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Piangevo e mi sentivo soffocare mentre entravo in rimessa come mi aveva chiesto mio padre. Lo trovai seduto sullo sgabello che usava quando dipingeva uno dei suoi tanti quadri. Accanto a lui c'era mio fratello, impegnato a mangiare una mela. Non sapevo fosse arrivato anche lui.

- Cosa e successo? Cosa ti ha detto? - chiese mio padre preoccupato, scrutando la mia faccia bagnata di lacrime.

- Niente! Solo le solite cose le conosci bene anche tu, oramai. Adesso mi accusa che faccio chi sa cosa con te! - sbottai io vergognandomi - In poche parole mi ha dato della troia. - dissi io tra le lacrime. Sentivo mio padre imprecare sottovoce mentre mi accarezzava la testa.

- Sai che non lo pensa veramente ma che l'alcol parla al posto suo. Non devi prendertela principessa. -mi diceva con voce calma cercando di rassicurarmi, ma sapevo che era arrabbiato e avrebbe voluto spaccare qualcosa.

- Si lo so papà, ma mi fa male. Io non la capisco. Perché fa cosi? Che male gli ho fatto? Perché mi odia cosi tanto? - Continuavo piangendo. Mio padre sospirava con la testa bassa, vedevo che le sue labbra si muovevano ma non capivo cosa dicesse . Potevo solo immaginarlo . Mio fratello non aveva aperto neanche bocca, si limitava a guardarci, ma si vedeva che era preoccupato.

- È colpa mia, non dovevo andare alla mostra, non dovevo partecipare. Se non ci fossi andata, adesso non sarebbe successo tutto questi casino. Scusami papà. - piagnucolavo io colpevole.

- Non è vero Isa, e lo sai! - mi rimprovero mio padre con il suo sguardo duro, ma che conoscevamo cosi bene.

Mio padre era quel tipo di uomo col quale potevi giocare e scherzare sempre, era tranquillo, non alzava mai la voce con noi, non ha mai dovuto alzare neanche la mano, mai. Quando passavamo il limite era abbastanza sentirlo pronunciare il nostro nome con il suo tuono severo, con le sopracciglia
corrugate mentre alzava l'indice.
Noi sapevamo che dovevamo darci una regolata. Ma sapevamo anche che era solo un semplice avvertimento, non era veramente arrabbiato con noi, e potevamo continuare a giocare, ma con più contegno.

- Sai anche tu come è tua madre quando beve, non devi prendertela. E sai benissimo che se avessi pensato che non fossi stata all'altezza di provare a partecipare alla mostra te lo avrei detto. - cercava di rincuorarmi. Mio fratello sentendosi in disagio cercava di cambiare discorso smorzando la tensione.

- Dai Isa, racconta come era la mostra! Cosa ti hanno detto? - esultava mio fratello. Mio padre con un sorriso rassicurante si giro verso di me tirando fuori da un sacchetto un piattino con i dolci e la mia cioccolata preferita, facendoci segno di poter prendere ciò che avremmo voluto.

- Mangiate, non è un pranzo, ma sono sicuro che non avete mangiato ancora niente! E tu Isa racconta tutto! - disse incoraggiandomi.

- Tranquillo, è anche meglio di un pranzo!- esclamai felice vedendo i dolci e fiondandoci sul piatto. - Non era niente di ché, Anna ha tenuto un discorso presentando i curatori poi la parola è passata a noi. C'era un piccolo buffet con stuzzichini e bevande, per gli adulti c'era vino, caffè, poi c'era anche tè e succo di frutta e anche dolci. Erano tanti, quasi non riuscivi a muoverti. - raccontavo felice tra un boccone e l'altro. Mi ha fermato un tuo amico, non mi ricordo come si chiama, ha detto che sono brava e che se mi interessa posso andare da lui con te, per parlare.

- Quale mio amico principessa?- mi interrompe.

- Quello che insegna nella vecchia scuola. Scusa, non ricordo mai il suo nome. -risposi mortificata, ma sinceramente lo avevo visto soltanto due volte, mentre parlava con mio padre. Per colpa di mia madre da noi non veniva mai nessuno.

- Ah si, ho capito, parli di Otto .Eravamo compagni a scuola, siamo cresciuti insieme. Vedi se lui ha detto che sei brava e che vuole vederti significa che ha visto qualcosa in te!-esclamò contento mio padre.

- Non credo che sia una buona idea - dissi io con voce triste – dopo la figuraccia che abbiamo fatto, meglio di no!- avevo la faccia arrossata ricordando la scena vissuta in galleria.

- Raccontami cosa è successo e vediamo cosa si può fare per rimediare.

La mamma ha parlato male con il tuo amico e con Anna, dicendo che gli artisti sono morti di fame, e che dovrebbero vergognarsi perché mi illudono. Poi mi trascinò via e siamo tornati a casa. Il resto già lo sai non devo spiegarti. - raccontai mentre le lacrime mi bagnavano di nuovo il viso.

- Tranquilla principessa, non e niente di grave. Vedrai che andrà tutto bene. Parlerò io con Anna e anche con Otto. -mi rassicurava lui mentre mi abbracciava - Sono orgoglioso di te, hai fatto un buon lavoro. Non devi mai rinunciare a qualcosa che ti piace per compiacere gli altri o perché hai paura di fallire, mai. Dai vieni qua anche tu Norbi – chiamò anche mio fratello, stringendoci in un caloroso abbraccio, dandoci un bacio sulla testa – sono tanto orgoglioso di entrambi. Siete dei bravi bambini, tutti e due!

Dopo parlammo ancora di cose futili e scherzammo, mio padre andò dal suo armadio dove teneva chiuso sotto chiave le sue cose per dipingere, teli, vernice ad olio, matite, carboncino e vari tipi di pennelli insomma tutte le cose che noi non dovevamo toccare. Tirò fuori un pacchetto che era legato con un nastro rosso, poi si sedette vicino al suo tavolo, chiamandoci.

- Isa questo è il tuo regalo di compleanno, ma vedendo la situazione credo adesso ne hai più bisogno. Prendilo ma non farlo vedere a tua madre.

- Ma papà il mio compleanno è a dicembre, mancano ancora ben due mesi! - esclamai felice che però, presto si muto in spavento – la mamma se vedrà che non metti il pacchetto sotto l'albero farà casino!

-Isa ho detto che è il tuo regalo di compleanno, non di Natale. Se non mi sbaglio mia figlia è nata prima di Natale... - disse con finta preoccupazione, poi mi sorrise allungando il pacchetto verso di me -

dai prendilo e non preoccuparti di tua madre, non sa che ti ho preso un regalo.

- Grazie papà non dovevi!- strillai felice abbracciandolo. Lo scartai elettrizzata mentre mio fratello si lamentava.

- Non è giusto che Isa ha ricevuto un regalo e io no. Anch'io voglio in anticipo il mio regalo.

- Va bene Norbi domani ti porto anche a te un regalo, ma non fare il bambino. Il tuo compleanno è stato sempre festeggiato ma quello di Isa no, a Natale ha sempre preso soltanto un regalo che compensava quello del suo compleanno, ma non ha mai avuto né la torta né le amiche come hai avuto tu! - lo rimproverò mio padre.

Tenevo tra le mani il mio regalo, il più bel regalo che avessi mai potuto ricevere. Ero così felice, ma alla mia contentezza si mischiava a una nota di tristezza e amarezza. Il pacchetto ricevuto da mio padre conteneva un blocco di disegni, matite e una scatoletta di carboncini. Vedendo la mia espressione, mio padre mi accarezzo la testa e con un sorriso complice mi disse – Adesso hai il necessario per i tuoi disegni e non devi più cercare di rubarli sempre a me!

- Ma come, come fai a sapere che prendevo le tue cose dall'armadio? - chiesi io sorpresa e un po' spaventata. Sapevo quanto teneva alle sue cose, poi erano cose che noi senza il suo permesso non potevamo prendere.

- Isa dove tengo le chiavi dell'armadio? -mi chiese lui.

- Sono sempre appoggiate sullo scaffale -risposi confusa.

- Ecco le lascio apposta lì per te, per voi. Le chiavi della rimessa sotto la grondaia e quelle dell'armadio sullo scaffale, le lascio per voi cosi potete entrare quando volete. Io chiudo tutto per colpa di vostra madre, perché non voglio che in un suo raptus distrugga tutto. Anche se voi lo stesso fate abbastanza danni - rivela mio padre, strizzando l'occhio con un sorriso furbo.

Questa sua rivelazione mi portò una voglia irrefrenabile difargli delle domande, ma non sapevo se anche porle mi sarebbe stato d'aiuto in qualche modo.

Ma la mia voglia di sapere e capire era più grande della paura.

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