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Ero davanti la porta della galleria già da cinque minuti cercando di calmarmi e pensare cosa avrei dovuto dire ad Anna. Non sapevo da dove e come cominciare. Immaginavo che la scenata di mia madre aveva causato un bel po' di casino, speravo che non mi odiasse e non si sarebbe arrabbiata con me. Sospirai tristemente pensando che sarebbe stato meglio entrare e chiederle scusa. Consapevole che non sarebbe stata né la prima e né l'ultima persona che avrebbe preso le distanze per colpa di mia madre.

Abbassai la maniglia della porta entrando. In galleria c'era una luce fievole, solamente le opere erano illuminate per bene. In sottofondo si sentiva la musica classica che Anna amava tanto sentire, Mozart. La riconobbi immediatamente, Anna me la faceva sentire tantissime volte.

  Scesi le scale cercandola tra i pochi visitatori. La vidi parlare con un signore anziano in un angolo, erano vicini ad un mio disegno. Vedevo Anna spiegare qualcosa mentre il signore con gli occhi attenti guardava un disegno assorto. Ero curiosa di sapere di cosa parlassero esattamente, ma per rispetto e paura non mi avvicinai. Pensai sarebbe stato più giusto aspettare che Anna finisse con il signore, così mi fermai vicino al tavolo accanto all'ingresso, accorgendomi solo in quel momento che c'era anche Marco, il figlio di Anna. Erano passati mesi da quando non lo vedevo finché era partito per Parigi a studiare.

   -  Ciao Marco! - salutai il ragazzo con un sorriso -Come stai? E da tanto che non ti vedevo da queste parti!

   -  Ciao Isa! Bello vederti! - esclamò lui contento girandosi verso di me. Lo conoscevo da un po' di tempo, era come un fratello per me. Dopo che mi abbraccio andò a sedersi tirandomi con se.

     -  Congratulazione piccola peste! Ho visto i tuoi disegni in galleria! Vedi che abbiamo sempre avuto ragione, devi avere solo un po' più di fiducia in te stessa. - disse sorridendomi.

     -  Si, me lo avete detto sempre. Ma mentre tu sapevi cosa volessi fare, io non lo so. - risposi consapevole che ciò che mi aveva detto era vero. - Ma adesso racconta come è a Parigi. Quando devi tornare? Puoi rimanere a casa ancora un po'? Com'è la scuola che frequenti? E i tuoi professori?

      -  Piano piccola peste. Respira e fammi una domanda alla volta che non riesco neanche a ricordarle tutte! -rise divertito delle mie domande.

      -  Ok scusa hai ragione ma mi mancavi troppo! -risposi mortificata.

     -  Dai piccolina mi mancavi anche tu! Altrimenti Parigi è bellissimo, un vero sogno.  La scuola è grande come tutte le altre, cambia solo che ci sono un sacco di feste, ma questo non devi dirlo a mamma, rimane il nostro segreto!- disse facendomi un occhiolino. Ero contentissima per lui anche se era molto più grande di me, con me  si comportava  come un fratello protettivo. Da quando ha vinto la borsa di studio era cambiato ma non con me. Tutte le volte che tornava a casa non mancava mai di cercarmi.

     -  Dai racconta come è stata l'apertura della nuova mostra? Ti sei divertita?- mi chiese con interesse.

     -  Un totale disastro, almeno fin quando ci sono stata, poi non lo so. Sono andata via presto. Ma Anna non ti ha detto niente?- chiesi io sorpresa con la faccia che mi cominciava a bruciare. - Appunto per questo sono venuta per chiederle scusa per tutto.-fini' io abbattuta.

       -  Perché cosa è successo? Mia madre non ha detto niente solo che era andato tutto alla perfezione. - mi spiegò un po' confuso. Ma prima che potessi rispondergli sentii la voce di Anna che mi chiamava, così mi alzai velocemente dirigendomi verso di lei. Accanto a lei c'era ancora il signore di prima.

    -  Ciao Anna -salutai prima lei poi girandomi verso l'anziano signore dissi un buongiorno.- Scusami Anna che sono venuta a disturbarti, volevo solo chiederti scusa per il comportamento di mia madre - ma non riuscì a finire ciò che volevo dire che venni interrotta da lei. - Non preoccuparti Isa è acqua passata e non e stata colpa tua. Ti ho chiamata perché il signor Albert voleva conoscerti. Signor Albert lei è Isabella Weiss, una dei tanti talenti che ha partecipato in questa mostra.

      -   Lieto di conoscerti Isabella, sei molto brava! La signora Anna mi stava spiegando appunto che non hai mai frequentato mai un corso di disegno. - mi disse lui porgendomi la mano. Io gliela strinsi, balbettando per la sorpresa un grazie. Vedendo il mio imbarazzo il signore si girò verso Anna dicendo che si sarebbe fatto sentire dopo qualche giorno cosi lei avrebbe avuto tempo per parlare con gli altri della sua offerta. Poi ci salutò e andò via.

      -   Isa sono contentissima che sei venuta. Non sapevo come contattarti. Volevo parlare con te e con tuo padre pio presto possibile. - mi disse lei.

      -   C'è qualche problema? Se è per l'altra volta ti chiedo scusa per il comportamento di mia madre. Se sapevo che faceva cosi non venivo neanche.- dissi io in un fiato con le lacrime negli occhi e un enorme groppo in gola che mi impediva di respirare. Sentivo il cuore battermi forte nel petto e desideravo di scomparire. Era tutta colpa mia, lo sapevo benissimo. Non dovevo venire con lei sapendo che aveva bevuto. Dovevo rimanere a casa.

       -  No, Isa! Non piangere piccolina, non hai nessuna colpa. Non avresti potuto sapere che tua madre avesse potuto fare quella piccola scenata. Non incolparti, non sei responsabile dei suoi comportamenti. - cercava di consolarmi mentre mi stingeva in un abbraccio caloroso. - Dai Isa sorridi, sei molto più bella che con le lacrime negli occhi. E se continuo cosi comincerò a piangere anch'io e non vuoi  che divento come un panda spaventando tutti quelli che entrano. Vero? - mi chiese con un sorriso sulle labbra, riuscendo a strapparmi un debole sorriso anche a me.

       -  Non non voglio Anna. Grazie di tutto veramente! - risposi sorridendo a mia volta, rifugiandomi tra le sue braccia. Mi sentivo grata per tutto quello che faceva per me, per le sue parole di conforto. Ciò nonostante mi sentivo anche in disagio un po', in quegli attimi ha comparato mia madre con Anna, chiedendomi come ci poteva essere una differenza così grande tra di loro.

       -  Dai ragazze, vi ho fatto una cioccolata calda per sollevare il vostro morale prima che inondate tutta la galleria con le vostre lacrime. - esclamò Marco divertito abbracciandoci entrambe, guidandoci verso la tavola.

   Passai un ora con loro parlando di tante cose, scherzando e ridendo. Ero veramente grata per loro. Mi sentivo bene e sono riuscita a dimenticare per un po' tutto. Prima di tornare a casa Anna mi chiese di tornare al più presto con mio padre per una questione importante e urgente. Le promisi di tornare a breve, salutandoli felice prima di andare via. Ero contenta e mi sentivo leggera mentre tornavo a casa, pensando che mi ero preoccupata per niente. Avrei dovuto imparare ad avere più fiducia negli altri e non avere sempre paura.

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