti ha accolto con gioia nella sua vita, no? Quindi perché non tentare di risolvere le cose?"

Mi accorsi di quanto aveva ragione. Perché non tentare? In fondo è dall'età di dodici anni che stavo in sua compagnia, ci ero cresciuto insieme come se fosse per me un vero fratello, non lo negavo in me stesso che lui per me era ancora importante.

Avevo deciso. Senza i miei poteri avrei scavato di più nel suo cuore, per far sì che tirasse fuori tutto ciò che teneva dentro così silenziosamente.

Sorridente abbracciai Eiron: "Grazie per l'incoraggiamento, sei sempre il migliore. Adesso è meglio che vada prima che qualcuno mi veda".

Mi distaccai da lui, alzandomi da terra. Iniziando ad avanzare verso l'uscita di quel bosco, salutai ancora una volta Eiron che era dietro di me, poi avanzai sempre di più con velocità senza farmi scovare da qualcuno. Proprio così, dovevo stare attento a non farmi vedere, perché se no Eiron sarebbe stato in pericolo e non volevo assolutamente che gli accadesse qualcosa.



Spazio autrice: Grazie a tutti per chi ha letto fin qui, spero vi sia piaciuto come prima parte del capitolo 1. 

Vi allego qui il link della mia pagina artista dove è presente anche l'illustrazione in formato grande ^_^ : https://www.facebook.com/Annas-Art-392433810913562/

Un grazie enorme lo volevo dedicare anche a ChiBa93 per tutti i consigli e l'aiuto che mi ha dato. E anche alla bravissima Hanna-dha che mi ha sempre sostenuta e portata a tuffarmi in una storia tutta nuova da scrivere. Grazie di cuore <3

La tigre alataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora