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Dopo che sono tornati dalla galleria Stefan e Isa passarono ancora un po' di tempo con Anna e Marco. L'aria tra di loro era abbastanza pesante e anche se Stefan cercava di smorzare il disagio sceso, non riusciva. Dopo i saluti e la promessa di pensare all'offerta di Anna tornarono verso casa.
  Il ritorno verso casa lo trascorrono in silenzio, tutti e due immersi nei propri pensieri.
  Lui  stanco di tante bugie, stanco di tenere tutto dentro. Voleva sfogarsi con qualcuno, parlare e dire tutto a Isa. Per un attimo ha pensato di parlare chiaramente con sua figlia e spiegarle tutto, sapendo che poteva comprendere e capire la situazione, ma poi penso che ha solo quasi quattordici anni ed è meglio non farla preoccupare. Era un fardello pesante da portare per lui stesso, no che per una bambina, cosi decise di tacere e più avanti le avrebbe detto tutto, quando avrà più esperienza,sarà più matura e più grande.
   Lei era stanca di sapere solo mezza verità, si sentiva tradita, si sentiva di non essere abbastanza. Sapeva che c'è tanto sotto ma aveva paura di chiedere. Non riusciva a capire perché suo padre preferiva tacere senza dire la verità. Era sicura di riuscire a capire tutto anche se era qualcosa penoso da accettare. Preferiva mille volte sapere la verità anche se era doloroso che vivere tra mille bugie e mezze verità. Voleva urlare che era abbastanza grande e matura per capire e che voleva sapere tutto.
  Poi pensava a tutti i racconti sentiti sulla vita di sua nonna e quella dei suoi genitori, e un dubbio le assaliva sempre più forte che erano solo favole abbellite per non farle sapere la verità. Sapeva che c'era un netto contrasto tra quello che diceva sua madre e quello che raccontava sua nonna e suo padre.
  Era confusa. Non sapeva più cosa era vero e cosa era solo bugia. Questa manchevolezza che sentiva dentro di se la destabilizzava sempre di più.
  E se tutto questa confusione non gli bastasse arrivati a casa Amelia era sveglia che aspettava il loro ritorno per farli sapere tutto il suo dissenso e odio.
- Dove siete stati voi due si può sapere?- le accoglieva lei seduta sulla poltrona. Accanto a lei l'immancabile bottiglia di vodka e il portacenere pieno.
  Isa guardava sua madre con paura. Il suo sguardo di disprezzo e la sua voce piena di astio gli metteva paura. Voleva in quel momento solo sparire, profondare. Scappare da tutti e da tutto. Dimenticare tutto, avere una vita normale, senza mezze verità, senza paura.
- Mamma siamo andati...- cerco di dire Isa con voce tremante ma la voce di Stefan la ferma prima di poter finire la frase.
- Isa vai a chiamare tuo fratello cosi possiamo mangiare. - disse lui con voce ferma. Isa sapeva che quella voce ferma e dura non era per lei ma per sua madre, sapeva che un' altra domenica pomeriggio era rovinata per causa sua. Se non andavano da Anna per lei adesso potrebbero passare forse un pomeriggio relativamente tranquilla, forse.
  Uscendo dal soggiorno con un senso funesto andò a salutare sua nonna. Non servivano parole per capire cosa era successo prima che loro tornassero. Era abbastanza vedere gli occhi gonfi e arrossati di sua nonna per capire tutto. Senza dire niente Isa abbracciò l'anziana chiedendo se sapesse dove fosse Norbi cosi possono sedere per mangiare.
- La trovi da Imre. Sai che va sempre da lui quando tua madre comincia ad urlare.- disse lei con un sorriso triste.
- Mi dispiace cosi tanto nonna. E tutta colpa mia, se non andavamo da Anna non succedeva niente...- la voce di Isa tremava, si sentiva tremendamente in colpa.
- Isa non e colpa tua! Anche se eravate a casa tua madre trovava qualcosa per litigare. La conosci bene sai come è. - cercava di rassicurarla lei – Vai chiama tuo fratello prima che incominciano la terza guerra mondiale. -fini di dire lei spingendo Isa gentilmente verso la porta .
- Ok vado nonna, poi apparecchio la tavola io mentre tu riscaldi tutto.- disse Isa cercando di sorriderle prima di uscire.
  Sentiva che i suoi genitori  litigavano e la consapevolezza che era per colpa sua, comprimeva la sua anima in una morsa dolorosa. Affretto i suoi passi verso la casa del loro vicino, sapeva che le trovava in rimessa per fare qualche lavoretto o solo seduti a parlare di cose di uomini.    
  Per Isa e Norbi andare da loro era come andare a casa, tutte le volte che loro madre le picchiava o le buttava fuori di casa cercavano riparo da loro non avendo più posto dove andare.
  Aggirando la casa dei vicini non volendo dare troppe spiegazioni per le urla che si sentivano da casa loro andò direttamente alla rimessa trovando suo fratello con Imre confabulare che la donna e una specie che mai si può comprendere...
- Ciao Imre! -saluto Isa il vecchio vicino cercando di sorridergli come se tutto fosse apposto.
- Ciao piccola! Come stai?- saluto anche lui con un sorriso pieno di comprensione.
- Tutto bene, Imre. Come di solito.- rispose Isa in disagio – Come stai?
- Io alla grande quando non sento mia moglie che parla da sola...- rispose lui con un sorriso da birbante, facendo ridere i due giovani.
- Norbi, dai andiamo a mangiare,prima che papà se ne andasse...- la richiamo suo fratello
- Arrivo...-rispose lui guardando sua sorella con rimprovero.
- Ciao Imre e grazie- salutarono loro prima di andare via.
- Ragazzi se c'è qualcosa sapete che siete i benvenuti in qualsiasi momento- disse il vecchio prima che i due se ne andassero.
- Grazie!- rispose Isa per tutti e due con un senso di vergogna che attanagliava tutto dentro di lei.
- E colpa tua Isa. - disse suo fratello come sono allontanati abbastanza.
- Lo so... -rispose lei con la testa bassa.
- Se lo sai perché sei andata in galleria sapendo che mammaavrebbe fatto casino?- la sua voce era piena di accusa.
- Perché volevo sapere... non lo so. Se sarebbe per lei non potrei fare niente, non potrei neanche uscire. Non lo so Norbi, so solo che anche se facessi solo quello che vuole lei non sarebbe abbastanza per lei lo stesso.- disse Isa abbattuta.
- Almeno cerca, sono stufo che per colpa vostra dobbiamo soffrire tutti.- sputo arrabbiato Norbi.
- Non dire cosi. Non è colpa nostra se a lei non va bene mai niente. - rispose lei ferita dalle parole di suo fratello.
   Arrivati davanti a casa loro sentirono la voce arrabbiato di Stefan che urlava di essere stufo di tutto e che desiderava che tutto finisse perché questa non era vita. Sentivano la loro nonna che cercava di calmare suo genero dicendo di lasciare stare e stare calmo, e Amelia che malediceva loro che hanno distrutto la sua vita.
  Si sono fermati impauriti davanti la porta non sapendo cosa se entrare o no. Piano Isa  entro in casa inseguito di suo fratello.
- Vi prego non litigate per causa mia.- esclamo lei con le occhi piene di lacrime.
- Non e colpa tua che litighiamo principessa- rispose Stefan cercando di rassicurarla.
- Andiamo a mangiare, tutto e a tavola.- interviene anche la nonna, sperando di riuscire a salvare la situazione.
- Andate a mangiare voi. Io con voi non mangio,maledetti.- disse Amelia con tutto il suo disprezzo- Non ti vergogni di portare tua figlia da tua amante? O adesso lo fatte anche avanti da lei?-continuo urlare lei.
- Tu... tu stronza. Ma ti senti quando parli? Da dove diavolo tiri fuori queste cose?- comincio ad alzare la voce anche Stefan, mentre l'anziana portava fuori i bambini per non assistere a tutto temendo il peggio.
- Ti fa male la verità vero, Stefan? - chiese lei con un sorriso provocatorio.
- Ma quale verità? Questa verità e solo tua dettata da litri di alcol che ingurgiti sempre perdendo ogni ragione. Ti rendi conto che ci distruggi?- urlo lui
- Voi mi avete distrutto! Io dico solo la verità! Porti tua figlia da tua amante e dal tuo figlio bastardo a fare cosa? Voi dimostrare cosa Stefan? Hai fatta che mi odiasse.- strillo lei scaraventando il bicchiere vuoto verso suo marito.
- Io ti soffoco se non  chiudi quella fogna che ti ritrovi a posto della bocca. -Urlava lui dirigendosi verso la porta senza badare più a quella che diceva sua moglie. Voleva solo andare via e calmarsi prima che perdesse del tutto il buon senso.
  Trovo i suoi figli seduti a tavola piangendo. Sapeva che anche se erano portati fuori hanno sentito tutto. Strinse il mano in pugno respirando piano cercando di calmarsi. Sapeva che solo guardandolo faceva paura, ma faceva paura per se stesso in quel stato.
- Ragazzi voi mangiate io devo tornare al lavoro. - disse mentre abbracciava Norbi e Isa- state tranquilli adesso e finito.
- Papà sai che non e finito, non per noi.- disse Isa.
- Mangiate e cercate di evitarla vostra madre, ma e meglio che io vada via prima che perdessi la ragione e facessi qualcosa.- cerco di parlare più calmo possibile Stefan.
- Non andare via ti prego, non lasciarci solo con lei. Ti prego!- continuava piangere Isa e Norbi.
- Ragazzi non succederà niente state tranquilli, poi sapete dove trovarmi se che qualche problema. - disse prima di dirigersi verso la porta.
- Almeno mangia prima di uscire!- lo richiamo l'anziana.
- Meglio di no mamma. -rispose lui, ma viene interrotto della voce di Amelia che era arrivata in cucina con un passo poco sicuro e traballante.
- Lascialo andare che l'altra sua famiglia lo aspetta... disse  lei con voce canzonatoria.
- Maledetta stronza!- disse solo Stefan prima di sbattere la porta indietro di lui e andare via senza guardare più nessuno.
- Ecco vostro padre che solo scappa e corre da quella troia. Un uomo senza palle che voi ammirate cosi tanto.- disse lei ridendo ma la sua voce era veleno puro.
- Amelia sono i bambini attenta come parli! -L'ammonii sua madre.
- Che c'è mamma? La adori così tanto anche tu mio marito che ti metti contro tua figlia!? Dovevi sposarla tu e non obbligare me di sposarla!- sputa lei con astio.
- Figlia mia l'alcol ti distrugge del tutto. Non sai più come parli.
- Oh no, mamma, so  benissimo cosa parlo.- disse prendendo un bicchiere. Prima di tornare in soggiorno guardo tutti con disprezzo poi comincio a ridere senza un motivo.
- Ragazzi mangiate poi andate a giocare- disse la nonna girandosi verso Isa e Norbi.
- Nonna non abbiamo fame...- comincio a dire Norbi ma viene interrotto dalla nonna.
- Dovete mangiare altrimenti non avete energie. Dai mandiate presto e io vi faro il dolce che vi piace tanto.
  Sconfitti e attirati dal dolce alla fine mangiarono. Ma non erano tranquilli per niente. Sapevano che non era finita la giornata.

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