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Titubante mi fermai davanti la galleria. Anche se la mia curiosità era grandissima avevo molta paura. Un senso di inadeguatezza, anche se non sapevo ancora niente.
La paura di sapere e poi rimanere male, perché mi aspettavo chi sa' cosa e alla fine sarebbe stata una cosa banalissima.
Paura di dover accettare che davvero mia madre avesse ragione e io non avevo nessun talento. Entusiasmo, lavoro, tempo sprecato solo per un illusione. Paura di fallire.
  - Isa sei pronta? C'è qualcosa che non va? - mi chiese mio padre vedendomi esitare.
  - No, tutto apposto papà, solo un po' di paura...- risposi cercando di essere il più credibile possibile.
  - Non devi avere paura tesoro. Qualsiasi cosa diranno tu ci hai provato. Hai lavorato, hai cercato di dare il meglio di te. E questa è ciò che conta. Anche se non sei riuscita ad arrivare dove volevi, ma almeno ci hai provato. Devi dispiacerti solo se non avresti fatto un tentativo per paura. Hai capito principessa? Chi prova vince anche se non riesce del tutto, e chi per paura non prova perde molto di più. - disse mio padre cercando di incoraggiarmi- Dai andiamo. Prima scopriamo di cosa si tratta prima ti tranquillizzi. Poi ci sono io con te, e guai a chi dice qualcosa di male sulla mia principessa che me lo mangio in un boccone! - esclamò lui cercando di fare una faccia da cattivo. Vedendolo con quell' espressione buffa non resistei e scoppiai a ridere con lui.
  - Hai ragione papà andiamo.- dissi, sospirai come se dovessi andare al patibolo e non a parlare con degli amici.
Feci un passo avanti con l'intento di aprire la porta, ma mio padre mi bloccò.
  - Prego mia principessa! - esclamò mio padre aprendomi la porta d'ingresso con un inchino.
   - Grazie oh mio prode cavaliere!- risposi io con una piccola riverenza.
  Entrammo in galleria tutti allegri e sorridenti attirando l'attenzione di Anna e Marco. In un primo momento Anna aveva un' espressione contrariata, ma poi riconoscendoci la cambiò immediatamente.
   - Vecchia volpe, ma così si comporta in una galleria? La rovinerai questa bella ragazza!- rimproverò Anna a mio padre venendo verso di noi con un grande sorriso!- Quanto tempo che non ti vedo? Dovresti vergognarti!  
   Dopo che si sono abbracciati e salutati come si deve, mio padre si girò verso di Marco.
  - Allora giovanotto sei tornato da Parigi. Ti sei già stufato di avere intorno le belle ragazze?- chiese mentre si stringevano le mani.
  - Una piccolo vacanza solo. Aiuto la mamma un po' in galleria, poi torno. - rispose Marco sorridendo e strizzando l'occhio.
  - Oh lo ho sempre saputo che sei un "Don Giovanni", dico ad Anna sempre che farai stragi tra le ragazze!- rise mio padre.
  - Ma stai zitto, vecchia volpe che non sei altro! Se non mi ricordo male non eri diverso neanche tu! - intervenne Anna tutta sorridente.
  - Gia, bei tempi!- acconsentì mio padre.
Sapevo che si conoscevano ma non che erano così amici... ma quante cose non so io!?
  - Dai sediamoci un po'. Fino a che non c'è nessuno possiamo parlare tranquillamente!- ci invitò Anna a sederci.
Mio padre dopo che si accomodò con Anna a tavola Marco mi prese la mano tirandomi con se.
  - Dai Isa vieni con me, lasciamo questi due vecchietti a parlare un po' dei vecchi tempi.- disse ridendo Marco, guidandomi verso l' uscita.
Una volta usciti non riuscivo più a stare zitta.
  - Non capisco... sapevo che si conoscevano ma non avevo idea che fossero così tanto amici...- pensai io ad alta voce.
  - Per quanto ne so io erano buoni amici e se non mi sbaglio anche fidanzati per poco tempo a scuola.- mi comunicò Marco lasciandomi spiazzata ancora di più- Ma poi entrò in scena mio padre e mia madre alle fine scelse lui.- mi spiegò Marco - Anna rimase incinta di me prima di finire gli studi così si sposarono con mio padre. Per un tempo era un po' in disappunto tra tuo padre e il mio poi l'amicizia ha vinto e sono rimasti vicini fino all' arrivo di tua madre.- continuò Marco per poi fermarsi imbarazzato.
  - Cosa era successo? - chiesi io, volevo sapere. C'erano così tanti vuoti nella nostra vita, mio padre che aveva tanti amici ma mai li vedevi e volevo capirne il motivo.
  - Isa io ero piccolo non lo ricordo bene, ma so dirti cosa sento dire dai miei. Non voglio che ti senti male per questo però. Non prendertela, tu non centri e non hai colpe.
  - Va bene Marco non me la prenderò, tu solo racconta quello che sai perché i miei non parlano mai del passato. O non in modo normale.- dissi io imbarazzata
  - Allora dopo che sono nato io, tuo padre e un' amica di loro furono i mie padrini. Tutto era tranquillo, erano buoni amici. Si divertivano insieme, si aiutavano a vicenda. Poi tuo padre comincio' a frequentare tua madre un po' sotto pressione dei tuoi nonni. Poi decisero di sposarsi. Qualche volta si riunirono tutti insieme, ma tua mamma si comportava in modo strano... Non chiedermi perché, da quello che ho capito si metteva a bere come gli altri, ma si comportava come se lei fosse più importante, più colta di tutti. Guardava tutti con indifferenza, poi cominciò a fare scene di gelosia e piano piano tuo padre non la portava con se più o non veniva più da noi perché non poteva a causa sua. Così anche se erano amici, pian piano i contatti sono diminuiti. Tuo padre si isolò da tutti e così finì.
  - Mi dispiace, non lo sapevo.- dissi io turbata.- mi sentivo in imbarazzo, mi vergognavo e non saprei spiegarne neanch'io il motivo.
  - Isa non rattristarti mica è colpa tua e poi tu sei tu non tua madre o tuo padre e mai lo sarai! - cercava di rassicurarmi Marco
  - Lo spero tanto!- esclamai cercando di sembrare la più divertita possibile, ma in fondo al mio cuore speravo veramente che non assomigliassi a mia madre.
  - Prendiamo il caffè per i due vecchietti e torniamo perché c'è una bella cosa che deve dirvi mia madre!
  - Va bene Marco!- risposi soltanto perché avevo la testa da tutt'altra parte.
Dopo che abbiamo preso i caffè e i biscotti e Marco mi offrì un enorme fetta di torta al cioccolato, per tirarmi su' il morale siamo tornati nella galleria, dove trovammo i nostri genitori a ridere e parlare di vecchie storie.
  - Isa tu non puoi ricordarti, ma tuo padre ti portò da noi qualche volta quando avevi poco più di un anno. Marco era più grande di te e dal primo momento che siete entrati in casa e ti prendevamo in braccio lui cominciava a piangere.- raccontò Anna con un sorriso divertito mentre guardava o me o la faccia di Marco imbarazzato- in un primo momento pensavamo che fosse geloso perché eri tu al centro delle nostre attenzioni poi dopo un po' lui tutto arrabbiato cominciò a protestare di di farti scendere perché voleva che saresti stata solo con lui. Non capendo perché gli chiedevano il motivo. E lui tutto orgoglioso rispose che tu dovevi essere solo la sua "piccola pincipessa" e quando saresti stata grande ti avrebbe sposata e ti avrebbe portata lontano da tutti così saresti stata solo sua e di nessun altro.- finì di raccontare Anna con le lacrime negli occhi dal ridere, mentre Marco aveva la testa abbassata e non sapeva cosa dire.
E non solo lei che rideva ma anche noi.
  - Vedi già da piccolo era un don Giovanni - commentò mio padre divertito.
  - Se avete finito di prendervi gioco di me si può tornare a parlare di cose più importanti? Ma solo se non è un disturbo troppo grande per voi due, eh?- chiese Marco tutto infastidito
  - Dai Marco non prendertela eri così tenero!- esclamò Anna
  - Si certo... -mugugno' zittito lui
  - Comunque hai ragione dobbiamo parlare di cose più importanti!- cominciò a dire Anna cercando di ricomporsi.
Un può mi dispiaceva che era finita così, mi piaceva vedere mio padre ridere e sentirsi bene e avrei potuto scoprire pezzettini del nostro passato che probabilmente non avrei mai saputo.
  - Isa ti ricordi del signor Albert che ti ho fatto conoscere poco dopo la mostra?- mi chiese Anna. Ammiravo come riusciva in pochissimo tempo a cambiare dal divertita a seria.
  - Certo il signore anziano che era qui.- risposi prontamente.
  - Si... vedi lui è il direttore di una famosa scuola d' arte e vorrebbe organizzare una mostra con alcuni giovani talenti e tra di loro scegliere alcuni per offrirgli una borsa di studio...- spiegò Anna osservando me e mio padre.- Il punto è che ha scelto anche Isa come partecipante, ma la mostra sarà nella scuola che si trova nella capitale... e per questo che serve un consenso dei genitori.- finì Anna il suo discorso concentrandosi su mio padre.
Cercai di capire cosa ne pensava mio padre di tutto ciò, ma aveva una maschera sul suo volto.
  - È una grandissima opportunità per tua figlia Stefan, sono consapevole dei problemi che avete e che tua moglie non sarà mai d'accordo, ma ti prego pensaci bene. Se avrai bisogno ti aiuteremo in qualsiasi cosa, questo lo sai bene spero!- disse Anna a mio padre, ma la sua voce aveva qualcosa, il suo tuono o il modo come parlava mi sembrava quasi come una supplica.
  - Lo so bene Anna e hai ragione su tutto, ma devo pensarci. Devo vedere come posso organizzare tutto.- disse mio padre pensieroso.
  Come se fosse un messaggio segreto tra di loro. Anna si alzò dalla sua sedia andando verso la sua borsetta tirando fuori un pezzo di carta e una penna per poi tornare indietro. La osservai scrivere qualcosa sulla carta poi girarsi verso di Marco .
  - Tesoro ti prego vai a prendere queste cose da Giorgia e dille di darti quel tipo di tela che l'ultima volta ho preso. Ho dimenticato che mi serviranno queste cose domani mattina e non avrò tempo per prenderle.- si scusò Anna con Marco - e prendi anche Isa con te così può aiutarti a portare tutto.- finì lei di parlare mentre Marco già stava indossando il suo giaccone
  - Va bene mamma andiamo. Ti serve qualcos'altro o solo questo? - chiese Marco mentre sventolava la lista in aria. Io guardai mio padre poi Anna non capendo cosa stesse succedendo esattamente.
  Ero certa che era una scusa per allontanarmi ma non capivo il motivo. Guardai mio padre che mi faceva segno di stare tranquilla e andare con Marco. Così non avendo altra scelta mi incamminai verso l'uscita, ma ero certa che prima o poi avrei saputo di cosa avrebbero parlato.

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